

La Morte nei Sogni - di Luciano Silva
I temi ricorrenti nei sogni di pre-morte, il viaggio dell’anima nell’aldilà, morti iniziatiche, la multidimensionalità dell'anima.
28/04/2025
Premessa
Questo contributo, lungi dall'essere esaustivo data la complessità dell'argomento e le differenti esperienze culturali riportate in merito alla presenza della morte nei sogni in varie forme e circostanze, presenta alcuni dei temi più comuni che ricorrono nei miti personali e collettivi relativi all'incontro con la fine della vita del corpo fisico e al viaggio che attende l'anima nell'aldilà.
Rimandiamo pertanto il lettore che vuole approfondire il tema ai testi suggeriti nelle note.
Una delle esperienze oniriche più comuni all’uomo, dall’antichità sino ad oggi, è essere visitati dalla morte nei sogni. Queste visite possono andare dall’incontro con un caro defunto che vuole mettersi in contatto con noi oppure dalla morte che si presenta, sotto innumerevoli travestimenti, per annunciare profondi cambiamenti in atto nella nostra vita ma anche, come nei sogni di malati terminali o persone destinate a morte certa, per mostrarci utili consigli e insegnamenti per poterci congedare adeguatamente da questa esistenza e accompagnare l’anima nell’aldilà.
Esiodo, nella sua Teogonia, disse che la morte Thánatos, il suo fratello gemello Hypnos, il sonno, e l’intera tribù dei sogni, sono tutti figli della notte Nyx. Nella quasi totalità delle culture umane, dagli aborigeni australiani o alle comunità tribali africane o del centro-sud America, risalendo alle culture antiche della Cina, India, Egitto o della Grecia, i sogni sono sempre stati presi in seria considerazione primariamente come spazio di comunicazione e contatto con il trascendente e, in particolare, con gli spiriti dei defunti. Fatto salvo le differenze filosofiche tra le varie culture è comune la visione che mentre dormiamo una parte di noi, chiamata in differenti modi (l’anima o i suoi veicoli come il corpo di sogno o corpo astrale o altro), viaggi in altri mondi e acceda ad altre realtà per acquisire importanti conoscenze e consapevolezze. La morte, in questa prospettiva, è il rilascio finale e definitivo dei nostri vari corpi che hanno fatto da supporto e veicolo nel cammino della nostra anima nel mondo, nella attuale incarnazione, per accedere a una forma di vita oltre il piano fisico e permettere all’anima di continuare il suo cammino evolutivo. Questo è il motivo per il quale così tante culture e tradizioni hanno riservato speciali rituali, cerimonie e elaborati insegnamenti per preparare le persone a questo momento di liberazione finale, per guidarle nella vita oltre la morte del corpo fisico, per prospettare le sfide che ci attendono nel trapasso e nel viaggio dell’anima nell’aldilà e come evitare o proteggersi dalle forze contrarie o dall’identificazione con parti del nostro sé che non sono la meta finale ma bensì stadi intermedi illusori prodotti dai nostri attaccamenti o da quanto abbiamo lasciato in sospeso durante la vita. Tali sono ad esempio gli insegnamenti contenuti nel Libro dei Morti degli Egizi o il Bardo Thödol, generalmente noto come il Libro Tibetano dei Morti.
I giorni finali offrono una poderosa opportunità per riflettere sulla propria vita, ricapitolare quanto lasciato in sospeso, soprattutto a livello relazionale (familiare ed extra familiare), o nei rapporti con la propria anima. Nei sogni l’anima ci mostra spesso, ancor prima di arrivare a fine vita, desideri insoddisfatti, bisogni non ascoltati o al contrario traumi irrisolti che ne hanno provocato una frammentazione se non il suo esilio. Sogni di pre-morte, come si trovano nella letteratura ad opera di operatori dedicati al fine vita o assistenti che accompagnano i malati terminali all’ultimo viaggio, riportano questo bisogno dell’anima di reintegrarsi, di riportare al suo nucleo centrale tutto quanto è rimasto disperso, giocando un ruolo importante nel processo reintegrativo della nostra coscienza per poter concludere la vita in maniera onorevole e recuperare quella forza vitale necessaria per sostenere il viaggio nell’aldilà.
Sogni che preannunciano la morte sono densi di significati e insegnamenti. Vediamo qui alcuni dei temi più comuni, dato che anche questi sogni possono attingere all’inconscio collettivo di un popolo, di una tradizione, e dunque possono essere sogni “culturali” che presentano mitologemi tipici di quella cultura.
IL VIAGGIO DELL’ANIMA CON I SUOI VEICOLI
Il tema più è universalmente conosciuto nei sogni nei quali l’anima è coinvolta in qualche modo, ivi incluso il suo viaggio nell’aldilà, è quello del viaggio. Sogni nei quali l’anima, o uno dei suoi corpi sottili, si trova a viaggiare, passare attraverso vari percorsi, traslocare, cambiare dimensione o attraversare un luogo per accedere a un altro, sono tutte metafore che si ritrovano nei sogni dei moribondi e che anticipano il cammino che attende l’anima oltre la realtà ordinaria. I mezzi sono dei più disparati, dai viaggi per nave verso un isola lontana, o in aereo, o nei sogni dei moderni viaggi con l’ascensore o più comunemente in automobile. Personalmente, tenendo traccia nei miei sogni nei quali compaiono defunti che chiedono di essere trasportati nell’aldilà, si ripetono spazi orami a me conosciuti che riprendono il tema del viaggio, biglietterie di treni o autobus, sale d’aspetto in aeroporti oppure mi trovo direttamente a bordo di tram o altri mezzi di trasporto assieme ad anime di defunti che chiedono di essere accompagnati verso il loro destino.
Moltissimi popoli condividono la credenza che l’anima, comunque venga concepita, utilizzi come veicoli un corpo energetico o corpo sottile. Varie culture e tradizioni specificano ulteriormente la presenza di differenti corpi sottili, ciascuno con una differente “densità” energetica, aventi anche una differente destinazione alla morte del corpo fisico. Quasi tutti i popoli primitivi si riferiscono ad essi dicendo che l’uomo non ha una ma diverse anime le quali si separano tutte dopo la morte. Gli etnologi parlano di un’“anima libera” come quell’aspetto dell’anima al centro della coscienza, che risiederebbe nella testa o nel cuore, che alla morte se ne va in un luogo nell’aldilà. Una seconda anima è quella che si attiva nei sogni, nelle visioni, negli stati di coscienza non ordinari, una sorta di immagine speculare dell’uomo, anch’essa sopravvive come principio spirituale dopo la morte. Corrisponde a ciò che gli antichi Egizi hanno chiamavano ba, una parte dell’anima di natura pneumatica non legata allo spazio e libera di muoversi, raffigurata come stella o in forma di uccello. Numerose tradizioni indigene parlano di una terza anima da cui dipende l’energia vitale, il soffio vitale, che appare in una forma più corporea dell’anima immagine e anch’essa può sopravvivere dopo la morte ma ha una differente destinazione, scende verso terra, in un luogo sotterraneo, oppure svanisce. Questo aspetto dell’anima lo si può identificare con il ka egizio, la parte “ombra”, che dopo la morte viene catturata dalla statua del defunto o trattenuta dal cadavere mummificato, se non soggetto a deificazione ovvero a resurrezione.
Ciascuna di queste “anime” utilizzano per manifestarsi nella coscienza onirica e visionaria dei rispettivi corpi sottili, al punto che ovunque si faccia riferimento a queste differenti aspetti dell’anima si sovrappongono analoghi concetti in relazione ai corpi energetici utilizzati come veicoli. Nei sogni, così come nel viaggio sciamanico o nel viaggio astrale, ci troviamo spesso a chiederci quale parte di noi viaggia o sogna, mentre il corpo grossolano, fisico, resta fermo sdraiato e immobile? Alcune tradizioni parlano che è l’anima che viaggia fuori dal corpo quando sogniamo, altre parlano che è il corpo energetico, altre fanno distinzioni tra corpo energetico più grossolano, denso e corpo astrale, riferendosi a quest’ultimo come il corpo sottile che viaggia fuori dal corpo quando sogniamo, facciamo un viaggio sciamanico o abbiamo una esperienza di pre-morte. Anche gli Irochesi tradizionalisti, popolazione nativa americana di sognatori originariamente stanziata nella zona dei grandi laghi tra gli Stati Uniti d’America e il Canada, riconoscono e rispettano la natura separata e le destinazioni di tre aspetti dell’anima. Essi dicono che dopo la morte, l’energia vitale del corpo si fonde con la terra (a questa energia vitale possiamo dare il nome di corpo energetico). Un'altra parte di anima resta vicina alla terra e questo è il motivo per il quale nelle Ohkiwes, le feste dei morti, tutti gli spiriti delle persone defunte, dagli antenati ancestrali a quelli appena seppelliti, vengono onorati e nutrici con cibo e bevande. La parte più alta dell’anima ritorna ai cieli più alti che esistevano prima della creazione della terra. Analogamente molte altre culture sciamaniche sostengono che possediamo più anime, forse intendendo in tal modo più aspetti dell’anima, concetto sostenuto anche da diverse filosofie dell’antichità. Queste distinzioni si trovano in molte culture indigene e spirituali. Gli sciamani trattano l’energia dell’anima o “anima vitale” che sostiene la vita fisica come qualcosa di divisibile, visibile e tangibile. Pezzi di questa anima possono essere persi o rubati e questo viene visto come il principale motivo di malattie o sfortuna. Nei viaggi sciamanici per il recupero dell’anima andiamo a vedere e recuperare queste parti, così come nei sogni si possono palesare quelle parti di anima rimaste lontane da noi che vogliono tornare a casa e con esse quell’energia vitale che si è separata da noi a causa di traumi o esperienze sopraffacenti. Questo ci porta anche a un'altra prospettiva, ovvero al concetto psicologico di dissociazione del sé, ovvero alla possibilità che differenti parti della personalità possono agire indipendentemente l’una dall’altra e che una non è cosciente di cosa fa l’altra parte, come se una personalità possa operare in apparente separazione dall’organismo a cui appartiene. Questo potrebbe spiegare le apparizioni fantasmatiche o gli ectoplasmi oppure, nel caso di anime di defunti quanto entrano troppo in contatto con i viventi, casi di invasamento o possessione. Altra è la possibilità posseduta da certi sciamani di proiettare il proprio corpo energetico volontariamente a distanza, per una guarigione o per compiere altre arti magiche.
Nei sogni, il tema del viaggio potrebbe riguardare dunque differenti aspetti dell’anima e le loro rispettive destinazioni, oltre all’anima vitale che sostiene la vita fisica – strettamente associata al respiro – c’è un’anima libera, associata al corpo di sogno, che può viaggiare fuori dal corpo e che si separa alla morte del corpo fisico – così come c’è uno spirito immortale, la cui casa si trova nei regni più alti. Ecco che alla morte, differenti veicoli dell’anima vanno a differenti destinazioni che possono essere temporanee o finali. Nel viaggio onirico o sciamanico, e alla morte fisica, usciamo dal corpo fisico e viaggiamo col corpo di sogno. I corpi sottili sono dunque un veicolo dell’anima. Gli antichi greci li chiamavano ochemata, termine preferito da Porfirio e dai Neo platonici, in greco Ochema significa veicolo e nave o carro. Ha la stessa radice di ocheo = caricare. Carri e navi appaiono spesso nei miti e nelle scritture come veicoli degli dèi o per viaggiare nell’altro mondo. Queste due metafore appaiono spesso nei nostri sogni quando ci vediamo viaggiare da qualche parte o quando ci vediamo cambiare i vestiti, anche questo non sempre ha a che fare con il nostro armadio o guardaroba. Il viaggiare nei sogni prendendo treni o aerei non sempre ha a che fare con un viaggio convenzionale e tornare a casa significa che qualcosa sta tornando a casa, la casa nei sogni è l’anima. Anche il sognare le scarpe, rotte, perdute, non nostre, ha a che fare con il bisogno dell’anima di recuperare le proprie scarpe per poter continuare a camminare nel mondo.
Se il corpo energetico più denso è destinato alla morte a ritornare alla terra, come ci dicono diverse tradizioni, è opportuno assicurarsi che non se ne vada in giro alla ricerca di qualcosa o qualcuno del quale prendere possesso per proseguire in forma fantasmatica un tentativo di vita. Da qui tutta una serie di rituali presenti in tutte le culture, residuali anche nella attuale civiltà moderna, che accompagnano il morente per assicurarsi che questa parte resti effettivamente a terra o venga opportunamente accompagnata al suo destino. Prima di ciò, l’uomo primitivo, temendo la morte e i defunti, esponevano o abbandonavano i cadaveri come cibo per gli animali o li lasciavano semplicemente a terra senza sepoltura, abbandonando il posto anche se abitato sino ad allora a scopo agricolo.
In quest’ottica l’imbalsamazione delle salme praticata dagli antichi egizi aveva lo scopo di offrire un contenitore o ricettacolo, in tal caso il cadavere stesso, per questo corpo energetico pesante; i coreani e o tibetani hanno conservato l’abitudine di fare un ritratto del morto; i giapponesi invece fabbricano un tamashiro, un ricettacolo in cui si trasferirebbe, dopo la morte, il corpo energetico del defunto; gli antichi cinesi utilizzavano a tale scopo una bambola detta moon-go nella quale lo spirito del morto poteva prendere possesso lasciando libero il cadavere stesso.
Ciò che apprendiamo da queste usanze, dai sogni e dalle visioni pre-morte, è che lasciare il corpo richiede non solo lasciare il corpo fisico ma anche separarsi dalla sua energia più densa che è strettamente connesso ad esso durante la vita fisica, corpo che può essere identificato con il “corpo eterico” della teosofia. Questo corpo energetico più denso sopravvive alla morte del corpo fisico ed è molto legato ad esso e questo corpo non va nella luce, verso l’alto, ma deve scendere verso il basso, tornare alla terra. E se noi alla morte ci aggrappiamo a questo corpo pesante, identificandoci con esso, restiamo avvinghiati al suo dolore e ai suoi appetiti, la nostra coscienza si confonde con la sua sostanza appiccicosa bloccando il transito della nostra anima verso i sentieri autentici ed evolutivi in direzione dei piani superiori. Come visto prima, le società tradizionali offrivano vari tipi di contenitori di questo tipo di energia densa del defunto, ossa scarnificate, pali intagliati, statuette, casette per gli spiriti, per evitare che se ne andasse in giro, in forma fantasmatica o di ectoplasma, creando problemi ai viventi. Una genuina ars moriendi deve includere delle pratiche per il distacco dal corpo fisico e i suoi appetiti. Ma la via ascetica non è per tutti, non è la via per coloro che vogliono godere la vita nel corpo (finché ne abbiamo uno) così come fuori dal corpo, e danzare con gli spiriti e gli dèi per farsi veicolo in questa realtà della loro immortale presenza. Per prepararsi a lasciare dietro il corpo non ci serve rifiutare la vita, al contrario, ci prepariamo al meglio se riconosciamo e abbracciamo l’idea che la vita continua, da entrambe i lati, e nel viaggio della nostra anima usiamo e abitiamo molti corpi, in differenti tempi e dimensioni.
Nel sogno, così come nell’esperienze sciamanica, accediamo alla consapevolezza che la nostra coscienza non è confinata al corpo fisico, sappiamo che non ci serve il corpo fisico per sentire, pensare, immaginare, viaggiare e fare tutte le esperienze che si vuole esplorare. La dimensione del sogno e della visione ci ricorda che noi siamo spiriti in forma umana, siamo spiriti che stanno facendo una esperienza umana e non viceversa. Quando viaggiamo in sogno viaggiamo con il nostro corpo di sogno, chiamato anche corpo astrale (dai greci che hanno inventato questo nome, che significa qualcos’altro da esso). Anche il corpo di sogno può ricordare il corpo fisico nelle sue sembianze ma è costituito da energia più sottile anche rispetto al corpo energetico da cui strettamente dipende. E’ guidato da emozioni, appetiti, desideri, e una sua declinazione (talvolta lo si fa coincidere) è il corpo emozionale.
Per tale motivo, tra i sogni dell’anima più ricorrenti tra i morenti, sono quelli che hanno a che fare proprio con sospesi emozionali, desideri segreti che l’anima non ha avuto modo di soddisfare in vita, quel lavoro o quell’amore che avremmo voluto vivere ma che ci è stato impedito o non abbiamo avuto il coraggio di vivere. Nella tradizione indù è chiamato linga sarira o kamarupa, dai mistici persiani favashi, dai greci antichi veniva chiamato soma pneumatikon. Per i teosofi il corpo astrale o corpo di sogno è un veicolo circondato dall’aura composta da colori brillanti, composta da un ordine di sottigliezza maggiore della materia fisica, ne quale sentimenti, passioni, desideri sono espressi e agiscono come ponte tra il cervello fisico e la mente. Nei sogni appare spesso come corpo circondato da vari colori. Nel Mahabrarata, il corpo di sogno, suksma atman, viene descritto in viaggio fuori dal corpo mentre il suo proprietario dorme. Conosce i piaceri, il dolore, come nella vita di veglia. Viaggia su strade strette attraverso zone che corrispondono ai sensi, al vento, all’etere, verso i più alti reami dello spirito. Shankaracharya, l’esponente ascetico del Advaita Vedanta, praticava il volo dell’anima e la proiezione della coscienza in un altro corpo. Sollecitato a parlare di sesso – soggetto sul quale era abbastanza ignorante in quel tempo – disse che aveva lasciato il suo corpo sotto scorta dai suoi seguaci in una cava mentre prendeva a prestito il corpo di un re morente, mentre le sue cortigiane lo educavano con tutte le arti del Kama Sutra. Questa stessa facoltà si trova anche nei mistici tibetani nella pratica del phowa come ha riportato Alexandra David Neel così come nella pratica sciamanica.
Nei sogni di pre-morte ci troviamo talvolta a lasciare il corpo di sogno indietro per entrare in reami più alti in una differente forma: come palla di fuoco, in forma di fulmine, di lampo, sottoforma di punto luminoso o una striscia di luce. In quella forma siamo nel nostro corpo di luce. Gli gnostici lo chiamavano il vestito della luce. I neoplatonici augoeides, ovvero formato di luce. In molte tradizioni misteriche, questo corpo non è un qualcosa che è nostro di diritto, ma è qualcosa che si acquisisce tramite una iniziazione spirituale o una grazia
Sul tema dei corpi sottili nei sogni, il loro distacco e rispettive destinazioni finali come preannunciato dai sogni di pre-morte, data la complessità del tema che necessiterebbe di un ulteriore e più approfondito studio, qui mi fermerei, concludendo con la considerazione che sembra che la coscienza si muova verso dimensioni più alte usando veicoli differenti, ciascuno adatto allo spazio che stiamo attraversando, il corpo fisico per la realtà fisica, quello energetico per i campi energetici, quello astrale per la dimensione del sogno e della visione, quello luminoso quando accediamo ai cieli più alti. Nella storia sciamanica del primo sognatore dei Makiritare del Venezuela, Medatia, questi sembra attraversare nove mondi oltre quello fisico per scoprire di avere una controparte in ciascuno di essi.
LE GUIDE NELL’ALDILA’, IL BAMBINO, LA DAMA BIANCA, IL MATRIMONIO E LA LOTTA
Altra esperienza molto comune quando qualche nostro caro ci lascia è la visione che appare al moribondo del tutto realistica, poco importa se in uno stato di sogno, ipnagogico o allucinatorio, di alcune guide disposte ad accompagnare l’anima nell’aldilà, come membri della famiglia (genitori o nonni, se defunti), maestri spirituali (se credenti, santi o figure religiose con le quali il moribondo ha una particolare devozione o connessione), antenati ancestrali o persone già defunte che vogliono dare indicazioni sul percorso da compiere, i possibili ostacoli e, soprattutto, un aiuto per superarli. Un altro tipo di supporto che viene offerto da queste guide è anche l’occasione che viene offerta al moribondo di porre rimedio o fare ammenda dei debiti rimasti insoluti, perdonare chi gli ha fatto dei torti o chiedere scusa a chi invece sa di aver offeso o provocato danni.
Una guida verso l’aldilà offre all’anima un motivo di speranza, la visione che la vita continua anche oltre la morte, in forma diversa, apre la visione dei compiti che ci attendono dall’altra parte, il prossimo passo evolutivo per la nostra anima. I sogni ci possono anticipare, anche molto prima di arrivare al fine vita, i nostri obiettivi o missioni future che ci attendono in altre dimensioni. Guarigioni dell’anima, iniziazioni, acquisizione di poteri o di talenti, riparazioni karmiche o l’anticipazione di vite future.
La visione di un bambino, o una parte bambina della nostra anima, come guida è una esperienza che si ritrova nelle registrazioni dei sogni di pre-morte. L’interpretazione freudiana di una regressione infantile, e dunque l’ipotesi comunque da esplorare di una esperienza vissuta nell’infanzia che necessita di guarigione e riparazione, potrebbe sviare dal non riconoscere il bambino come una guida verso un ulteriore sviluppo o movimento in avanti dell’anima nel momento del trapasso. L’anima nei sogni si può presentare nella forma di un nostro sé più giovane. Del resto, la parte sognante di ciascuno di noi è profondamente ancorata alla nostra età infantile, quando liberamente sognavamo e tutti i sogni ci sembravano altrettanto reali quanto le esperienze vissute nella vita di veglia, prima che un genitore o qualche insegnante castrasse la nostra capacità sognante riducendola a pura fantasia del tutto sconnessa dalla realtà. Non è un caso che dopo un recupero dell’anima di questa parte infantile molti soggetti riprendono a sognare (in realtà, a ricordare i sogni) così come invitare a ricordare un sogno fatto nell’infanzia aiuta a riagganciarci alla nostra parte sognante e a riattivare la nostra memoria onirica.
Altrettanto significativo è il tema ricorrente nei sogni che preannunciano la morte dove questa appare con le sembianze di una dama bianca che può apparire anche in abito nuziale. Nelle esperienze estatiche in prossimità della morte così come nei sogni che preannunciano l’avvicinarsi della morte, ricorre spesso il motivo nuziale. Già lo stesso Artemidoro, nella sua Onirocritica (trad.it. Il Libro dei Sogni)1, riporta che il sognare le nozze potrebbe rappresentare la morte perché “rappresentano entrambe un momento conclusivo per gli uomini e si simboleggiano sempre a vicenda”. Nell’antica Grecia la camera sepolcrale era chiamata thalamos, come la camera nuziale, e i funerali si accompagnavano, come nelle feste di nozze, con musica, danze e banchetti.
Le nozze dell’anima alludono alla fusione dell’anima stessa con il Tutto, con l’anima mundi. Allo stesso modo Socrate in carcere, proco prima della morte, sognò una donna bianca splendente che correttamente interpretò come annuncio della sua prossima fine. Come riportato da Platone2, il dialogo che si svolge in carcere un paio di giorni prima dell’esecuzione tra Critone e Socrate è eloquente:
CRITONE: Ma dunque quale è stato il sogno?
SOCRATE: Mi sembrava che una donna bella e di aspetto elegante, che indossava abiti bianchi, accostatasi a me, mi chiamasse e dicesse:
"O Socrate, al terzo giorno potresti giungere a Ftia dalle fertili zolle."
CRITONE: Strano il sogno, o Socrate!
SOCRATE: Eppure chiaro, come almeno mi sembra, o Critone.
Qui Platone pone in parallelo la situazione di Socrate con quella di Achille: come Achille col favore dei venti sarebbe tornato alla sua patria Ftia dopo tre giorni, così Socrate entro il terzo giorno sarebbe tornato alla sua vera patria, intesa qui come la casa dell’anima nell’aldilà.
In un sogno riportato da un medico cinquantaduenne, sposato e fisicamente sano, un incontro con una donna nuda, bellissima, preannuncia la morte che sarebbe arrivata a causa di un collasso cardiaco dopo un anno:
Camminavo con altre persone in un corteo funebre. Il morto era un uomo a me sconosciuto, del tutto indifferente [aspetto terreno del sognatore, il suo corpo energetico pesante divenuto estraneo al sognatore]. Il corteo si fermò su una piazza quadrata della città, coperta di erba [il tema vegetale, erba, gli alberi, campi cosi come i fiori, simboli di eternità, ricorrono spesso nei sogni di morte e rinascita]: sul prato era eretta una catasta. I portatori vi posarono sopra una cassa e vi diedero fuoco [tema della cremazione, il fuoco come elemento che aiuta l’anima a separarsi dal corpo fisico e dai corpi energetici pesanti]. Io guardavo la scena senza alcuna partecipazione emotiva, ma quando le fiamme incominciarono a guizzare verso l’alto, a un tratto il coperchio della cassa si aprì e ne uscì fuori una donna nuda, bellissima, che si mise a correre con le braccia aperte verso di me. Spalancai le braccia e mi svegliai provando una sensazione indescrivibile beatitudine [l’incontro con l’anima del sognatore, si libera dal cadavere grazie all’azione del fuoco celebrando le “nozze sacre”]3.
In questo sogno significativo, l’anima, ormai libera dalle spoglie mortali, si trasforma essa stessa in mediatrice con l’aldilà apparendo nelle vesti di una bellissima donna di luce (nel linguaggio junghiano, l’anima come anima femminile inconscia dell’uomo, analogamente potrebbe apparire alle donne in veste di un uomo bellissimo come animus). I Greci raffigurano spesso la morte nelle sembianze di esseri femminili col corpo di uccello, le temibili Kere che trasportano l’anima del morto nell’Ade. Il simbolismo delle nozze di morte si trova anche nell’antica Persia e nella mistica persiana medioevale4.
Nella mitologia di molti popoli la morte è descritta come una figura femminile ma anche maschile. La presenza di uno “sconosciuto” nei sogni, verso i quali si può provare spavento e trasformarsi in un incubo, potrebbe segnalare la presenza di una intrusione energetica così come il preannunciarsi della morte. In caso di dubbio, sempre meglio rientrare nel sogno (incubandolo o con un viaggio sciamanico) e raccogliere ulteriori indizi. Questa presenza può assumere la funzione e le vesti, nel caso di malati terminali o prossimi alla morte, di psicopompo, come ad esempio Mercurio (Ermes nelle iscrizioni etrusche è detto anche turmaitas, ovvero l’Ermes dell’Ade), Yama nella religione induista oppure Hel nella mitologia norrena accorse per accompagnare l’anima del defunto verso i regni più alti (la radice germanica di Hel riporta al significato di colui che cela, nasconde i viventi, analogamente alla ninfa Calipso, ovvero che portano la morte). Analogamente appaiono in varie tradizioni animali facenti le stesse funzioni, il cane compare spesso nella mitologia come guida per l’aldilà, se si pensa al dio egizio Anubi oppure all’azteco Xolotl che riporta i morti alla vita, o anche in India dove Siva, il distruttore, dio della morte, è detto anche il signore dei cani. A volte la morte è rappresentata in forma di serpente o di uccello. Il cane però, e soprattutto il serpente, sono anche veicoli di Asclepio, dunque non è da escludersi la possibilità di una guarigione salvifica del morente durante una incubazione onirica. Numerose sono le testimonianze di pazienti soggetti a malattie definite incurabili all’epoca e guariti tramite il rituale di incubazione nei vari asclepieion sparsi in tutto il Mediterraneo5.
L’”Altro inquietante” nei sogni potrebbe rappresentare psicologicamente il Sé, dato che la morte porta all’incontro e alla fusione tra l’Io e il Sé, immagine dello spirito immortale o di Dio in termini religiosi.
Un tema simile alle nozze sacre che si ritrova nei sogni di pre-morte, e che richiama il ricongiungimento degli opposti, è quello di parti in lotta o conflitto tra loro. Il momento della morte diventa l’occasione per riconciliarci con la nostra parte ombra, l’ultima lotta tra “bene” e “male” che assumono rispettivamente le vesti di ciò che culturalmente (collettivamente) o personalmente abbiamo identificato o proiettato in queste due parti antagoniste. Nell’antica Roma i combattimenti tra i gladiatori si svolgevano in origine per venerare i defunti. La concezione della morte come lotta e momento di decisione è un motivo archetipico che ricorre in molti contesti. Nel simbolismo egizio così come nell’alchimia, gli opposti tendono a conciliarsi, a differenza del pensiero cristiano secondo il quale in quel momento l’uomo dovrà pronunciare la sua scelta definitiva, sposare ciò che appartiene al Cielo o all’Inferno, e a seconda della scelta fatta dall’anima garantirsi la beatitudine eterna o l’eterno tormento.
I SOGNI MOSTRANO I NOSTRI CONTI IN SOSPESO, GLI OSTACOLI E LE SFIDE DA SUPERARE
Le guide in sogno possono mostrarci alcuni aspetti relativi all’anima rimasti in sospeso. Alcuni sogni mostrano eventuali ostacoli e sfide che il morente può incontrare nel suo viaggio, i vari impedimenti possono essere espressioni significative di conflitti irrisolti o profonde angosce. Possono essere i nostri rimpianti, ciò che abbiamo fatto e non dovevamo fare oppure ciò che volevamo fare ma non l’abbiamo fatto, insomma tutte le cose che abbiamo lasciato in sospeso generano ulteriori legami dell’anima con il mondo terreno.
Chi di noi non ha nulla da rimpiangere? Chi di noi non sta conservando alcun sentimento di colpa o vergogna o risentimento o rimorso? Chi di noi non ha nulla da rimpiangere su ciò che ha fatto o ha lasciato incompiuto? Maggiori sono i rimpianti che ci portiamo oltre la vita fisica e maggiore sarà il lavoro e il tempo che dovremo passare nell’altra dimensione per fare ammenda, riparare o completare i nostri affari lasciati in sospeso nella nostra esistenza. I sogni ci mostrano spesso questi affari insoluti in tanti modi. L’anima tende per sua natura alla completezza, ha una forza attrattiva e agglomerante che genera sogni di integrità e di riunione, laddove è stata frammentata, dispersa o rimasta legata e trattenuta. L’anima sogna sempre il suo ritorno a casa. Ecco l’importanza della ricapitolazione fatta in vita, senza aspettare il momento nel quale saremo magari incapaci di intendere e di volere. La morte quando la incontriamo nei sogni o nelle visioni, ci costringe a ricapitolare, ci costringe a vedere i nostri sospesi, i nostri squilibri tra dare e ricevere, le nostre colpe e vergogne che nella vita, nei nostri sogni assumono l’aspetto dei nostri personaggi e protagonisti che come in un teatro sacro recitano proprio quella parte e quel pezzo che tanto vi ricorda quel momento in cui vi siete dimenticati di ringraziare, o peggio, avete disonorato qualcuno che vi ha aiutato o dato qualcosa, oppure quando non avete avuto il coraggio di reagire quando i vostri compagni di scuola vi hanno offeso o bullizzato.., o quella parte ancora nascosta dalla vergogna di aver fatto o subito qualcosa di proibito.
Oltre a insoluti che abbiamo accumulato durante la vita, altri ostacoli possono essere indotti o condizionati dalle nostre credenze o vincoli culturali o religiosi imposti dalla famiglia d’origine, oppure dai viventi stessi che non sono ancora pronti a lasciar andare il moribondo. In talune situazioni ho incontrato scenari nei quali l’anima del moribondo era pronta a partire mentre i membri della famiglia non erano pronti a separarsi dal proprio caro. Questo legami familiari, o con altre persone con le quali il moribondo ha stretto dei legami (ovviamente partner, congiunti o figli, ma anche amici e conoscenti), possono costituire un sottile impedimento all’anima di procedere oltre. Inoltre, se l’anima del defunto resta aggrappata a quella di un vivente, e il vivente incapace di affrancarsi continua ad alimentare questo legame, potrebbe essere nocivo per entrambi. Il defunto attinge quell’energia vitale di cui è privo al vivente con lo scopo magico di rigenerare l’anima per il suo viaggio finale. Ma in tal caso vuole dall’altro ciò che priva sia il defunto che il vivente della libertà. Gli addetti ad assistere ai morenti, sia che siano psicologi, counselor spirituali, medici o facenti altre funzioni di aiuto, dovrebbero tener conto che non solo il moribondo necessita di aiuto per abbandonare la dimensione del corpo fisico e affidarsi alle proprie guide nel viaggio della propria anima nell’aldilà ma anche i famigliari o coloro che hanno stretto dei legami con il defunto o peggio, che hanno lasciato dei sospesi di vario tipo (rabbia, recriminazioni, debiti o crediti emozionali ma anche economici). Per fortuna talvolta i sogni indicano strade alternative che permettono all’anima del defunto di trovare soluzioni individuali superando eventuali ostacoli posti in essere da credenze o pregiudizi famigliari.
E’ caso, ad esempio, di una famiglia profondamente religiosa6, la tradizione famigliare imponeva che la morte di un membro della famiglia avvenisse solo allorquando sarebbe comparsa ai piedi del capezzale la Vergine Maria. A Mariarosa, una settantaquattrenne alla quale avevano diagnosticato un tumore in fase terminale, il marito Paolo, fedele alla credenza familiare, insistentemente attendeva la medesima apparizione al capezzale della moglie per avere una conferma di quando sarebbe giunto il suo momento. Di conseguenza, anche per Mariarosa, cresciuta all’interno di questa credenza, l’attesa dell’apparizione della Madonna stava diventando un ostacolo alla sua partenza in quanto non era concepibile che il suo trapasso potesse avvenire in un altro modo. Ma Mariarosa ebbe un sogno:
Ero in una messa celebrata dal Papa, c’era tanta gente che pregava e cantava assieme al Papa. A un certo punto Mariarosa realizzò che sotto l’altare c’era sepolto un tesoro. Mentre la folla continuava a pregare guardando il Papa, lei andò sotto l’altare proprio nel punto dove era sepolto quel tesoro. Si svegliò con la consapevolezza che quel tesoro era per lei.
Il sogno le stava dando una via d’uscita differente rispetto al credo famigliare offrendole la possibilità di scoprire una sorgente spirituale di valore (il tesoro), al di là (o al di sotto in tal caso) del protocollo celebrativo in atto in superficie che le permise di andare oltre la credenza familiare senza attendere l’apparizione della Madonna. Il giorno dopo questo sogno Mariarosa morì. Ovviamente il marito Paolo confermò di aver visto la Madonna ai piedi del letto al momento della morte, e tutta la famiglia poté dirle addio rinfrancandosi che la tradizione familiare anche in tal caso fu rispettata. Non si seppe se anche Mariarosa effettivamente avesse visto alla fine la Madonna o se l’avesse confidato al marito per soddisfare le sue aspettative o se li marito lo avesse riportato a tutti i famigliari per confermare e consolidare la comune aspettativa. Di fatto però il suo sogno aveva dato dignità e valore alla sua personale via d’uscita offrendo, comunque nel rispetto del suo credo religioso (la celebrazione di una messa del Papa), una alternava di liberazione per la sua anima.
NDE - SOGNI DI MORTE INIZIATICA – LA MULTIDIMENSIONALITA’ DELL’ANIMA
Temi similari si riscontrano nei sogni di persone che hanno vissuto esperienze di pre-morte e poi sono tornati in vita (nel linguaggio anglosassone indicati come NDE – Near Death Experiences). In tal caso, secondo innumerevoli testimonianze raccolte e riportate da vari testi in materia, l’esperienza comune è di un profondo stato di rilassatezza e pace che si accompagna alla separazione dal corpo, assieme alla visione di un tunnel luminoso, luci brillanti e la presenza di guide o figure di accompagnamento pronte ad accogliere l’anima in caso di trapasso. La stessa visione la si trova nel viaggio dello sciamano come psicopompo nell’atto di accompagnare le anime rimaste “intrappolate” nel mondo dei defunti, ovvero aiutarle a sciogliere i legami rimasti in sospeso, riunire le parti disperse necessarie per affrontare questo viaggio e aprire loro un varco verso la luce affidandole alle proprie guide pronte ad accoglierle.
La differenza pare tra una esperienza di pre-morte e ritorno in vita rispetto a un morente, benché presentino contenuti abbastanza simili, è che nel primo caso i sogni sono molto veloci e frammentati, solo flash sporadici quasi di preavviso o preparatori a un qualcosa che sta per o potrebbe accadere. I sogni dei malati terminali, destinati a morte certa, hanno una narrativa più lunga e ricorrono più spesso durante i giorni o le notti finali della vita. In questi stati di coscienza alterati, ai sogni possono sovrapporsi visioni a occhi aperti, stati ipnagogici o allucinatori, tutte esperienze significative di quanto l’anima sta vivendo o proiettando in quel momento di passaggio.
Negli stati intermedi di sogno, ipnagogici o ipnopompici, si apre uno spazio conosciuto nelle tradizioni di sognatori dell’antichità di incontro con gli spiriti, gli dèi, i maestri, o con le parti superiori della nostra anima dove possiamo apprendere importanti informazioni circa il destino che ci attende dopo la morte. In questi casi, la morte potrebbe apparire non per preannunciarci una morte del corpo fisico bensì la necessità di abbandonare aspetti di noi, memorie, credenze, forme pensiero o altro, che ormai non ha più senso portarsi dietro, un qualcosa “di morto” che è giunto il momento di lasciar andare. Facciamo sogni dove la morte ci raggiunge in maniera del tutto improvvisa, sogniamo di cadere da una scogliera o in un aereo, ad esempio, oppure sogni dove veniamo uccisi da qualcuno o stiamo per sfracellarci al suolo e ci svegliamo un attimo prima dell’impatto finale. In questi casi, quando non moriamo in sogno ma magari ci svegliamo di soprassalto, possiamo conservare sensazioni fisiche molto intense, sentiamo il cuore battere molto forte o il sangue salire diritto al cervello oppure fenomeni dissociativi come sentirsi staccati dal proprio corpo. Questi sogni raramente stanno dicendo che il sognatore sta correndo un pericolo di morte in senso fisico, piuttosto manifestano che è in atto una profonda trasformazione nella sua vita o nella sua anima oppure preannunciano un passaggio o un cambiamento importante in arrivo. Possono essere anche sogni iniziatici, la morte come consigliera ci preannuncia una evoluzione spirituale in arrivo o raggiunta, o la necessità di lasciar andare il morto, ovvero parti di noi ormai defunte e non più funzionali o utili alla evoluzione della nostra anima (vecchi nostri “io”, legami, dipendenze, identificazioni inconsce, ecc..).
Un tema ricorrente nei sogni che può anticipare una morte fisica o iniziatica riprende il motivo archetipico della nascita, dato che la morte è una rinascita in altra forma e, analogamente alla morte iniziatica, da inizio a un'altra vita. Il tema del viaggio, qui ripreso, si presenta ora all’interno di un tunnel, di una grotta, una metropolitana (nei sogni moderni), un pozzo, come nel viaggio nel mondo di sotto degli sciamani allude a una rinuncia allo stato di coscienza ordinario per staccare la coscienza dal mondo esterno necessario per accedere al mondo degli spiriti, analogamente i sogni dei morenti, o di persone normali che sognano il decesso di un congiunto, presentano un passaggio in uno spazio buio e stretto. Per gli indiani Hopi, ad esempio, sopravvive la credenza che l’anima del defunto debba passare nell’apertura della Kiva, la sipapu, per raggiungere l’oltretomba, non a caso lo stesso passaggio era usato dagli sciamani per il loro viaggio nell’aldilà. Questo passaggio nel buio indefinito è una immagine che compare spesso nella letteratura antica, thanatos, la morte, era raffigurata non come figura antropomorfa ma come una nuvola nera o una nebbia (che ottenebra la vista, proprio come nelle morti iniziatiche, si rinuncia alla vista ordinaria per accedere a un'altra visione). Come detto in precedenza, le divinità legate alla morte o psicopompe portano nella radice del loro nome il significato di ottenebrare, oscurare la luce al vivente ovvero di portare la morte. Può presentarsi nei sogni anche come un viaggio a ovest (direzione degli antenati, la regione del tramonto), un viaggio per mare che può comportare anche una discesa agli inferi per poi risalire a oriente, laddove sorge il sole, simbolo della sorgente della coscienza e di rinascita a nuova vita. L’anima segue la luce, l’anelito alla luce è l’anelito alla coscienza.
Solitamente sogni di morti iniziatiche avvengono con la presenza di una guida, una figura liminale che assume i caratteri di un “guardiano della soglia” che ci indica che per andare oltre dobbiamo sacrificare qualcosa. Possono essere, nell’esperienza sciamanica, anche sogni di smembramento da parte di un animale di potere, parti oscure che ci portiamo dietro che ci impediscono di evolvere spiritualmente e che possiamo vedere nei sogni come una vera e propria morte. Un animale in sogno può smembrare una sola parte del corpo oppure fagocitarci completamente per poi sputarci fuori in una nuova forma, in una nuova vita. Si ripresenta, mediato da un animale totemico, il tema iniziatico di morte e rinascita, per far si che il vivo viva, occorre che il morto muoia!
Altri sogni di morte iniziatica assolvono alla funzione di aprire il sognatore, quando pronto, alla consapevolezza della multidimensionalità dell’anima e del nostro multiverso nel quale viviamo. La visione della luce, di un tunnel di luce o figure luminose accorse al capezzale del morente per guidarlo nell’aldilà potrebbero testimoniare l’ultima manifestazione osservabile dalla coscienza del morente prima che l’energia si degradi e l’anima acceda a una dimensione che trascende lo spazio e il tempo ordinario. Ritorna qui anche l’idea di Origene secondo il quale al momento della morte il corpo di resurrezione si libera dal cadavere tramite un effetto di scintillamento (spintherismos), un passaggio graduale dal corpo fisico al corpo di luce o ad una forma di esistenza differente. Qui il sogno fatto da un pastore protestante pochi giorni prima di morire6:
Le lancette dell’orologio, che un attimo fa si muovevano, sono immobili. Dietro l’orologio si apre una finestra e una luce chiara filtra nella stanza. La finestra diventa una porta e la luce si trasforma in una strada luminosa. Su questa strada di pura luce esco dalla stanza e mi allontano fino a scomparire.
L’immagine di una finestra o una porta che apre un varco all’anima verso la luce è ricorrente anche nell’esperienza sciamanica di accompagnamento dei defunti. L’opera alchemica apre all’adepto una analoga fenestra aeternitatis7, persone religiose vedono la Madonna aprire una finestra verso la luce (nel linguaggio della chiesa cattolica Maria veniva lodata come fenestra evasionis). In altri sogni di questo tipo, il sognatore si vede muoversi tra una trama luminosa, come una matrix, composta da fibre luminose vibranti, come una ragnatela fatta da filamenti sottili. Al momento della morte sembra esserci un innalzamento della frequenza psichica che provoca una cessazione della nostra percezione spaziotemporale, l’accesso a una forma di coscienza che trascende lo spazio-tempo ordinario. Ho il sospetto che lo stesso fenomeno accade durante il viaggio sciamanico provocato intenzionalmente dal tamburo tramite il quale lo sciamano accede a questa dimensione extra spaziale e extra temporale. Accedendo a questa dimensione, si è contemporaneamente, di qua e al di là, si ha la sensazione di essere dappertutto contemporaneamente. Le moderne ipotesi di fisica quantistica, come l’universo olografico di Bohm8, che si avvicinano all’ipotesi junghiana di un energia unica che sul piano fisico si dispiega nello spaziotempo mentre sul piano psichico ed energetico coesiste con la prima come pura intensità atemporale e aspaziale, alludono alle visioni di un universo multidimensionale ma anche, e direi di conseguenza, alla multidimensionalità dell’anima, come già intuito da numerose tradizioni sapienziali.
Al momento del trapasso, nel verificarsi dello scioglimento dei legami con l’esistenza ordinaria e la sua dimensione spazio-temporale, si presentano spesso alla visione dei morenti immagini di scale dimensionali, portali di luce, gradinate, ascensori, momento nel quale la condensazione psichica raggiunge il suo culmine e non a caso è proprio in questi momenti che possono apparire fenomeni luminosi o spiritici, materializzazioni o esplosioni. La materia non è altro che energia che vibra a basse frequenze. Anche la fisica moderna è arrivata a scoprire che la massa non ha più una sostanza materiale, le particelle sono fasci di energia che passano da uno stato corporeo ad un'altra forma di energia priva di una estensione spaziotemporale. Direi che per una rivoluzione cognitiva che tanto servirebbe alle menti moderne che c’è ancora qualche speranza…
Per ritornare al grande mistero della morte e della vita, della dimensione che ci attende oltre le apparenze del modo materiale, di un mondo parallelo coesistente nel quale la nostra coscienza può espandersi trascendendo il tempo e lo spazio, esperienza che con la partica sciamanica possiamo sperimentare senza attendere la morte del corpo fisico, posso concludere questo breve e del tutto poco esaustivo contributo sulla morte e i sogni, data la complessità dell’argomento, augurandovi un… Dulcis In Fundo!
NOTE
- Artemidoro, “Il libro dei sogni”, Adelphi, 1975, pag. 154
- Platone, Critone, 43a-43b
- Marie Louise Von Franz, “La morte e i sogni”, Bollati Boringhieri, 1997, pag 69.
- Henry Corbin, “Corpo spirituale e Terra celeste”, Adelphi, 1986.
- Per la guarigione tramite incubazione vedi l’articolo pubblicato nel presente sito di Luciano Silva “Il mistero della guarigione nei sogni nell’Antica Grecia”, di Luciano Silva.
- Testimonianza riportata in “Dreaming beyond death – A guide to Pre-Death Dreams and Visions”, Kelly Bulkeley and Reverend Patricia Bulkley, Beacon Press Books, 2005
- Gerhard Dorn, De Naturae Luce Physica, Frankfurt, 1583
- David Bohm, “Wholeness and the Implicate Order”, Routledge & Kegan Paul, 1980
Per un ulteriore approfondimenti in materia vedi anche:
- James Hillman, "Il sogno e il mondo infero", Adelphi, 2003
- Giulio Guidorizzi, "Il compagno dell'anima - I Greci e il sogno", Raffaello Cortina Editore, 2013
- Enrico Facco, "Esperienze di premorte - scienza e coscenza al confine tra fisica e metafisica", Edizioni Altravista, 2010
- Edgar Herzog, "Psyche & Death - Death- Demons in folklore, myths and modern dreams", Spring Publications, 1983 (lingua inglese)
- Robert Moss “Dreamgates – Exploring the worlds of Soul, Imagination, and Life Beyond Death (lingua inglese).
- Robert Moss, “The dreamer’s book of the dead – A soul traverler’s guide to death, dying and the other side”, Destiny Book, 2005 (lingua inglese).
- Per una ulteriore bibliografia generale sull'arte del sognare vedi allegato pdf.
Apri PDF allegato
I contenuti pubblicati in questa pagina sono protetti dalla normativa vigente in materia di tutela del diritto d'autore, legge 633/1941 e successive modifiche ed integrazioni. È vietata per qualsiasi fine o utilizzo, la riproduzione integrale su internet e su qualsiasi altro supporto cartaceo e/o digitale senza la preventiva autorizzazione. Immagini, grafici e testi, in originale, riprodotti o tradotti, appartengono ai rispettivi proprietari.
Corso di formazione in Costellazioni Familiari Sciamaniche® - Ottobre 2025 - Giugno 2027

4^ Edizione 2025-2027 - Partenza 25 Ottobre 2025.
10 moduli/week end, uno ogni 2 o 3 mesi, per esplorare gli ordini sistemici, trasformare e guarire gli irretimenti e i traumi transgenerazionali, esplorare la nostra relazione tra noi e il mondo. Un percorso di profonda guarigione dell'anima personale e familiare.
Early bird price per iscrizioni entro il 31 Luglio. Chiusura iscrizioni 30 settembre o al raggiungimento del numero massimo di posti disponibili.
I prossimi eventi

Costellazioni Familiari Sciamaniche®
I Movimenti di guarigione degli Spiriti - Giornata di costellazioni sciamaniche a tema libero.
(24/05/2025)

L'Arte del Sognare Sciamanico®
8 Modulo - 14° Corso di formazione biennale sciamanesimo 2024-2025
(07/06/2025 - 08/06/2025)
Articoli e interviste

La Morte nei Sogni - di Luciano Silva
I temi ricorrenti nei sogni di pre-morte, il viaggio dell’anima nell’aldilà, morti iniziatiche, la multidimensionalità dell'anima.
(28/04/2025)

I nostri blocchi: ostacoli od opportunità? - di Luciano Silva
Come navigare nella sincronicità e serendipità.
(22/04/2025)

L'immaginazione come strumento di percezione - di Luciano Silva
Fortis imaginatio generat casum
(15/04/2025)
Gli Spiriti della Natura - Viaggi sciamanici nel Mondo di Mezzo Vol1. - di Luciano Silva

Gli Spiriti della Natura - Viaggi sciamanici nel Mondo di Mezzo. Volume 1.
Il nuovo libro di Luciano Silva disponibile in libreria e online - Edizioni Crisalide.
Costellazioni Familiari Sciamaniche - Storie dai giardini della preesistenza. di Luciano Silva

In questo spazio si respira un'aria diversa, risplende un'altra luce, regna un amore incondizionato e compassionevole in grado di accogliere tutto e tutti. In esso ci si apre a un nuovo futuro, a un altro futuro. In esso, riprendiamo a vivere la nostra Grande Storia.
Edizioni Crisalide 2016.
News
Iscriviti alla Newsletter
Iscrivendoti riceverai periodicamente, con cadenza mediamente quindicinale, la newsletter dell'Associazione Il Cerchio Sciamanico, con tutte le informazioni necessarie per tenerti sempre aggiornato su attività ed eventi in programma.
Iscriviti qui >