

Le parole delle Nonne - di Suzanne Duce
“Quando le Nonne parleranno dalle quattro direzioni, la terra guarirà”. Profezia Hopi
09/10/2014
Questo articolo è stato pubblicato dalla rivista Sacred Hoop, Issue 72-2011. Traduzione italiana a cura dell'Associazione Culturale Il Cerchio Sciamanico.
Mi è sempre piaciuto, fin dall'infanzia stare in presenza degli anziani ed ascoltarli.
Con la semplice compagnia di mio nonno Harry, mi sedevo a sognare accanto al fuoco, ascoltando le sue storie dei giorni in cui le volpi correvano nei campi circostanti. Era un uomo con i piedi per terra, tipico del pratico Nord dove non esiste il non-senso, non incline a spiegazioni esoteriche fantasiose. Eppure era in grado di comunicare con il mondo degli spiriti ed aveva uno spirito guida. Questa era una capacità che semplicemente aveva, assieme alla sua abilità di carpentiere e non abbiamo mai pensato che fosse notevole. Da lui ho imparato che questa non è l'unica realtà.
L'altro mio nonno Charles aveva la conoscenza delle piante curative ed iniziò a descrivermele una volta che camminavamo davanti ad una siepe. Veniva chiamato dai vicini per guarire i disturbi fisici con le erbe medicinali e spesso condivideva anche la sua saggezza intuitiva.
Uno dei miei primi ricordi, legato per sempre al profumo di lavanda, è che ascoltavo mia nonna Caroline che cantava mentre lavorava.
Il primo ricordo in assoluto è che stavo tra le braccia di nonna Lily prima che lei morisse; con la sensazione intensa del suo amore incondizionato. Mi è stato detto che probabilmente non avrei potuto ricordarmelo dal momento che avevo solo poche settimane di vita. Ma ho imparato, dal momento in cui ho intrapreso il percorso delle Tredici Nonne, che sono possibili molte cose che non si possono spiegare.
Mi ci sono voluti molti anni prima di rendermi conto che queste esperienze con i miei nonni sono tutti aspetti della pratica sciamanica.
La comunione con gli spiriti, il lavoro con le piante di guarigione, il canto (durante le cerimonie, le preghiere, il rivolgersi al mondo invisibile degli spiriti), ed il mantenere l'intenzione di amore per tutto ciò che è. Le tredici Nonne indigene considerano tutte queste pratiche di guarigione, ed altre ancora. Il mio viaggio verso di loro, la mia consapevolezza di essere costretta da qualcosa a cui non ero in grado di dare un nome, è durato per tutta la vita.
Fu solo dopo che i miei genitori ed io immigrammo in Canada nel 1966, che cominciai a connettermi con le popolazioni native ed a capire la mia affinità alle credenze ed alle pratiche spirituali che erano allineate al mondo naturale.
Spinta da una cognizione interiore che “questo non è tutto quello che c'è”, nel 1990 incontrai Nonna Sarah Smith, un'anziana Mohawk del Clan Turtle, custode della spiritualità dei sogni.
Partecipai ad un cerchio cerimoniale che lei tenne per onorare una donna che era morta in carcere. Dopo la cerimonia all'aperto, venne attorno ad abbracciare ognuno di noi. Fu quando la guardai negli occhi che un nuovo mondo mi si svelò e fui attratta in esso, sapendo che mi avrebbe portato verso quello di cui avevo bisogno.
Cominciai a sognare le Nonne maestre, a trovare la mia strada per reclamare la mia creatività come una pratica di guarigione ed a comprendere gli aspetti curativi dello sciamanesimo. Scoprii la pittura intuitiva, la danza dei cinque ritmi e l'arte del sognare da svegli.
Insegnanti stimolanti entrarono nella mia vita ed una di loro parlò di un cerchio di donne potenti che erano insegnanti e guide per i sognatori e per quelli che camminavano sulla 'buona strada rossa' verso il potere. Ci disse che il nucleo dei loro insegnamenti era l'amore incondizionato.
I sogni cominciarono a manifestarsi, culminando nel 2010 con il sogno dell'incontro con la Nonna tibetana Tsering Dolma Gyaltong. Presi un giornale che di solito non leggevo e vidi l'annuncio che stava venendo ad una riunione Buddista Tibetana locale. La incontrai e vidi parte del film sulle Tredici Nonne. Sapevo che queste erano le insegnanti che avevo cercato e per cui avevo pregato di incontrarle in questa realtà, faccia a faccia.
Nella valle del fiume Hudson dello stato di New York, a solo tre ore dalla vivace città di New York c'è un gioiello chiamato “The Omega Institute for Holistic Studies”. Fu qui, nell'ottobre del 2010 che il mio sogno di incontrare le Tredici Nonne divenne realtà.
Non sapevo che centinaia di altre persone avessero sentito questo richiamo ad incontrale, si tratta di un fenomeno a livello mondiale per cui si viene chiamati a servire senza sapere il perché o il come. Semplicemente stando alla loro presenza le persone cambiano positivamente, diventando più consapevoli. Questo è ciò che fanno le Nonne, facilitano il cambiamento e la trasformazione ad ogni livello. Lavorano in un modo esperienziale non lineare che confonde alla stessa maniera sia lo scettico, sia il credente. Il loro aspetto di nonnine amabili innocue è il travestimento perfetto per praticanti sciamaniche del grado più alto.
Le Nonne parlano
“Quando le Nonne delle quattro direzioni parleranno, la terra guarirà”. Queste parole tratte da una profezia Hopi predicono un tempo in cui un consiglio di sagge donne anziane sarà vitale per la continuità del mondo.
Quel tempo è ora.
La riunione di tredici Nonne indigene era stata prevista durante visioni, sogni e profezie che annunciavano un'epoca di trasformazione. Un tempo di cambiamento catastrofico non solo per la terra, ma per la coscienza umana.
Secondo le Nonne, i cambiamenti non sono solo planetari, ma cosmici. Esse non sono profetesse di sventure, né foriere di paure, sono narratrici di verità che ci illuminano.
Ognuna attinge dal suo lignaggio, alla saggezza degli antenati; insegnamenti orali che sono stati tramandati solo all'interno di quella cultura, fino al giorno d'oggi. Questi tempi caotici ed incerti sono il preludio ad un nuovo modo di convivere con tutta la Creazione, che si focalizza sull'unità, non sulla divisione. E 'indicato dagli anziani come un processo di nascita, con un lavoro difficile, che è la nostra resistenza al cambiamento.
Dal momento che assistiamo come testimoni a massicce perdite di specie animali, di foreste e di acqua pulita, è imperativo che ci si fermi, che si guardi, che si ascolti e si cambi rotta.
Alcuni dicono che sia già troppo tardi, che siamo andati ben oltre ogni speranza di recupero dei valori centrati sulla terra ed il rispetto per la natura, ma in questo clima discordante di caos e di paura giunge a noi la voce delle Tredici Nonne con la chiarezza di una campana.
Esse non sostengono una rivoluzione violenta, ma un risveglio tranquillo, la consapevolezza di dove le nostre scelte abbiano portato e dove ci porteranno se rifiutiamo il cambiamento. Esse portano la speranza in tempi bui. La visione di un nuovo sogno del mondo e dell'essere luminoso che viene a nascere all'interno della coscienza umana.
Le Tredici Nonne non sono come tipicamente ci si aspetta da persone dall'età avanzata. Sono presenze vibranti, vigili, potenti e rispettate nelle loro comunità per la loro saggezza ed i doni di guarigione.
C'è una mistica attorno a queste donne, una sensazione di essere in presenza di energie quasi archetipiche. Quando ci si trova faccia a faccia, esse emanano una calma profonda, come delle antiche montagne. I loro occhi sondano intensamente e si sa che loro vedono chi tu sia, i tuoi difetti e tutto il resto. Nulla sfugge alla loro attenzione, diventano specchi di apprendimento per tutti coloro che vanno ad incontrarle.
Una camminata nella nebbiolina a colazione
Una donna Mohawk con cui avevo camminato una mattina concluse che avrei dovuto, come disse esattamente, "lasciare andare tutto il dolore e la rabbia che avevo portato per anni."
Era stata nel sistema della scuola residenziale, non le era stato permesso parlare la sua lingua e fu sottoposta ai molti abusi nello spirito, nella mente e nel corpo che spesso si verificavano in quel contesto.
"Buongiorno" dissi. "Skona” rispose lei “che è la mia lingua e che significa Pace”.
Le dissi che avevo incontrato la Nonna Mohawk Sarah Smith e di quanto la rispettassi e da come parlammo ci rendemmo conto che ognuna di noi si era presentata a questo raduno portando un grande peso e che eravamo più simili che diverse nel nostro sentimento di dolore verso le storie personali del passato. "Le Nonne ci aiutano a lasciare andare tutto ciò che non ci serve più" dissi, dicendo come mi ero sentita con il cuore aperto nel vederle entrare tutte nell'incontro attorno al fuoco e la donna Mohawk con cui avevo camminato si disse d'accordo.
Le “Nonnine” come si definiscono loro stesse, provengono da molte culture diverse, ognuna con la propria lingua. Hanno tutte sofferto in vari modi, alcune a causa dell'ignoranza della cultura dominante, alcune per l'esilio dalla loro terra natia, alcune per le torture, per il tentato genocidio, per l'angoscia delle perdite e l'abisso delle dipendenze.
Eppure sono piene di compassione amorevole che fluisce da loro come un fiume, chiunque ne viene toccato e stava proprio lavorando su noi due, la donna Mohawk e me dal momento in cui eravamo entrate a fare colazione quel giorno.
Tutti noi ci barrichiamo per difenderci dell'essere feriti e contribuiamo ad accrescere le guerre più grandi "là fuori" mantenendo attive quelle più piccole al nostro interno. Quella mattina, mentre stavamo camminando, entrambe avevamo concordato che stavamo cambiando in qualche piccolo modo e quando ci lasciammo, qualcosa era cambiato dentro di noi ed entrambe ci mettemmo una mano sul cuore, le parole non erano necessarie.
Più tardi, quando ci rincontrammo, lei mi ringraziò per la mia amicizia. Mi resi conto che mi aveva fatto dono di un nuovo concetto di amicizia. Che può significare semplicemente camminare con qualcuno nella stessa direzione, per qualche minuto in una mattina nebbiosa di ottobre, ciascuno aprendo il proprio cuore all'altro, sapendo che le proprie strade potrebbero non incrociarsi di nuovo.
Donne di potere
Questo è il dono che le Nonne portano a tutti coloro che si riuniscono attorno a loro: un sentimento di unità nella nostra comune umanità, non nella separazione; stare in loro presenza è sufficiente a sanare le divisioni più profonde.
Il loro messaggio è semplice: “amarsi l'un l'altro”, mettere da parte la propria importanza ed essere al servizio; uscire dall'autocommiserazione ed entrare nel potere del tuo sogno, dei tuoi talenti unici.
Le Tredici Nonne sono tutte guaritrici ferite che hanno camminato attraverso il loro dolore e ne sono uscite come maestre potentemente dotate, anziane che sanno come spostare gli altri fuori dal piano del vittimismo, della malattia e dell'apatia. Le Nonne smentiscono quel titolo e la relativa connotazione di fragili vecchiette, in realtà, anche se alcune di loro hanno più di ottanta anni, hanno più capacità di resistenza di me di quando avevo vent'anni.
L'anziana Takelma Agnes Baker-Pilgrim sfrecciò vicino sul suo scooter motorizzato. Ha 86 anni, una presenza stile orso, umoristica e gentile. Ci raccontò della cerimonia del salmone sacro che tenne a Ti'lomikh, sul fiume Rogue in Oregon, vicino a dove vive.
La stagione del salmone nel 2010, non solo nel nord-ovest degli Stati Uniti, ma anche sulla costa occidentale del Canada, fu una delle più prolifiche di sempre.
Gli scienziati avevano previsto un calo del pescato annuale ed era stata convocata una commissione per valutare la situazione, eppure i pescatori stavano già segnalando dei numeri di pesce da record. Secondo il quotidiano Vancouver Sun (25 agosto 2010), “la grande corsa del salmone, ironia della sorte, arriva durante la Commissione d'inchiesta Cohen da 15 milioni di dollari sulla scomparsa del salmone rosso nel fiume Fraser”. Scoppiammo tutti a ridere quando Nonna Agnese ci disse di avere ricevuto la visita dai rappresentanti del Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti che le chiesero: “Che cosa hai fatto?”
Lei disse loro che aveva parlato col popolo dei salmoni e che gli aveva chiesto di tornare e che in cambio le era stata chiesta la pulizia del sistema fluviale.
Tutte le cose in natura hanno uno spirito, ci è stato detto, quindi tutto ascolta.
Quando parliamo in verità e l'intento dietro alle nostre parole è amore ed apprezzamento, l'acqua, la terra, le pietre, gli alberi, le piante, gli animali, gli uccelli, ricevono tale comunicazione.
Viviamo in relazione con tutte le altre forme di vita e con gli esseri spirituali che vivono accanto a noi, dicono le Nonne. Gli anziani dei popoli indigeni di tutto il mondo non hanno perso il contatto con quella visione. La comunicazione attraverso la preghiera, il canto, i tamburi e la benedizione del mondo naturale, ci mantiene nella giusta relazione con tutto ciòche esiste.
La consapevolezza del mondo spirituale e di come interagire positivamente con esso è anche vitale per il nostro benessere e per quello del pianeta. Le culture sciamaniche - e tutti noi proveniamo in origine da una cultura sciamanica - hanno sempre capito queste connessioni. Ognuna delle Nonne rappresenta degli antichi insegnamenti che sono ormai disposte a condividere con ciascuno di noi.
Agnes chiese a tutti noi di ringraziare l'acqua, di pregare per lei e per le guerre che possano scatenarsi per l'acqua. L'acqua pulita è un bene più prezioso del petrolio, perché non possiamo vivere senza di essa. Disse: "Sappiate da dove arrivi la vostra acqua e cosa ci sia in essa. E' facile andare ad una sorgente d'acqua, un fiume, un lago, un oceano e recitare una preghiera di ringraziamento. E' un modo di restituire alla terra".
La reciprocità, l'equilibrio sono il modo per creare un futuro sostenibile per tutti, capire come tutto sia collegato. Tutte le Nonne incoraggiano la preghiera e la gratitudine, la comunicazione con il mondo che ci circonda e non appena Agnes ci raccontò la storia di come i suoi antenati tribali si erano trasformati in libellule, all'improvviso molte libellule volarono sul gruppo, posandosi sulle persone, come benedizioni.
Flordemayo, una curandera Maya, descrivendo la sua origine come "dal Centro America e dalle Pleiadi," condivise la sua visione del cambiamento nella coscienza umana. La sua intensità ed eloquenza catturarono l'attenzione del pubblico.
Lei è una oratrice appassionata, spesso emotiva, come lo sono tutte le Nonne quando sono commosse. Ci mostrò come sia un bene esprimere i nostri sentimenti nel momento in cui si verificano, aiutandoci a comprendere il potere dell'emozione quando si muove all'interno delle parole che pronunciamo e delle preghiere che recitiamo.
Le parole hanno un potere, ci dissero le Nonne, aggiungendo che dovremmo stare attenti a come le usiamo, dal momento che l'intento dietro alle parole può fare male oppure benedire.
Curare il fuoco sacro
Durante il tempo che trascorsi con le Tredici Nonne, ogni mattina, a mezzogiorno ed alla sera, ci riunivamo attorno al fuoco sacro che veniva curato per ventiquattro ore al giorno da John, il responsabile del fuoco e dai suoi aiutanti.
In quei momenti, una delle Nonne volle pregare nel suo modo tradizionale. Margaret Behan, Red Spider Woman (Donna Ragno Rosso), (Arapaho- Cheyenne), pregò mentre stava in piedi su una pelle d'orso e ci chiese di unirci al suo canto. Parlò della sua consapevolezza della rete di connessione energetica tra tutti noi.
Nonna Margaret lavora con la pianta del peyote e sottolineò l'importanza del lavorare con tutte le piante medicina in un contesto sacro; non trattandoli come droghe ricreative, ma avvicinandosi a loro con rispetto, come ci si porrebbe difronte ad un grande maestro.
Nonna Tsering Dolma Gyaltong, tibetana, pregò all'interno all'altare dedicato alla divinità buddista Tara (chiamata Dolma in Tibet) e recitammo il mantra dedicato a Tara assieme a lei.
Nonna Tsering è umile, aggraziata, senza un briciolo di autocommiserazione.
Ci incoraggiò a recitare il mantra dedicato a Tara come protezione efficace contro ogni male.
Nonna Maria Alice Campos Freire, brasiliana, creò un altare di fiori e di piante in riva al lago, cantando assieme a sua figlia, splendidamente bella, canzoni di invocazione e di ringraziamento alle divinità che lavorano attraverso di lei e benedicendo tutti i presenti con l'acqua. Nonna Maria lavora con una potente pianta di guarigione, il Santo Daime, noto anche come ayahuasca, e fornisce altre piante medicinali e le sue capacità di guarigione, alla sua comunità nel profondo della foresta pluviale amazzonica.
Ci raccontò della sua esperienza di tortura quando era una giovane donna e di come ciò l'avesse indotta non all'odio, ma alla consapevolezza della compassione.
Nonna Julieta Casimiro, mazateca messicana, cantò le sue preghiere, poi fece un giro benedicendo tutti con acqua spruzzata dalle foglie. Nonna Julieta è la personificazione dell'umiltà, con una innocenza infantile struggente nel suo canto che sfonda ogni cinismo e dubbio residuo. Rideva facilmente, anche quando stava in fila nel bagno delle signore!Aprii la porta e lei era lì, questa piccola centrale energetica che è una curandera rispettata e che lavora con i santos niños, i bambini santi, che sono i funghi (magici) a base di psilocibina che l'aiutano nel suo lavoro di guarigione.
Ciò che era incredibile a questo incontro era come fossero accessibili le Nonne, anche se non erano permessi dispositivi di fotografia o di registrazione, ci era stato chiesto infatti di rispettare le tradizioni orali attraverso cui le Nonne avevano ricevuto i loro insegnamenti e di ascoltare veramente, piuttosto che di scrivere giù tutto.Ci chiesero di diventare consci del profondo sentire, non solo delle parole, ma delle sfumature di significato al loro interno.
Quando pregava Nonna Aama Bombo, nepalese (il cui nome significa, 'Madre sciamana'), iniziava spontaneamente a canalizzare le divinità di guarigione che lavorano con lei. Kali e Hanumanji, il dio scimmia, sono divinità significative nella sua opera di guarigione, così come lo è lo spirito di suo padre, che era uno sciamano nepalese.Risplendente nel suo copricapo di piume di pavone ed indossando antiche campane poste su cinghie di cuoio attorno al suo corpo, si sedette e suonò il suo tamburo da sciamano e cantò. Nel profondo dello stato di trance, cominciò a muoversi, a tremare. Guardandoci come si fosse trasformata in un grande gatto quasi come una tigre, si stirava, ondeggiava, ringhiava come avrebbe fatto un enorme felino, era affascinante.
Mentre lavorava, due avvoltoi volteggiarono in cerchio sopra le teste. Kali, come l'avvoltoio, divora le energie più oscure, i luoghi morti all'interno e protegge i suoi devoti. Kali è una divinità amata, che riflette la complessità del ciclo di vita-morte-vita, smembrando tutto ciò che è identificato con l'ego, in modo che traspaia il vero sé.
Quando l'energia si stabilì dentro di lei e lei si calmò, Nonna Aama offrì a tutti i presenti il dono di guarigione che scorreva attraverso di lei in quel momento.
Cinquanta o più persone si misero in coda. Usò un ventaglio che sembrava fosse fatto di capelli, lo sventolava sopra le persone e parlava nella sua lingua.Un uomo che si era inarcato all'indietro sulla sedia, sembrava che avesse perso i sensi, e Aama gli parlò in quelle che sembravano parole in inglese, dicendo "cuore! cuore! cuore aperto!". Di solito parla solo in nepalese e richiede un traduttore. Un mormorio di apprensione percorse tutta la coda, ma nessuno si mosse. Quando mi sedetti con lei, sentii l'arrendersi di ogni paura e sentii molta fiducia in lei non appena mi colse con il suo sguardo. Il ventaglio di capelli era pesante, quasi come essere stati colpiti fisicamente, come se venissi ammonita a lasciare andare tutta la mia auto-importanza egocentrica.Un suono di fusa uscì da lei.
Mi attirò a sé e sentii il suo lavoro al punto di assemblaggio dietro le mie spalle. Un mio amico che stava guardando mi disse che aveva tolto qualcosa dalla mia schiena e dovetti ammettere che mi sentivo più leggera, come se un peso se ne fosse andato.
Ogni Nonna condivideva i suoi modi di guarigione, la sua saggezza e rispondeva a tutte le domande.
Le due Nonne Lakota, le sorelle Rita e Beatrice Long Visitor Holy Dance, ricevettero la notizia della morte di un giovane parente. Permisero a tutti noi di testimoniare il loro dolore e come onorano i defunti attraverso la preghiera e la cerimonia, con la loro chanupa personale (la sacra pipa), mentre stavano sedute su una pelle di bufalo.
Il figlio di Rita cantò un canto di lutto e mentre tutti noi eravamo concentrati sul passaggio del giovane uomo, un grande falco volò basso sopra le nostre teste, in modo che ciascuno di noi lo vedesse. Volò verso ovest, che è considerata da alcuni anziani nativi, la direzione della morte, della trasformazione e del sogno sacro, segnalando che le nostre preghiere erano state accolte allo spirito del defunto. Tali eventi furono comuni, durante la riunione di cinque giorni. Nonna Mona Polacca, una Hopi-Havasupai-Tewa parlò del suo patrimonio Havasupai, del popolo delle acque blu-verdi che vive nel Grand Canyon e condivise le storie dei suoi antenati. In un discorso spontaneo molto emozionante, parlò di Nonna Tsering, tibetana e di come fosse stata costretta a lasciare il Tibet ed a camminare di notte attraverso le montagne insidiose con i suoi figli e la madre, lasciando dietro di sé uno dei suoi figli per paura di suscitare il sospetto dei cinesi.
"Sapete che è in piedi qui davanti a voi," disse Nonna Mona, ispirandoci a vedere il coraggio e la tenacia della Nonna sua sorella.
Amore ed unità
Ciò che è così evidente quando si guarda come le Nonne interagiscono tra loro, è quanto si rispettino e si amino l'un l'altra, oltre le barriere della cultura e della lingua.
Verso la fine dell'incontro ognuno di noi fu condotto da una delle Nonne per ricevere la loro benedizione.Non sapevamo quale Nonna ci sarebbe toccata e scoprii che ero stata portata da Nonna Rita, Lakota Long Visitor Holy Dance. La sua casa è nelle Black Hills in Sud Dakota, la patria dei Lakota. Si tratta di una delle aree più povere degli Stati Uniti ed il luogo di uno dei più orrendi massacri di massa della storia, Wounded Knee. Ma mi trovavo qui, da persona bianca, ricevendo la benedizione di una donna i cui antenati erano stati annientati dai bianchi.
Anche nel loro recente lutto per la morte di un membro della famiglia, lei e sua sorella Beatrice ci avevano fatto tutti ridere quando si era resa necessaria un'infusione di energia per risollevare tutti noi; tanta è la loro generosità di spirito.
Le Nonne non discriminano riguardo a chi riceve i loro insegnamenti, le loro benedizioni o le loro potenti guarigioni. Il loro esempio ci insegna a lavorare con chi è davanti a noi, senza pregiudizi e senza accuse.
Mentre stavo lì, guardando negli occhi questa anziana dignitosa, tutto quello che potei fare era piangere, non per tristezza, ma con grande gioia, come se avesse sbloccato quella prima memoria di amore incondizionato che avevo sentito da mia Nonna, quando ero solo una neonata. Non appena sentii le piume d'aquila del ventaglio della Nonna che si muovevano dolcemente su di me, seppi quale tipo di benedizione stessi ricevendo. Mi sentivo umile e riconoscente.
Sentii molte persone raccontare di come si fossero commosse; di come molti di loro avessero sperimentato momenti di cambiamento-di-vita . La donna Mohawk con cui avevo parlato sulla strada per la colazione in quella nebbiosa mattina, pochi giorni prima, mi disse di quanto fosse grata a tutte le Nonne, ed a tutte quelle persone che avevano dimostrato gentilezza nei suoi confronti e che le avevano detto "Mi dispiace" quando le avevano sentito raccontare le sue esperienze.
Tornammo tutti a casa da quella riunione con la sensazione che il messaggio di pace che le Nonne stanno portando in giro per il mondo raggiunga profondamente tutti coloro che le incontrano.
E mi meraviglia ancora l'energia fisica pura di queste 'Nonnine', dal momento che dopo essere state con noi alcune di loro furono in viaggio in Giappone, per visitare la casa ancestrale di un'altra delle Nonne, Clara Shinobu Iura; mentre Nonna Tsering stava tornando a casa a Toronto, ad ospitare lì la visita del Dalai Lama.
Il loro impegno per la loro vocazione ad essere messaggere di speranza, era, ed ancora è umile. Quelli abbastanza fortunati da guardare nei loro occhi, vedono la possibilità di un mondo nuovo che sta prendendo forma, dove l'armonia è la parola chiave.
Quando le Nonne parlano, coloro che ascoltano diventano messaggeri per loro e per il loro lavoro, ed è un cerchio di luce sempre più ampio.
Per ulteriori informazioni sul Consiglio delle Nonne anziane:http://www.grandmotherscouncil.org/
La maggior parte delle foto in questo articolo sono di Marisol Villanueva, su cortesia del The International Council of Thirteen Indigenous Grandmothers. La rivista Sacred Hoop desidera ringraziare Laura Jackson per il suo aiuto nell'ottenerle.
Note sull’autrice
Suzanne Duce nacque a Sheffield, in Inghilterra, ma ora vive a Burlington, in Ontario, Canada. Dipinge, scrive, e tiene seminari sulla creatività e sulle tecniche di guarigione sciamanica. Dopo l'incontro con Nonna Sarah Smith dei Mohawk nel 1990, Suzanne cominciò a sognare i maestri della nonna nativa, che l'ha portata a concentrarsi sulla saggezza delle Tredici Nonne. Suzanne pratica l'arte del sognare, e partecipa al 'Circolo dei Sognatori' fondata dalla scrittrice inglese e sognatrice Manda Scott.
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