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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Lo Sciamanesimo degli antenati - di Mike Williams

Mike Williams, istruttore di sciamanesimo e autore del libro "Follow the Shaman''s Call", presenta un suo studio sulle evidenze archeologiche di pratiche sciamaniche nell''antichità.

12/05/2011

L’articolo nell’edizione originale inglese è stato pubblicato sull’autorevole rivista americana di sciamanesimo “Sacred Hoop” (Issue n.69-2010). Ringraziamo Nick Wood, editore della rivista Sacred Hoop (www.sacredhoop.org) per la gentile autorizzazione concessaci. Traduzione a cura di Annalisa Mentasti

Ingresso ad una camera sepolcrale a Newgrange, IrlandaIl fuoco è una bestia meravigliosa. Urla, sputa e, se gli vai troppo vicino, ti morde. Poi ti attrae, rende la mente pesante e libera l'anima in modo che possa vagare nell'altro mondo. Il fissare le fiamme di un falò probabilmente ha dato origine alla prima esperienza sciamanica mai conosciuta, ma non è successo a uomini moderni piuttosto a specie molto antiche quasi mezzo milione di anni fa. Questi uomini primordiali probabilmente sapevano per istinto quanto facesse bene la trance sciamanica: aiuta a pensare, espande la mente e soprattutto rafforza il sistema immunitario.

Quelli che avevano una particolare dedizione alla trance verosimilmente hanno vissuto più a lungo, hanno avuto parti più semplici e così hanno trasmesso prosperità alla loro progenie anche alle specie successive di umani giungendo fino a noi.Esistono evidenze oggettive che il cervello moderno si sia adattato alla trance.Tuttavia è molto improbabile che questi uomini primordiali ricordassero le loro esperienze di trance oltre ad una sensazione di benessere. La memoria è stata possibile solo quando la specie umana si è evoluta in quella moderna e i nostri cervelli hanno sviluppato funzionalità più elaborate.

 

Alcuni dei primissimi disegni mai fatti dalla nostra specie, come quelli della Caverna di Blombos in Sud Africa risalenti a 70.000 anni fa, erano immagini riportate da trance sciamanica. Chiamate “fosfeni”, sono immagini che si formano all'interno della mente ed appaiono spesso nella fase iniziale della trance. Colpisce che tra tutte le cose del loro mondo, quella gente abbia scelto di rappresentare proprio questi disegni.Per loro lo sciamanesimo ha chiaramente rivestito un'importanza fondamentale.

Sappiamo che nei viaggi sciamanici c'è molto di più che solo forme ma dobbiamo attendere altri 35.000 anni prima che il viaggio sciamanico classico sia rappresentato dai nostri antenati.Forse riconoscendo la somiglianza tra le caverne sotterranee ed il viaggio nell'altro mondo (entrambi richiedono l' accesso attraverso un tunnel), gli antenati hanno dipinto le caverne in Francia ed in Spagna con disegni meravigliosi. Grandi branchi di renne, cavalli e bisonti affollano i muri tutt'intorno in un vortice di carni e pellicce. Ti gira la testa solo a guardarli. Ma questa era probabilmente proprio la loro intenzione; non erano rappresentazioni di semplici animali, ma erano gli stessi spiriti che apparivano e scomparivano come se la roccia dei muri conducesse ad un altro mondo. All'interno dei branchi c'erano altre creature: un leone che si aggirava o un orso che cacciava. Questi erano probabilmente gli animali più ammirati da una società fondata sulla caccia ed è come se gli individui avessero un animale speciale e provassero una particolare affinità con il loro animale di potere. Certamente quella gente si costruiva dei piccoli modelli di questi predatori e se li portava con sé, i segni sugli indumenti li rivelano come pietre di potere.

Se c'è qualche dubbio sulla rappresentazione degli spiriti degli animali, gli autori hanno comunque inciso ai lati alcuni fosfeni: i segni della trance. Altre immagini nella caverne rappresentano il cambiamento della forma in cui le persone assumono la forma del proprio animale guida. Queste si trovano negli accessi più remoti delle caverne come se lì si rivelassero i segreti più profondi dell'arte sciamanica. Anche se successivamente la gente abbandonò le caverne e si dimenticò della loro presenza, il cambiamento della forma rimase importante e la gente costruì dei copricapi dai teschi dei cervi per mutare il proprio aspetto.

Alcune volte è stato considerato come un travestimento di caccia, ma sembra davvero difficile che un cervo possa essere raggirato in questo modo. Molto più presumibilmente la gente trasformava il proprio aspetto per attirare più vicini gli spiriti, magari per chiedere che un animale sacrificasse la propria vita in modo che la comunità potesse mangiare. Reciprocità e rispetto sono sempre stati i fondamenti della caccia. Attrarre uno spirito era probabilmente esteso anche ad altri animali, come per esempio gli uri, una razza ormai estinta di bovini giganti molto forti.

Insediamenti nel vicino Oriente datati circa 8.000 anni fa, rivelano una passione per questi animali, con sacrari che contengono moltissime teste di uri, sia modelli che reali. E' chiaro che gli sciamani abbiano lavorato con lo spirito di questi animali, ma forse, come per i cervi, qualcuno voleva che gli animali veri gli andassero vicino. Allevare un uro sarebbe stato un segnale potentissimo di potere. Col tempo, gli animali catturati sarebbero stati allevati e si sarebbero anche abituati ai loro addestratori. Dall'uro selvatico delle pianure si è evoluta la mucca domestica delle fattorie. In questo senso lo sciamanesimo potrebbe aver contribuito a consegnarci l'agricoltura.

Dedicandosi all'agricoltura piuttosto che alla caccia, la gente aveva molto più tempo per onorare la propria morte. I defunti sono sempre stati sepolti con amuleti di animali probabilmente considerando quelli che loro invocavano in vita e grazie all'agricoltura la gente ora poteva costruire delle tombe. Queste raggiunsero enormi dimensioni come può testimoniare chiunque abbia attraversato gli altipiani dell'Inghilterra meridionale. Queste riflettevano il viaggio sciamanico con un lungo passaggio che conduceva ad un altro mondo, in questo caso ad una camera delimitata da rocce. L'ultimo viaggio, quello della morte, sarebbe intrapreso come riflesso della trance sciamanica. E come per sottolineare il concetto, la gente incise fosfeni lungo tutto il passaggio ed anche nella camera della sepoltura. Per quella gente, i morti non se n'erano andati, stavano semplicemente viaggiando nella vita ultraterrena. La rotta del viaggio poteva perfino essere determinata dalla tomba a seconda che fosse allineata con il sorgere del sole all'equinozio o al solstizio. A Newgrange in Irlanda, quando i raggi del sole del solstizio d'inverno raggiungono la camera di sepoltura, cadono su tre spirali interconnesse tra di loro facendo divampare la vita. Era questa l'apertura del portale che i morti stavano aspettando? Il morto divenne una risorsa che i vivi invocavano, come potremmo fare noi al giorno d'oggi.

Ad Alta in Norvegia, la popolazione dell'Età del Bronzo di circa 4.000 anni fa fece incisioni nelle rocce di demarcazione poste nel punto di incontro tra terra e mare, una posizione carica di significato. Molte immagini mostrano sciamani con i loro tamburi, sia che navigano a bordo di barche, sia che volano sopra di loro: in modo evidente qualcuno di loro ha già lasciato indietro il proprio corpo fisico. Altre immagini di barche dalla Scandinavia meridionale mostrano un carico rivelatore: funghi allucinogeni. Non erano stati solo i tamburi che avevano permesso a questi sciamani di volare. Per scoprire dove fossero diretti questi sciamani, dobbiamo rivolgerci a simili incisioni poste tra le tombe sepolcrali ed il mare. Queste immagini contengono barche ed anche impronte di piedi come se i morti fossero incoraggiati a lasciare la loro dimora sulla terra ed a servirsi della barca per navigare nella vita ultraterrena. Forse questa è stata la destinazione anche degli sciamani di Alta, mentre cercavano i propri parenti defunti ed ottenevano il loro aiuto. Col tempo le popolazioni hanno ammucchiato rocce intorno alle tombe a forma di barca.

L'Età del Ferro vide l'avvento dei Celti, quando visitare i morti non era più sufficiente, i Celti affermarono di poter anche riportare i morti alla vita. Forse è per questa ragione che la popolazione di South Uist in Scozia tenne i resti mummificati dei propri antenati per molte generazioni, portandoli fuori ogni tanto per andare a trovare la comunità. I Celti hanno anche raffigurato una scena di apparente resurrezione sul lato del “Gundestrup cauldron”, un paiolo danese dove un guaritore immerge i soldati morti in un calderone per farli resuscitare.

Una pratica altrettanto straordinaria è narrata in un mito Celtico, probabilmente era una convinzione diffusa.

D'altro canto, è possibile che come al solito i Celti abbiano esagerato e non erano i morti a ritornare alla vita, ma coloro che avevano sofferto della perdita dell'anima. Se l'acqua era la via verso la vita ultraterrena, e le primissime immagini delle barche suggeriscono che fosse così, allora il calderone di acqua diviene un portale simbolico per l'anima che lo attraversa e va a ritroso nel proprio corpo. Un altro metodo di guarigione sciamanica è l'estrazione spirituale, anche se il metodo usato dalle popolazioni in passato era differente. Durante tutta la preistoria, ad alcuni individui sono state praticate operazioni chirurgiche laddove il guaritore abbia inciso e rimosso un piccolo disco di osso dal cranio. Sembra che probabilmente stessero lasciando uscire qualcosa come degli spiriti negativi ed il fatto più importante è che qualche volta abbia funzionato. La crescita successiva dell'osso intorno alla ferita dimostra che alcuni pazienti abbiano vissuto una buona vita dopo l'operazione. Altri non furono così fortunati e sul finire dell'Età del Ferro, alcuni individui furono massacrati nelle paludi danesi dove le condizioni anaerobiche preservarono i loro resti lasciandoli praticamente intatti. Queste persone morirono in modi davvero atroci, si va dallo strangolamento, decapitazione, sgozzamento alle bastonate dappertutto. Anche dopo la morte gli arti furono fatti a pezzi o fu tagliata la testa. Stranamente sembra che nessuno abbia resistito. Certamente la difesa è stata piuttosto debole: queste persone volevano morire. Concluso questo rito di morte, le comunità hanno comunque dimostrato grande cura dei corpi, lasciando gentilmente i resti nella loro posizione finale e talvolta mettendo un mantello arrotolato come cuscino. Un trattamento così contraddittorio suggerisce che i corpi nella palude siano appartenuti a persone fuori dal comune, magari anche speciali in qualche modo. Questo sembra anche confermato dalle loro vite. Dai resti possiamo dire che molti di loro erano disabili, che camminavano con un'andatura particolare o avevano più dita nelle mani. Gli storici romani rivelano che altri fossero omosessuali.

Nelle comunità sciamaniche tradizionali, tutte queste caratteristiche sono marginali, piccoli dettagli che potrebbero segnare un individuo come “toccato dagli spiriti”. Anche la propensione a consumare droghe o cibi sacri come il vischio segnano questi individui come differenti. Erano per lo più ben nutriti e, dalla mancanza di usura sulle loro mani, non dediti a lavori manuali. Evidentemente fornivano altri tipi di servizi alla loro comunità. Avrebbero potuto essere guaritori spirituali, sciamani? Molti trovarono la morte nudi ed è rilevante che alcuni sciamani in Siberia e Groenlandia si spogliassero dai loro vestiti per fare il viaggio. Altri indossavano cappelli o mettevano in risalto i loro capelli (qualcuno pensa che quello sia il posto dell'anima) e colpisce che qualcuno dei corpi della palude indossasse un cappello e nient'altro o altrimenti che si attirò l'attenzione sui loro capelli radendoli completamente o acconciandoli in stili elaborati. Altri corpi avevano simboli di animali, forse erano i loro animali di potere. Se questo fosse stato un rito sacro degli sciamani, e la loro apparente disponibilità a sopportare suggerisce che lo fosse, si pose fine alle loro vite e non ci fu nessuno che tornò indietro. Ma forse questo era proprio il punto.

Molti di noi hanno già probabilmente sperimentato lo smembramento ad opera degli spiriti. Oltretutto, per gli sciamani siberiani, è una parte essenziale dell'iniziazione. Per i corpi della palude, le loro morti rispecchiano la ferocia dello smembramento e le barbarie degli spiriti. Per i testimoni del macabro massacro dev'essere stata una scena davvero scioccante, qualcosa che sarebbe stato impresso nelle loro menti per sempre. Ma, ancora questo sarebbe stato probabilmente intenzionale. Gli sciamani stavano intraprendendo un ultimo viaggio nel regno degli spiriti e stavano dimostrando alla loro comunità in tutto il suo crudo realismo cosa significasse davvero essere uno sciamano e prestare servizio. Era qualcosa che la gente non avrebbe mai dimenticato. In ogni caso non spiega ancora come mai gli sciamani danesi arrivarono a questo punto pur di proteggere le loro comunità, a meno che la ragione fosse, lo ricordiamo, che le armate romane stavano avanzando attraverso le loro terre.

Credo che l'incursione dei Romani fosse responsabile dei corpi della palude, perchè ci fu una concentrazione rilevante di corpi nell'epoca delle invasione romane. Se i corpi erano sciamani, ci si poteva aspettare che poi avrebbero reagito ai cambiamenti sociali portati dalla dominazione romana. Le tribù in Gaul sono state sterminate dallo stendardo con l'aquila. Il momento in cui gli sciamani del nord Europa si nascondevano arrivò successivamente. Entrando permanentemente nell'altro mondo, gli sciamani si resero inattaccabili. Questa era una resistenza soprannaturale ad un nemico che stava dilagando. Gli sciamani hanno offerto le loro morti così che la loro gente potesse vivere. Come sappiamo, Roma portò devastazione alle terre dei Celti, assicurandosi di bruciare i boschi dei Druidi lungo il cammino. Ma la conoscenza dello sciamanesimo rimane tra tutti noi; l'evoluzione per migliaia di anni ha provveduto a questo. Potrebbe essere la ragione per cui, anche nel nostro mondo moderno, lo sciamanesimo stia prosperando.

                      

 

Note:

Mike Williams ha un dottorato in archeologia, è uno sciamano praticante ed insegnante avendo studiato con sciamani indigeni in Siberia e Lapponia.

E' l'autore della premiata opera “Follow the Shaman's Call”.

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