

La guarigione delle linee ancestrali con le Costellazioni Familiari Sciamaniche - di Luciano Silva
L’apporto trasformativo degli spiriti compassionevoli e degli antenati ancestrali nell’approccio sciamanico alle Costellazioni Familiari sistemiche.
17/07/2025
Una giovane donna si presentò un giorno, durante una sessione collettiva di Costellazioni Familiari Sciamaniche, con le mani rattrappite dall’artrite. Essa condivise il fatto che aveva provato di tutto, dai trattamenti allopatici a quelli alternativi, e nessuno di questi avesse nemmeno rallentato questa malattia. Ricordo che a un certo punto disse: “Le mie mani sembrano quelle di mia prozia Maria di quando aveva 89 anni”.
Ella continuò raccontando di come le donne nella sua famiglia per tre generazioni avessero manifestato questa malattia con differenti gradazioni. Lei l’aveva ricevuta nella forma più acuta.
L’idea che dai nostri predecessori potessero arrivare malattie, sintomi post traumatici, irretimenti ci era a quel tempo del tutto nuova, sapendo che le culture tradizionali e sciamaniche conservavano il culto degli antenati promuovendo il loro ricordo, la trasmissione in avanti dei loro insegnamenti e connettendosi a loro, tramite rituali e cerimonie, come fonti di saggezza e guarigione. Quando gli sciamani tradizionalmente chiamavano i loro antenati, essi si connettevano nella loro visione mitica a differenti fonti di energia dalle quali ricevere talenti, risorse preziose, virtù da manifestare nella vita trasmettendola ai loro discendenti. Le differenti visioni mitiche riportate dalle varie culture riportano varie modalità con le quali gli antichi si rivolgevano ai loro antenati.
Alcuni popoli risalivano fino al nome dell’uomo e della donna indietro nella loro linea di sangue, fino al primo uomo e alla prima donna della loro genealogia. Potevano essere divinità o eroi divinizzati, o entità totemiche e mitiche alle origini della stirpe.
Altri richiamavano tutte le loro relazioni cercando di raggiungere tutta la vita attraverso l’interconnessione con tutti gli esseri viventi (questo è il senso della formula “All my relations” degli indiani d’America), connettersi alla rete della vita e, di conseguenza, ai propri antenati.
Altri ancora richiamavano i loro antenati visualizzando questa richiesta attraverso la loro cosmologia nella forma di elementi della natura come Nonno Fuoco o Nonna Acqua, il Grande Oceano o il Grande Vuoto dal quale il sogno della vita si dispiega.
Sebbene venissero chiamati in differenti modi e con differenti significati a seconda della cultura, tradizionalmente gli antenati erano concepiti come una cosa buona. Gli antenati portavano con sé la saggezza collettiva di tutta la stirpe e i discendenti cercavano di essere la manifestazione del loro sogno di un futuro migliore, di essere fedeli interpreti di quella saggezza e di quel destino. Cosa dobbiamo dunque pensare noi quando la diagnosi dell’origine di un problema in una sessione di guarigione o in una costellazione familiare sciamanica è riconducibile ai nostri antenati? Tradizionalmente gli antenati potevano diventare un problema se non li si ascoltava o, peggio, se si chiedeva il loro aiuto e poi non si onorava la risposta, non si metteva in atto quanto suggerito.
Un'altra ragione tradizionale per la quale gli antenati potevano essere la radice della nostra disarmonia era il ricevere una guarigione, una medicina o la loro assistenza senza offrire loro gratitudine, senza reciprocamente ringraziare adeguatamente. La maggior parte delle ragioni tradizionali che vedono gli antenati come causa di un problema sono alcune variazioni tra questi temi. Oggi qualcosa in più si è aggiunto. I praticanti contemporanei in tutto il mondo stanno scoprendo che gli antenati possono essere la causa di una disarmonia o di una malattia secondo modalità che non si trovano nelle pratiche tradizionali.
Ciò che arrivammo a capire quel giorno, quando chiamammo gli spiriti ancestrali a supporto della guarigione della giovane donna con l’artrite alle mani, fu che ci sono due differenti gruppi distinti di antenati. Questi due “tipi” di antenati sono solo in differenti fasi del loro viaggio (o non viaggio) nel post mortem, ovvero l’anima nel suo viaggio nell’aldilà può restare avvinghiata al piano terreno a causa di qualcosa rimasto in sospeso come traumi subiti o inferti ad altri, legami emozionali, sospesi relazionali, debiti/crediti o altro. In particolare, scoprimmo che “vittime” e “carnefici” restano legati al medesimo destino, dal momento del loro tragico incontro le rispettive anime cercano assieme una occasione per riconciliarsi e affrancarsi da quell’evento traumatico che le ha unite assieme.
Possiamo chiamare “Spiriti Ancestrali Aiutanti” quegli antenati nel senso tradizionale del termine ovvero gli spiriti dei nostri parenti morti che hanno raggiunto con successo il sepolcro ancestrale, hanno avuto il permesso di entrare e la loro anima può continuare il proprio percorso evolutivo. Questi antenati sono in uno spazio di luce, lasciato ogni legame con il mondo terreno, portano con sé l’esperienza maturata nella loro vita in forma umana e, come ogni altro spirito aiutante, possono restare in contatto con i viventi tramite sogni, visioni, o viaggi sciamanici intenzionali per assisterci, guidarci, proteggerci o trasmetterci la loro sapienza. Tale è l’esperienza di contatto che si può stabilire con un maestro disincarnato, uno spirito, un santo, una divinità o anche qualcuno che ha vissuto nel mondo ordinario e che ora, per missione o scopo evolutivo, può ancora interagire con in viventi a loro supporto e guida.
Poi ci sono quelle anime invece che, a causa dei loro sospesi lasciati sulla Terra, costituiscono la radice della nostra disarmonia o disagio di oggi. Sono gli spiriti dei nostri partenti defunti che sono rimasti bloccati qui, spesso in forma fantasmatica, nella Terra dei Viventi (nella geografia sciamanica nel “Mondo di Mezzo”, dove siamo noi viventi e altri spiriti, come gli spiriti della Natura per esempio), oppure in qualche zona tra il Mondo di Mezzo e il Mondo dei Morti, non hanno potuto affrancarsi da quel mondo perché le loro vite sono rimaste irrisolte, hanno lasciato dei legami in sospeso oppure hanno speso tutta la vita a pensare che l’unica realtà fosse quella materiale e dunque ora, che si trovano senza un corpo fisico, la loro anima vaga sospesa in una specie di limbo non sapendo dove andare. Questi non possono essere spiriti di antenati aiutanti, non possono esserlo dovendo loro stessi ancora sciogliere i legami che li tengono imprigionati in quel regno o risvegliarsi a una realtà diversa della quale ne disconoscevano l’esistenza, completare ciò che hanno lasciato in sospeso per poi uscire dal Regno dei Morti e completare il loro processo di “ancestralizzazione”, processo conosciuto negli studi antropologici e supportato da varie culture tramite rituali, cerimonie o altre forme cultuali di assistenza al morente. La loro incapacità di appellarsi alle mancanti o disconosciute risorse spirituali in quel momento, il non sapere dove andare, in quale direzione volgere lo sguardo, fa si che queste anime cerchino nei viventi, attraverso il legame con i viventi, una via d’uscita. Questo è il motivo per il quale sono diventati la radice e la causa della disarmonia e della malattia dei viventi. Non avendo più, come defunti, accesso alla loro libera volontà, vanno in richiesta dei propri discendenti, agiscono tramite di noi per completare ciò che hanno lasciato in sospeso e noi, per fedeltà familiare, legge di appartenenza o per un pericoloso quanto illusorio gesto d’amore salvifico, volentieri prestiamo le nostre energie e le nostre vite nel tentativo “magico” di riscattarli dal loro destino ma, così facendo, lo facciamo nostro. Da qui la coazione a ripetere di modelli, comportamenti e destini che si incrociano fatalmente con i loro. Da qui la trasmissione transgenerazionale dei traumi e il ripetersi di destini di malattia, morte e consunzione. Quando l’energia dei defunti rimane invischiata con quella dei viventi, ecco che la vita inizia a cambiare direzione, invece di andare verso il più (più gioia, più felicità, più salute, più abbondanza, più relazioni ecc..) inizia ad andare verso il meno (meno gioia, meno salute, isolamento, deperimento, depressione, ecc..).
Ciò che è evidente è che un antenato defunto non lo rende necessariamente uno spirito ancestrale aiutante se non ha operato nella sua vita delle azioni per tempo per potersi congedare in maniera amorevole e onorevole dal mondo risolvendo ogni sospeso eventualmente lasciato con sé stesso e con gli altri. I ragazzi oggi sentono il peso di questo più di quando noi siamo stati giovani e sono arrabbiati. E hanno ragione di esserlo. La loro rabbia è spesso frutto di un irretimento (farsi carico del destino di un altro), o di una trasposizione (farsi carico della emozione di un altro) e purtroppo proiettano la loro frustrazione sugli altri o trattenendola a danno di sé stessi. Se non si ristabilisce una connessione chiara e trasparente con il passato non si ha una visione altrettanto chiara del futuro. La cultura contemporanea induce a vivere in un eterno presente assente, oscillando tra le opposte fazioni, da un lato i conservatori del morto che fanno appello a fuochi ormai spenti, dall’altro i progressisti del nulla che sognano mondi senza limiti e confini, ma guai a toccare il loro giardino. Roberto Calasso lo chiamava “l’innominabile attuale”, un tempo senza nome e privo di identità, privo di connessione col passato, con la tradizione che è trasmissione, e dunque col futuro e il destino come destinazione. Senza passato non vi è futuro. La “cancel culture” e il persero “woke” contemporaneo non sono che i non troppo mascherati tentativi di cancellare il passato rivedendolo e giudicandolo con gli occhi del presente, ultimi sussulti di un Occidente ormai morto e alla deriva.
Occorre una rivoluzione cognitiva, la missione di chi pratica e soprattutto insegna sciamanesimo oggi dovrebbe essere quella di risvegliare in ciascuno la capacità di riconnettersi con il tutto che ci circonda, riprendere uno scambio sacro e reciproco con la vita che fluisce in ogni essere che condivide con noi il miracolo di questa esistenza.
Tornando ai nostri antenati, la domanda che ci viene rivolta, o che può risultare spontaneo farsi, è perché noi dovremmo prodigarci per guarire o riparare le vite di persone che non scelsero di vivere bene o di morire bene? La maggior parte di noi ha già da pulirsi le mani dalle conseguenze delle proprie azioni. Ora dobbiamo anche pulire quelle dei nostri antenati o nonni? Dobbiamo noi fare il lavoro per queste persone che sono state probabilmente la causa e la ragione della nostra malattia o sventura?
La risposta è ovviamente si. Noi possiamo far finta di dimenticarci dei nostri predecessori, possiamo provare a dimenticare i nostri antenati ma di sicuro loro non si dimenticano di noi. La verità profonda è che i viventi sono ancora in relazione con i defunti. I defunti sono in relazione con i viventi per il grande sogno di sognare la realtà nell’esistenza. Le nostre vicende umane di modelli familiari disfunzionali, problemi generazionali di alcolismo o altre dipendenze, abusi cronici di vario tipo, non cambiano il fatto che i nostri antenati sognarono noi nell'esistenza così come noi stiamo sognando quella dei nostri discendenti ora. Noi viventi siamo il collegamento che unisce gli antenati con i nostri discendenti nel grande ciclo della vita. E questa profonda realtà energetica trionfa sulle vicende irrisolte delle nostre vite umane. Noi siamo in relazione con i nostri antenati che ci piaccia o no, e dunque è nel nostro interesse che i defunti - tutti i defunti - vadano laddove debbano andare, ovvero possano raggiungere uno spazio di liberazione e guarigione. Altrimenti quello che deve accadere accadrà, perché, in realtà, è già accaduto.
Il processo di “ancestralizzazione”
Ci dobbiamo chiedere perché i nostri antenati non sono diventati spiriti aiutanti ovvero non hanno completato il processo di "ancestralizzazione"?
La risposta è semplicemente perché non abbiamo avuto sufficiente cura dei nostri defunti, al di là di quanto possano aver commesso loro. Le pratiche funerarie oggigiorno, che ruotano attorno alle grandi religioni dell'umanità, si focalizzano più sulle esigenze dei viventi e affidano la responsabilità dell'anima del defunto a “Dio”, in qualsiasi modo lo si concepisca. Questo affidarsi a "Dio" solleva i discendenti dal compito di fare qualcosa per il defunto, di assisterlo e supportarlo nel suo passaggio, cosa che in tutte le culture native, soprattutto sciamaniche, viene fatto ancor oggi.
Ci sono ragioni tradizionali tali per cui le anime dei defunti restano bloccate. Alcune di queste sono casi di morte accidentale o improvvisa, anime inconsapevoli che il corpo è morto, relazioni irrisolte con gli altri, attaccamento a una vita non vissuta, attività rimaste incomplete, paura della morte o dell’ignoto. Coloro che negano l’esistenza di un aldilà non possono nemmeno prefigurarselo e dunque l’anima si trova al momento del trapasso bloccata nel non saper dove andare, cosa sperare oltre se oltre non vi è nulla? Il materialismo nichilista contemporaneo ha lasciato solo le spoglie mortali degli angeli.
In cosa consiste il processo di Ancestralizzazione nelle culture tradizionali?
Tra le popolazioni native gli sciamani fanno anzitutto un viaggio diagnostico per vedere la causa della morte e lo stato dell'anima del defunto. Se vedono che sono invischiati con qualche energia oscura e hanno ancora dei conti in sospeso con la vita, lo sciamano aiuta quest'anima a sciogliere questi legami per potersi liberare ma al tempo stesso segue il processo di "ancestralizzazione " di questo spirito con lo scopo di permettergli di accedere al sepolcro ancestrale, attraversare tutte le “fasi del bardo”, come vengono chiamate dal buddhismo tibetano ovvero le false identificazioni del sé che ci appaiono davanti durante il transito, e dopo tale liberazione poter ritornare (se è questa la sua missione o se necessaria per l’evoluzione di quell’anima) come Spirito Ancestrale Aiutante a sostegno dei viventi. Esaminando a livello transculturale nei passi che caratterizzano il processo di ancestralizzazione nei vari rituali o cerimonie dedicate ai morenti riconosciamo:
- Il rilascio da parte dei viventi di tutte le energie relazionate con il morente, che include l'aprire il lutto e ripulire energeticamente i legami con i viventi (risolvere i “conti” rimasti in sospeso con il defunto ricapitolando gli eventi che hanno creato dissidi, lotte o fratture con il morente );
- Preparazione degli oggetti di potere ancestrali (legati al clan, alla famiglia o al morente stesso);
- Caricare gli oggetti di potere per supportare il defunto nel suo viaggio lungo tutto il tragitto fino al Sepolcro Ancestrale (offerte di cibo, soldi, o altro) o verso altri spazi che lo attendono di guarigione ed evoluzione;
- Rituali mattutini per chiamare indietro gli antenati ancestrali per assistere i viventi e incorporare il potere negli oggetti rituali;
- Presentazione del nuovo Spirito Ancestrale Aiutante agli antenati già presenti e installazione nel Sepolcro Ancestrale (o Santuario degli Antenati).
Questa struttura tradizionale ci aiuta a vedere che noi abbiamo un ruolo da giocare, soprattutto per chi pratica sciamanesimo, e la possibilità di giocare un ruolo attivo in modo che i viventi siano liberi di vivere il loro unico destino senza restare irretiti dal destino irrisolto di qualche nostro predecessore. Questo non solo aiuta i nostri antenati ma, come ovvia conseguenza, libera noi stessi dai legami nocivi rimasti ancora attivi con loro e potrebbe impedire la trasmissione nascosta e inconscia deli effetti di tali legami ai nostri figli e nipoti.
Se richiamo i nostri sforzi per conto della giovane donna con l'artrite, noi possiamo aver ripulito la sua connessione con la trama nascosta che ha prodotto quella malattia ma non è detto che si sia sanato o risolto l’evento originario, accaduto magari molte generazioni prima di lei, che ha generato quel problema e che si è trasmesso nelle varie generazioni sino a lei o che potrebbe continuare la sua azione nefasta dopo di lei. Tra alcune tribù degli indiani d’America si parla di sette generazioni, ovvero che possiamo ricevere memorie, esperienze o altro da sette generazioni dietro di noi. Analogamente noi possiamo trasmettere le stesse esperienze fino a sette generazioni avanti. Anche le moderne terapie di guarigione dei traumi ammettono la possibilità che un trauma si possa trasmettere attraverso le generazioni da sette generazioni precedenti. Sappiamo a malapena qualcosa della vita dei nostri nonni, figuriamoci generazioni dietro di loro!
Risalire alla trama nascosta
Un compito quando affrontiamo i temi irrisolti dei nostri antenati con le Costellazioni Familiari Sciamaniche è quello di vedere qual è stato il trauma originario, riportare alla luce quell’evento traumatico affinché tutte le anime che ne sono state coinvolte possano rinegoziare la propria esperienza e affrancarsi da quel dolore. Grazie all’intervento degli Spiriti Compassionevoli o degli stessi Antenati Ancestrali chiamati a supporto della costellazione, una volta che il processo di guarigione si è avviato si assiste alla propagazione a catena di questa “medicina” verso tutte le generazioni rimaste coinvolte dall’irretimento con quel trauma originario. Quando lavoriamo con gli spiriti aiutanti, sia nelle Costellazioni Familiari Sciamaniche che nella pulizia delle linee ancestrali tramite il viaggio sciamanico, la domanda che ci poniamo e che assume una particolare rilevanza è: come concepiamo il cambiamento in atto, che domanda facciamo quando chiediamo un aiuto di questo tipo?
Alcune persone, fortemente mentalizzate dalla cultura moderna, sembra che siano più interessate a sapere il perché del loro disagio che non di guarirlo o trasformarlo. Il sapere il perché di un disagio è certo un passo importante, a patto che ci si arrivi evitando facili scorciatoie dettate da corpi e menti sintomatici o da pericolose suggestioni (come ritengo molto probabili nelle esperienze di ipnosi regressiva o altre terapie simili), ma non è sufficiente. Il trauma, sia di questa vita o ricevuto da generazioni precedenti, non si trasforma con i perché ma solo trasmutando l’energia traumatica che ancora produce un eco nefasto nel nostro psico-soma, nel nostro sistema nervoso e nella nostra anima. Il recupero dell’anima è una pratica che spesso produce un fondamentale cambiamento in tal senso, riportare a casa quelle parti di anima frammentate e disperse a causa di un trauma e aiutare la persona a integrarle e incorporarle adeguatamente è un grande passo verso la guarigione, anche transgenerazionale.
Una persona che ci aiutò tempo fa a focalizzare la domanda corretta, quando si fa appello a forze spirituali o agli antenati ancestrali per sanare o ripulire gli effetti di un trauma passato, fu una donna che non riusciva a rimanere incinta oppure abortiva. Lei e suo marito erano giovani abbastanza per allevare figli e adulti abbastanza per offrire una abitazione stabile ed essere bravi genitori. Essi erano entrambi volenterosi di avere un figlio e cercavano di farlo regolarmente e casualmente. Non c'era nessun impedimento fisiologico per infertilità o altri fattori. In una sessione di guarigione sciamanica con la donna, la risposta alla mia domanda “diagnostica” fatta agli spiriti fu: "gli antenati". Andai allora da sua madre ripulendo quell’energia traumatica, ma la riposta fu ancora "gli antenati", allora andai dalla nonna materna. Gli spiriti aiutanti andarono a ripulire l'energia delle madri indietro alla quarta o quinta generazione, e allora fui consapevole che dovevo porre una differente domanda. Chiesi di mostrarmi la sorgente, l'origine della impossibilità della mia cliente di avere figli. Sentii un sospiro di sollievo quando finalmente arrivai alla domanda giusta e boom, entrai in un regno ove non ero mai stata prima. Fui trasportato molto, molto indietro nel tempo alla sorgente dì questa trama, un uxoricidio da parte di un antico antenato. Il messaggio che arrivò attraversando varie generazioni alle ovaie della mia cliente fu: "Il mondo non è sicuro e io non devo nascere del tutto". Dopo questo lavoro di pulizia rimase incinta e diede alla luce un bel bambino.
Andare alla sorgente si accompagna alla necessità di ripulire tutto il percorso, lo schema vizioso e ripetitivo che percorre la trama delle generazioni di antenati precedenti a noi e che arriva a noi. Le trame delle energie irrisolte cambiano ad ogni generazione a cui vengono tramandate. Si corrompono un po', marciscono, prendono slancio e mutano quando irrompono in un altro tempo e cultura. Anche con l’assistenza degli spiriti aiutanti questo è molto simile allo sforzo necessario per tirare su un umido, ammuffito pezzo di erba sintetica in un campo afferrandolo da un angolo o per darvi un'altra metafora, come togliere la corteccia da un vecchio albero morto. Sebbene richieda molto sforzo e tempo, ripulire completamente la trama dalla sorgente fino ai viventi è un lavoro Importante nella guarigione ancestrale. Senza di questo, la trama, la storia nociva può essere sciolta solo per il cliente e non per gli altri antenati, con il rischio che questa si possa ripresentare alle future generazioni.
La foglia dell’acero
Noi possiamo dimenticare i nostri antenati, come sembra invitare la “cultura” moderna tutto concentrata sul soddisfacimento dei bisogni individuali e narcisisti, ma ricordiamoci che loro di certo non si dimenticano di noi. Noi siamo connessi a loro per linee di sangue tramite le nostre famiglie biologiche, sino ad arrivare al primo uomo o la prima donna sulla terra comunque li si concepisca.
Le storie dei nostri antenati scorrono nelle nostre vene, le loro abitudini, i loro modelli di vita, le loro forme pensiero, le loro abitudini o credenze, possono controllare o condizionare la nostra vita sino a quando non rompiamo lo stampo, portiamo alla luce il modello ripetitivo, ci riappropriamo del nostro destino. Siamo connessi agli antenati che hanno vissuto nelle nostre terre, dove magari viviamo ancora oggi, oppure possono essere terre dalle quali sono state spossessati e noi replichiamo in una forma o un'altra quell’esodo migrando altrove, o dando precedenza a chi emigra invece che a chi resta.
Vogliamo aprire e ripulire le nostre connessioni animiche con i nostri antenati e i nostri cari defunti, ma perché queste relazioni possano prosperare occorre ripulire le nostre eredità malate e i nostri attaccamenti energetici con ciò che loro hanno lasciato di irrisolto. La legge nascosta dei sistemi familiari è che se qualcuno ha lasciato un vuoto, perché escluso, abbandonato, morto improvvisamente e non accuratamente accompagnato, emarginato, incarcerato o altro, qualcuno ne prenderà prima o poi il posto replicando talvolta in maniera fedele il motivo di quell’esclusione, quella malattia o quella morte. Dobbiamo riconoscere e rilasciare modelli e percorsi disfunzionali che si tramettono tra le generazioni, storie che si ripetono di malattie, abusi, violenze, per patti nascosti di fedeltà, tacitamente nascosti.
Uno sciamano sudamericano disse una volta “Questo mondo è un piatto dove gli spiriti vengono a mangiare”. E’ opportuno chiederci “Quali spiriti stiamo alimentando in questa vita attuale?”. La morte è un problema di soglia percettiva tra i vivi e i morti. Una vecchia donna zulù lo spiegava in questo modo: mostrava il palmo della mano aperto verso l’alto e diceva: “Cosi viviamo noi”, e poi girava la mano con il palmo rivolto verso il basso, e aggiungeva: “Così vivono gli antenati”.1
Analogamente per i nativi americani, lo spazio che separa i vivi dai morti, dicono, sia sottile quanto una foglia d’acero.
Note
- Cit. in Marie Louse Von Franz, “La morte e i sogni”, Bollati Boringhieri, 1997
- Per approfondimenti, vedi Luciano Silva, “Le Costellazioni Familiari Sciamaniche – Storie dai giardini della preesistenza”, Edizioni Crisalide, 2016
- Per ulteriori approfondimenti sulle Costellazioni Familiari Sciamaniche®
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