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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Magia, Caos e Omicidi - La stregoneria tibetana e la magia del tempo - di René Mario de Nebesky-Wojkowitz

Il potere dei “weather-maker”, gli sciamani del tempo, e la stregoneria nella cultura tibetana

29/11/2022

Articolo tratto da Sacred Hoop, Issue 117 - 2022, pubblicato per gentile concessione. Traduzione in italiano a cura dell'Associazione Culturale Il Cerchio Sciamanico.

‘Se le nuvole si stanno muovendo da nord a sud, o da ovest a est; se grandi nuvole si dividono in più piccole, o se il sole al tramonto colora le nuvole di rosso e giallo, allora non è prevista pioggia. Ma se si sente un tuono da ovest, farà piovere la sera stessa. Se il tuono viene da oriente, non pioverà fino a cinque giorni dopo, e, se tuona da nord, la pioggia cadrà a mezzanotte.' Questo è stato scritto in un libro che un weather maker (ndt. gli sciamani/stregoni che lavorano con gli spiriti del tempo atmosferico) tibetano una volta mi ha prestato. I rappresentanti di questa curiosa congregazione della Terra delle Nevi sanno senza dubbio come leggere i segni della natura. Questo potrebbe rendere il loro difficile lavoro un po' più facile; ma la semplice la conoscenza meteorologica è naturalmente non abbastanza per "creare il tempo", e gran parte del popolo tibetano sembra che sia convinto dell'efficacia dei loro poteri.

Anche il governo tibetano1 impiega tre weather-maker ufficiali, il cui compito è quello di mantenere le piogge lontane dal palazzo del Potala, dal Norbu Linka – la residenza estiva del Dalai Lama – e dal tempio principale della città di Lhasa. Questi tre “maghi del tempo” possono accettare commissioni dal grande pubblico e dalle persone che vogliono rivolgersi a loro quando vogliono un tempo bello per una festa o la costruzione di una casa, oppure quando la terra soffre di siccità. Il compito più importante dei weather-maker nel paese è quello di proteggere i campi dalle grandinate. Se il loro lavoro riesce, ricevono una ricca ricompensa; ma se i raccolti sono distrutti dalla grandine, i “maghi del tempo” se ne vanno via a mani vuote e possono considerarsi fortunati se riescono a scappare senza battere ciglio dalle grinfie dei contadini indignati.

I weather-maker si recano nei loro luoghi di osservazione sulle cime montuose all'inizio dell’estate per guardare lo sviluppo del tempo da questi punti panoramici. Ascoltano il suono dei loro tamburi, che dicono loro se si sta per annunciare un cambiamento del tempo. Se la nota è alta - o "gioiosa", come dicono i tibetani, il tempo sarà bello, se è noiosa o “inquietante” allora ci si deve aspettare il maltempo. Se si avvicina un temporale, lo stregone riempie una ciotola poco profonda – fatta di una lega di cinque metalli preziosi2 - con acqua e osserva il riflesso delle nuvole. Da certi segni, noti solo a loro, possono dire se la tempesta porterà grandine. Se vedono che il pericolo è imminente, intraprendono subito delle azioni per aggirarlo. Fanno magici movimenti delle mani, recitando borbottii e incantesimi, brandiscono il loro minaccioso pugnale (phurba) invocando quegli dèi e spiriti che sono in grado di evitare il disastro. Questi spiriti portano dei nomi (ndt. tradotti in italiano) come 'Diciotto maestri della grandine’ ,'Bianca Divinità Celeste dell’Est,' 'Nove sorelle del Fulmine" o "Figlia del Dio del vento che cavalca il vento delle Quattro Stagioni.'

[Foto in alto a destra: Un mago tibetano tiene un piccolo tamburo damaru tamburo nella mano destra, un phurba e una piccola tromba alla sua sinistra. Foto: inizio del XX secolo]

 

Gli stessi weather-maker dicono che non possono rimuovere la grandine dalle nuvole, semplicemente tentano con i loro incantesimi di portare il tempo in qualche altro posto dove non può fare danni. Come luoghi adatti, i loro libri elencano montagne di ardesia, colline boscose e montagne innevate; oppure mirano a tenere la grandine tra le nuvole fino a quando la tempesta supera i luoghi affidati alla loro cura. Si dice, però, che ci sono alcuni maghi che possono chiamare giù grandine a scapito degli uomini. Il loro aiutante in queste macchinazioni malvagie sono le dieci teste del dio del pianeta Rahula; e un'immagine di questa divinità in pasta di riso gialla è al centro dei loro riti misteriosi.

Gli scritti occulti di questi maghi contengono anche istruzioni su come distruggere i propri nemici e i loro beni con un fulmine, ma le cose non sono affatto facili per il mago, tuttavia, come prima cosa devono trovare un punto 'dove uno spirito dell'acqua nera, un klu – la parola tibetana per un naga - abita. Lì il mago deve disegnare un triangolo nero a terra e dentro al centro posizionare un'immagine del re degli spiriti dell'acqua. Quindi, impugnando un fulmine [dorje] e un pugnale demoniaco [phurba] nelle loro mani, devono invocare lo spirito dell'acqua nera esattamente centomila volte per trasferire la loro "forza vitale" all'immagine. Quando sarà compiuto questo rituale, si vedrà il primo lampo.

[Foto a sinistra: un tanka tibetano con rappresentata l'ira feroce di Rahula. Il suo corpo è ricoperto di occhi, con i quali può vedere tutti gli esseri in tutti e tre i mondi dello sciamano. Lui emerge da un grande lago di sangue, e con la bocca nella sua pancia ha mangiato tutto i pianeti nel nostro sistema solare, che si sono trasformate nelle sue molteplici teste].

 

IL POTERE DEI NAGAS

Tenere lontana la pioggia è un'altra importante funzione dei weather-maker e impiegano vari metodi a tal fine, bruciando semi di senape, per esempio, o sale fuso su carbone ardente, mentre ripetono incantesimi. Il compito più difficile, dicono i weather-maker, è produrre la pioggia in caso di siccità; quindi, questo argomento è trattato in particolare ampiezza nei loro libri. Secondo questi scritti occulti, la scelta iniziale di trovare il luogo adatto in cui svolgere l’invocazione della pioggia è estremamente importante. Il mago dovrebbe prendere posizione sull'apice di una montagna, le cui pendici contengono molte sorgenti abitate da klu, gli spiriti dell'acqua. Queste sorgenti però non devono essere state rese "impure" dalla presenza di una donna o di un cane. Inoltre, per i weather-maker è vietato mangiare carne o aglio prima dell’evocazione, né possono bere birra. Devono quindi osservare da vicino il tempo: solo se c’è almeno qualche segno di possibile pioggia allora ci si può aspettare che le loro invocazioni abbiano successo.

La mancanza di umidità è generalmente attribuita a vessazione da parte dei klu, gli spiriti dell'acqua donatori di pioggia, ma varie altre divinità a volte possono essere coinvolte. Quindi il mago deve osservare il colore e la forma delle nuvole che si muovono attraverso il firmamento. Se le nuvole sono nere, simili a serrature di dei arrabbiati provenienti da sud, la siccità è dovuta all’influenza dei demoni mamo e cerimonie per propiziare la pioggia devono essere subito effettuate. Una nuvola marrone a forma di yak che scende da nord, è dovuta all'attività degli spiriti dud; mentre una nuvola rossa, simile a un cavallo, indica il maligno intervento dei demoni tsan.

Le cerimonie attuali per provocare la pioggia sono lunghe e complicate. In alcuni di essi il weather-maker lancia pillole di sangue di cavallo essiccate nelle sorgenti; in altri stanno nudi sulla riva di un lago, brandendo la loro campana in mano e tamburi fatti con ossa di crani, mentre mormorano incessantemente i loro incantesimi. È particolarmente importante assicurare la buona volontà del klu, perché sono loro che possono inviare l’acqua vitale. Se c'è una siccità, è probabile che gli spiriti dell'acqua sia stati offesi da qualche peccato umano, o 'feriti' o 'sporcati' da atti malevoli; da qui deve essere chiesto il loro perdono nelle preghiere e i peccati devono essere 'lavati via'. A tal fine, il weather-maker versa acqua colorata di giallo su un disco di metallo lucidato - un metallo specchio rituale melong - su cui potrebbero riflettersi le orde invisibili dei klu.  I weather-makers possono leggere il successo delle loro cerimonie anche attraverso i sogni. Se vedono nel sonno una mucca al pascolo, un fiume ampio, una donna versando acqua, o se vedono sé stessi in abiti nuovi, questi sono buoni segni. Ma se sognano un mendicante, un incendio o una casa vuota, questo dimostra che i loro sforzi non avranno successo. Se vaste aree della Terra delle Nevi sono colpite dalla siccità, il governo prende speciali misure. I monasteri ricevono l'ordine di tenere cerimonie in onore degli spiriti dell'acqua. I monaci leggono insieme tre voluminosi testi sacri chiamati "le legioni degli spiriti dell'acqua" e seppelliscono delle offerte agli spiriti klu vicino a una sorgente. Queste includono tormas3, di oro e argento, legni profumati e pietre preziose. Anche il grande pubblico deve farlo, ovvero prendere parte a queste cerimonie per la pioggia, guidato dal lama tibetano, si vedono lunghe file di donne che trasportano il peso di questi libri sacri buddisti sulle loro spalle, muovendosi attraverso i campi e intorno ai templi.

[Foto a destra: un dipinto tibetano di klu, lo spirito dell'acqua]

 

ACCHIAPPASPIRITI

Si presentano come strutture dall'aspetto geometrico fatto di sottili bacchette di legno e fili colorati frequentemente impiegate nelle cerimonie dagli sciamani tibetani quando lavorano con gli spiriti del tempo. Sono chiamati, nella terminologia degli esperti, ‘incroci di filo’ ma il  loro nome tibetano è do. I più semplici, che sono alti appena due palmi di una mano, sono costituiti da un legno a croce, le cui punte sono unite con fili; ma ci sono altri incroci di filo che sono alti da sei a otto piedi (ndt. da 1.80 a 2,5 metri circa) e che prendono delle settimane di lavoro dei lama per costruirli. I weather-makers impiegano il do principalmente come trappole per i demoni per contrastare gli attacchi del male, ad esempio le grandinate che portano spiriti malevoli. Seppelliscono teschi di animali contenenti strisce di carta recante incantesimi sulle cime dei monti e costruiscono sopra di esse tumuli di pietra con molte di queste croci di filo installate sopra. Gli spiriti della grandine che si avvicinano si spera che restino intrappolati in loro, come mosche in una ragnatela, e quindi diventa facile privare i demoni del loro potere dannoso o addirittura distruggerli bruciando la “trappola”.

Un weather maker mi ha detto come un collega mago, che lavora per il governo di Lhasa, ha tenuto lontana la grandine da tre edifici a lui affidati con l'ausilio delle croci di filo. Ha preso la precauzione di costruire ometti portanti le croci di filo disposti a intervalli regolari tutt'intorno agli edifici. Quando cadde una forte grandinata un giorno sulla città coprendo le strade e i giardini con uno spesso strato di ghiaccio, la popolazione osservò con stupore che all'interno di quel perimetro non era caduto un solo chicco di grandine magicamente protetto all'interno dagli ometti. Almeno, questo è ciò che lo sciamano del tempo ci disse...

Queste croci di filo possono essere utilizzate anche per altri scopi. In molte cerimonie, un  do funge da abitazione temporanea di una divinità; i lama allora lo chiamano “palazzo celeste”. La peluria simile al cotone idrofilo, che si attaccano in tali casi alle punte delle aste di legno, rappresentano le nuvole intorno a queste dimore celesti. Un mago può anche costringere anche uno spirito demoniaco ad entrare nel do e questo poi obbedisce agli ordini del mago. I tibetani ne usano almeno un centinaio di tipi diversi di filo incrociato per i loro fini e gli strumenti magici generalmente portano i nomi del tipo di demone che intendono irretire; così uno di questi si chiama "annodato". ‘Thread Cross of the Dud Devils’, e un altro 'Bloody Thread Cross of the Very Angry Mamo She-Demons’. Una volta che il demone ha ricevuto il suo ordine, il laccio magico viene portato all'imbrunire - poiché questo è il momento in cui gli spiriti maligni possono trasferirsi all'estero - a un bivio. Non appena il do viene messo a terra il demone emerge e si affretta a compiere la sua opera di distruzione.

[Foto a sinistra: un do, una trappola per gli spiriti elaborato con croce e fili, usata per 
intrappolare gli spiriti dannosi così da imbrigliare il loro potere, oggetto che poi spesso viene distrutto.]

 

ARMI MAGICHE DA GUERRA

Dovremmo avere ‘la ruota magica con i raggi della spada!' Così disse uno dei miei tibetani conoscenti con un sospiro quando gli parlò dei cinesi marciare su Lhasa. "Che cos'è?" Gli chiesi sorpreso. "Non ne ho mai sentito parlare." “È un'arma magica di terribile efficacia”, dichiarò il mio conoscente, “Una grande ruota con otto spade affilate come rasoi disposte a raggi. I nostri maghi lo impiegavano molti anni fa per resistere agli invasori stranieri. La ruota era carica di forze magiche, e poi veniva lanciata contro il nemico. Essa roteava attraverso l'aria verso le truppe ostili e la sua rapida rotazione con i suoi raggi girevoli falciavano i soldati a centinaia. “Ma la devastazione causata da quest'arma era così terribile che il governo proibì che fosse usata di nuovo; le autorità ordinarono anche la distruzione di tutti i disegni che mostrassero come realizzarle”. La ruota magica con le spade non era l'unica arma "segreta" usata dai tibetani in tempo di guerra. Nel Kardo Gompa, un monastero “cappello giallo” [Gelugpa] nei sobborghi di Lhasa, c’è ancora uno di questi magici strumenti usati nell’ultima guerra sino-tibetana [1930-1932]. È il cosiddetto "Mulino dei Demoni della Morte", composto da due piccole macine, una sopra l'altra. La macina inferiore è inserita in una base e quella superiore – con all’interno numerosi incantesimi intagliati dentro di essa - può essere ruotata sul proprio asse per mezzo di un manico di legno. Il “Mulino dei Demoni della Morte” era usato dai governanti tibetani per uccidere i leader delle forze attaccanti; un lama, particolarmente abile nella magia distruttiva, venne nominato dalle autorità competenti per l'utilizzo dello strumento e trascorse settimane di meditazione cercando di trasferire la forza vitale degli uomini che doveva uccidere in granelli di senape. Quando osservò, per mezzo di certi segni, che era riuscito in questo intento, mise i semi tra le pietre della macina e li polverizzò lanciando contro di esse maledizioni. La forza distruttiva che emanava questo attrezzo magico poteva anche colpire i maghi che lo utilizzavano, alcuni di questi si dice che siano morti presto dopo aver fatto girare la macina.

Quando minacciati dalla guerra, i tibetani chiedono anche aiuto alle loro divinità demoniache. Uno dei loro alleati più potenti nella lotta contro i cinesi si diceva che fosse il "demone" Kshetrapala, un assistente del Mahakala a sei braccia. Kshetrapala è una divinità blu scuro, dai capelli fiammeggianti, che cavalca un orso nero. La sua dimora è una sepoltura in un terreno pieno di terribili apparizioni. Attratto da incantesimi, Kshetrapala ha lasciato la sua dimora e venne ad abitare in una grande torma preparata per lui dai lama delle due scuole tantriche a Lhasa. La lettura di preghiere e incantesimi poteva durare anche tre giorni. Poi la torma con la divinità dentro fu accolta da una lunga processione, guidata da buddisti con gli stendardi della vittoria, in un luogo all'esterno della città, dove venne costruita una piramide di erba secca.

Seguirono ulteriori procedimenti magici, e infine la piramide venne bruciata, e con l’accompagnamento di percussioni e preghiere - la torma venne scagliata dentro le fiamme. Il fuoco consumò la torta dell'offerta, e il demone liberato si allontanò in direzione della frontiera minacciata. Allo stesso tempo i lama abbassavano gli stendardi della vittoria: un segnale a tutti gli eserciti di spiriti maligni sotto il comando di Kshetrapala di lanciare un attacco di massa contro i cinesi. Mentre i maghi di Lhasa stavano dando a Kshetrapala adirato i suoi ordini di marcia, i monaci del monastero di Samye svolgevano, su ordini del governo stesso, un'altra cerimonia magica distruttiva. Radunarono il potente esercito dei demoni tsen rossi in quattro immense croci di filo, con l’ordine di inviarli contro i nemici del Tibet. Ogni do si trovava su un alto piedistallo a gradini, recante i ritratti dei leader nemici così come una moltitudine di sostanze dal potere magico - acqua da cento e otto sorgenti, terra dallo stesso numero di cimiteri, i crani di uomini di altissima e bassissima origine, le ossa, il sangue e la carne di gufi e corvi, armi con cui gli uomini erano stati uccisi, le punte dei nasi, i cuori e le labbra di uomini morti in modo innaturale, piante velenose e molte altre cose simili. Dopo la cerimonia, che durò sette giorni, i do vennero bruciati e l'esercito dei demoni liberati.

Quando le truppe britanniche misero piede sul sacro suolo della Terra delle Nevi nel 19034, i tibetani impiegarono tutti i loro dispositivi magici per distruggere gli invasori... ma non successe niente. Gli inglesi occuparono Lhasa e dopo aver firmato un trattato di pace, si ritirarono illesi. Due decenni dopo tale occorrenza, tuttavia, la provincia indiana del Bihar fu devastata da un terremoto, e molti soldati inglesi perirono nel crollo delle caserme. I tibetani dissero di aver trionfato, i loro dispositivi magici avevano ha funzionato dopo tutto, anche se in maniera tardiva. Nel 1950, all'inizio del conflitto con la Cina, il governo tibetano ordinò ai maghi di svolgere le solite cerimonie, girarono di nuovo il Mulino dei Demoni della Morte invano. Allo stesso modo, l'esercito di spiriti tsen assetati di sangue fu inviato contro l'avanzata dell'esercito cinese. Le mitragliatrici cinesi e l'artiglieria si dimostrò però superiore in questa lotta impari.

[Foto sopra a destra: una statua di Kshetrapala, mentre cavalca il suo orso nero.]

 

INCANTESIMI D'AMORE

La politica non è naturalmente l'unico campo in cui viene impiegata la magia nel Paese delle Nevi; l'amore è un altro ambito ricco di attività per i maghi; anche se, per la maggior parte, le cerimonie destinate a scatenare l'estasi erotica sono assolutamente repellenti e adatte solo alla discussione in un lavoro puramente scientifico. Uno dei miei conoscenti mi ha parlato di una pozione d’amore particolarmente efficace prodotta da un vecchio medico lama a Lhasa, che la usava anche a suo vantaggio sulle sue pazienti di sesso femminile. Riempiva un bicchiere d'acqua e vi scioglieva alcune pietre di bezoario – concrezioni dure che si trovano generalmente nello stomaco o nell'intestino di certi animali. Quindi il lama pronunciava un particolare incantesimo centomila volte, soffiando sull'acqua e poi copriva rapidamente il recipiente. Più spesso ripeteva la procedura, più potente diventava la pozione d'amore. Talvolta lo mescolava con le medicine che dava ai suoi pazienti o, quando se ne presentava l'opportunità, ne lasciava cadere alcune gocce negli occhi – il modo più efficace di somministrarlo.

 

ATTI OSCURI E MORTALI

Di norma, tuttavia, gli obiettivi delle pratiche magiche più comuni nella vita tibetana sono molto più innocui rispetto al caso appena descritto, anche se troppo spesso il loro scopo è quello di causare un danno materiale, la malattia o addirittura la morte di nemici personali. Ci sono molti incantesimi distruttivi che possono essere lanciati senza necessariamente ricorrere all’aiuto di un lama. Si dice che la vita umana può essere semplicemente distrutta scrivendo il nome della vittima e la sua età su un pezzo di carta, piegandolo e indossarlo in uno stivale sotto al tallone. Ma è ancora più efficace avvolgere alcuni dei capelli della vittima in un pezzo di carta, quindi infilarla sotto il piedistallo di una statua di uno spirito adirato in una cappella di divinità tutelari; anche se questo non è abbastanza facile come sembra in quanto i lama si prendono comunque molta cura che nessuno commetta tali crimini nei loro templi.

Gli scritti occulti dei i maghi sono pieni di istruzioni su come ferire le persone. Uno di questi, per esempio, fornisce il seguente metodo per far ammalare qualcuno: ‘Disegnare un diagramma magico rosso sotto forma di una falce di luna, e poi scrivere il nome e l'origine della vittima su un pezzo di tela di cotone che è stata utilizzata per coprire un cadavere appestato. Come inchiostro, usare il sangue di una ragazza brahmana dalla pelle scura. Invocare le divinità protettrici e tenere il pezzo di stoffa sopra un fumo nero.  Quindi posizionalo nel diagramma magico. Brandendo un phurba (ndt. il pugnale magico), fatto dall'osso di un cadavere appestato, ripetere l’incantesimo appropriato centomila volte, quindi adagiare il pezzo di stoffa dove la vittima dorme di notte’.

Lo stesso libro contiene anche la seguente ricetta per provocare la follia: 'Disegnare un cerchio magico bianco attorno alla sommità di una montagna e incastonare in essa la figura della vittima, costruita prendendo le foglie morte di un albero velenoso. Quindi scrivi il nome della vittima e la sua provenienza su questa figura utilizzando della resina di sandalo bianco. Tienilo dentro il fumo del grasso umano che brucia, mentre pronunci l'appropriato incantesimo e prendi un phurba demoniaco fatto con ossa nella tua mano destra e con esso tocca la testa nella figura. Infine, lascialo in un punto dove si radunano i demoni mamo.'

Secondo la credenza tibetana, molti spiriti maligni e demoni mezzi addomesticati sono fin troppo disposti ad aiutare gli stregoni nella distruzione delle vite umane, al fine di ricevere offerte molto speciali. Le offerte presentate loro consistono in una torta di farina scura e sangue, cinque tipi di carne – compresa la carne umana - e il cranio di un bambino generato incestuosamente riempito con sangue e semi di senape bianca. Queste tre offerte devono essere poste sulla pelle di un corvo. Accanto a queste offerte, ciotole di sangue e cervello, una lampada a burro alimentato con grasso umano, con uno stoppino di capelli umani e una massa pastosa di fiele, cervello, sangue e interiora umane devono essere sparse sulla pelle scorticata di un bambino. Oltre a questo, fiori velenosi di noce spinosa5 e carne umana devono essere bruciati come incenso.

Anche le più alte divinità protettrici buddiste non sono avverse a prestare ai maghi la loro assistenza; solo che nel loro caso le cerimonie richieste sono eccezionalmente difficili. Se, ad esempio, un mago desidera rivolgersi ai servizi del dio della guerra Begtse Chen, deve prima meditare in un ossario situato in un punto in cui tre fiumi convergono, vicino a tre montagne. Dopo devono continuare le loro meditazioni in un punto in cui il fiume si precipita contro le rocce e dove si sentono le voci di gufi e di altri uccelli notturni. Vengono fatte una serie di offerte necessarie per invogliare il dio della guerra a ricevere le sue istruzioni. Al ventinovesimo giorno di ogni 30 giorni del mese lunare - a condizione che cada di giovedì - il sangue di un cane rosso, diluito con acqua, deve essere schizzato sul posto di meditazione, che viene poi asperso con polvere rossa. Dopo questo le offerte sono sparse in giro. Anzitutto qualche figura di animali modellate in pasta – un cavallo rosso, uno yak marrone, una capra rossa e una pecora nera - poi, con inchiostro d’oro o sangue rimosso dalla lama di una spada, il mago scrive su un pezzo di carta il mantra del dio della guerra, insieme agli obiettivi che vuole raggiungere. Quindi piegano la carta, la legano con filo rosso avvolgendola in un panno rosso con varie erbe medicinali, impreziosita con pietre, piante e ritagli di seta. Ma questo è solo l'inizio dell’offerta; per molti vengono richiesti anche altri regali, compreso un pugnale phurba di legno di sandalo, rivestito in un pezzo di seta nera, e un altro di rame dentro una striscia di materiale che era una volta avvolto attorno al manico di una spada; la pelle di una capra rossa inscritta con maledizioni; il cuore di una pecora nera, farcito con strisce di carta recante incantesimi; vari tipi di torte offerta e moltissime altre cose.

Anche Begtse Chenhe, la forma a quattro braccia di Mahakala è considerato un potente aiutante dei maghi. Per eseguire una cerimonia in cui a Mahakala deve essere chiesto di uccidere qualcuno, il mago deve indossare un indumento rituale nero e un cappello a tesa larga dello stesso colore. Quindi si trova un piccolo tavolo rivestito con la pelle di una tigre, o una pelle umana, sotto un baldacchino di pelli umane. Sul tavolo mette tre pietre, e su queste una ciotola di metallo poco profonda contenente cinque piccoli mucchietti di cereale nero mescolati con sangue. Una piccola piattaforma triangolare viene quindi eretta davanti a questo tavolo, portante al centro un disegno della vittima. Su questa piattaforma viene posizionata una bacinella di ferro contenente una torma come offerta. La torma è composta da farina scura mista a sangue e i resti carbonizzati di una pira funeraria. Attorno a questa torta offerta vengono disposti vari prodotti alimentari amati di spiriti demoniaci - cipolle, aglio, carne umana e coppe fresca birra appena spillata. Infine, una padella di ferro deve essere avvolta in una seta nera assieme a interiora fresche. Vari altri aiuti magici vengono poi posti attorno al triangolo piattaforma: ad esempio, una figura modellata dalla terra su cui la vittima ha lasciato la sua impronta; una kapala (ndt. i kapala - in sanscrito “teschio” - sono coppe rituali caratteristiche del tantrismo di matrice induista o buddista, utilizzate in diversi rituali sacri, e ricavate normalmente dalla calotta cranica di un teschio umano) piena di semi di senape neri e bianchi - anche se pillole medicinali polverizzate e limatura di ferro da una fucina sono ritenute efficaci da mettere nella calotta cranica. Nell’ora astrologicamente propizia, il mago dopo che tutti questi preparativi sono stati eseguiti legge dei libri rituali appropriati.

[Foto sopra a sinistra: oggetti rituali di un weather-maker: ciotole per la divinazione, un pugnale phurba, un  piccolo tamburo damaru; un disegno astrologico e un piccolo melong con il retro decorato].

[Foto sopra a destra: dio della guerra Begtse Chen].

 

DIVINAZIONE CON UN TAMBURO

Numerosi seguaci del lamaismo Bön – la religione pre-buddista del Tibet, che è quasi estinto nel Tibet centrale, ancora sopravvive nella valle del Chumbi al confine nord-est del Sikkim nell'India settentrionale. Ci sono otto templi Bön in quella zona nei quali i lama praticano il cosiddetto "Bön Bianco", una forma di antica fede nella quale grande parte del pensiero buddista è stato incorporato. In aggiunta, però, ci sono anche alcuni maghi del "Bön Nero", che hanno molti aspetti comuni con gli sciamani siberiani. Non godono particolarmente di una reputazione invidiabile, perché si crede che posseggano poteri che impiegano frequentemente a danno dei loro simili. Anche questi maestri del "Bön Nero" hanno metodi speciali di divinazione, ed eseguono uno dei loro riti con l'ausilio di due grandi tamburi.

Se si desidera ad esempio sapere come se la caverà un uomo malato, quale demone è responsabile della sua malattia, e quale cerimonia di guarigione potrebbe essere efficace, viene appoggiato al suolo un tamburo e la sua superficie divisa in una metà chiara e una metà oscura spalmando questa metà con della fuliggine. Vengono poi scritti a intervalli regolari i nomi dei vari demoni attorno al bordo del tamburo e vi pongono sopra un chicco di grano su ciascuno di questi nomi. Un ulteriore chicco di mais, che rappresenta l’uomo malato, viene posto sul confine tra la parte chiara e quella oscura della superficie del tamburo. Quindi lo sciamano raccoglie un secondo tamburo e comincia a batterlo lentamente, osserva cosa accade al chicco di mais al centro del primo tamburo. Quando il chicco di grano comincia a muoversi, se rotola nella metà oscura è inutile continuare la cerimonia perché la sorte del malato è già scritta. Morirà. Se il chicco di grano invece si muove verso la metà chiara allora ci sono buone prospettive di ripresa.

Il mago deve quindi trovare quale demone ha causato la malattia, e con quale cerimonia il demone può essere persuaso a lasciare la sua vittima. Il tamburo suona di nuovo, e questa volta il mago guarda i movimenti dei grani che ha posto sui nomi dei vari demoni. Qualunque di loro "salta" più in alto mostra quale demone è responsabile della malattia. Ora, l'ultima cosa da fare, è accertarsi di quale cerimonia eseguire in onore di questa divinità arrabbiata. Pronunciando incantesimi, il mago mette un nuovo chicco di grano sul tamburo, chiama il nome di diverse cerimonie e batte di nuovo il secondo tamburo. Se il grano continua a giacere immobile, si nomina un'altra cerimonia e così via fino a quando finalmente il grano comincia a saltare - segno che l'ultima cerimonia nominata è quella da eseguire.

In modo simile, un giovane uomo ansioso di sposarsi, può ottenere il consiglio degli spiriti su quale delle sue amiche dovrebbe scegliere come moglie. Ancora una volta il mago piazza una fila di grani attorno al bordo del primo tamburo e uno anche al centro. Il chicco di grano al centro rappresenta l'uomo, e ciascuno degli altri chicchi di grano attorno rappresentano una ragazza particolare. Come prima, il mago batte il secondo tamburo e osserva i movimenti dei chicchi di mais. Se uno di quei chicci dai bordi si sposta verso il centro e dunque verso il giovane allora si conosce quali delle ragazze sono raccomandate dagli spiriti come moglie.

[Foto in alto: un praticante Bön tibetano nella sua stanza. Appeso al soffitto ci sono una varietà di teste umane, un orso e altri resti da utilizzare nel suo lavoro magico. Foto C1930]

 

MAGIE CON LE CORNA DI YAK

Per distruggere la vita di un uomo, gli stregoni Bön della Chumbi Valley usano un magico corno di yak; ma in primo luogo, chiunque stia incaricando lo stregone, deve impossessarsi di alcuni capelli della vittima o anche dei suoi vestiti. Il mago poi dipinge una figura umana, le cui mani e i piedi sono legati con catene, su un pezzo di carta, e intorno a questo, scrive varie maledizioni, come "taglia" attraverso il suo corpo!’ o ‘dividi il suo cuore!' In questo foglio - che ha prima bagnato con il sangue mestruale di una prostituta, avvolge i capelli della vittima. Poi mette il pacchetto nel corno destro preso da uno yak selvatico, e riempie il corno con quanto segue: il sangue di un uomo, e quello di una donna, una capra e un cane, terra da un incrocio, polvere di ferro da una fucina, acqua da una sorgente di sottosuolo, un pezzo di corda con il quale qualcuno è stato impiccato, radici velenose e una striscia di pelle di una donna morta di parto. Infine, mettono due ragni neri vivi nel corno, che viene poi chiuso con un tappo fatto dai capelli di un cadavere. Alla fine, il corno viene avvolto in tondo con un filo nero in cui vengono incastrate delle spine velenose.

Mentre si adopera in questo lavoro lo stregone deve proteggere le sue mani con panni e fare attenzione a non toccare una di queste sostanze magiche, altrimenti l'incantesimo dannoso avrebbe operato contro di lui. Dopo una lunga cerimonia in onore degli spiriti nocivi invocati, il mago mette il corno nella casa della vittima, sia al crepuscolo o all'alba. Ora arriva la parte più difficile del suo compito: come riuscire a seppellire il corno senza essere visti sotto il pilastro centrale della casa, o almeno sotto uno dei muri di fondazione. Gli effetti della magia dovrebbero farsi sentire tre mesi dopo.

La vittima prescelta, e spesso anche il resto di quelli che vivono nella sua casa, si ammalerà e sarà afflitto da altre disgrazie. Spesso, tuttavia, segnali di pericolo possono verificarsi prima che siano trascorsi i tre mesi permettendo alla vittima di riconoscere la minaccia. Si dice che ci siano non meno di ottantaquattro di questi segnali di avvertimento, come vari sogni che contengono avvertimenti del pericolo di una minaccia. Se una persona sogna di essere soggetto a un sortilegio, nel sogno deve apparire mentre cavalca nudo su un asino in direzione sud, con un turbante rosso in testa, bevendo e ballando con i morti, o che una donna nera stia strappando le viscere fuori dal suo corpo, allora è giunto il momento di adottare le misure appropriate per contrastare l’incantesimo letale. Per questo, i lama devono immediatamente essere chiamati in casa, e cercheranno di trovare il corno magico e portarlo alla luce. Se ci riescono, lanciano l’incantesimo malefico contenuto nel corno in un fiume dove il suo potere sarà totalmente distrutto. Se non riescono a trovarlo, tuttavia, i lama devono seppellire un contro-sortilegio protettivo sotto i muri di fondazione. Di norma, cercheranno anche loro di trasferire l’influenza nociva in un "capro espiatorio". Nella maggior parte dei casi una figura di pasta è sufficiente per questo scopo; ma occasionalmente è necessario servirsi di un essere umano vivente, e sarà un mendicante squattrinato che si trova disposto ad assumere questo ruolo in cambio di una ricca ricompensa. Il mendicante corre un rischio considerevole tuttavia, molti di questi “capri espiatori” si dice che siano morti in modo misterioso dopo aver adempiuto a questi compiti.

[Foto in alto a destra: un thunrwa scolpito, corno di yak rituale. Conterrebbe semi di senape e altri oggetti di potere, che sarebbero cosparsi sopra un'effigie di un linga che rappresentan sia uno spirito malvagio che deve essere esorcizzato, o una persona che deve essere maledetta. Molte corna sono abilmente scolpite mentre quelle progettate per essere sepolte verrebbero lasciate non decorate. Tibet sec. XIX].

 

 

Note sull’autore

Questo è un estratto modificato da "Where the Gods are mountains”, di René Mario de Nebesky-Wojkowitz, pubblicato nel 1955. Il libro può essere scaricato gratuitamente come file .pdf dalla collezione di rari libri all'Università di Cambridge:

www.bit.ly/Gods-are-Mountains.

René Mario de Nebesky-Wojkowitz (1923 -1959) era un etnologo e tibetologo ceco. Ha passato diversi anni in Tibet dal 1950 fino alla sua morte, e così poté vedere le tradizioni sacre tibetane durante l'invasione cinese del Tibet, iniziata nel 1950. La sua opera più importante è il libro 'Oracoli e Demoni del Tibet: il Culto e iconografia delle  divinità protettive tibetane’,  che è una importante fonte di riferimento per chi cerca informazioni sugli aspetti di magia occulta nelle tradizioni buddiste tibetane.

È morto di polmonite, ma la sua morte come pensano i tibetani, coloro che sono coinvolti nelle tradizioni tibetane, dicono che sia stata causata dagli spiriti adirati che ha studiato per vendicarsi per aver rivelato i segreti delle loro tradizioni magiche. Questo punto di vista è preso così seriamente da molti tibetani che il suo libro in realtà è tenuto rinchiuso in qualche moderna biblioteca di opere tibetane in India, Nepal e altri luoghi.

'Oracoli e Demoni' è ampiamente disponibile e la copia in pdf è disponibile gratuitamente qui: www.bit.ly/Oracles-Demons

 

Note nel testo

1: Il governo tibetano in Tibet ovviamente ora non esiste più dall’invasione cinese. Adesso è un governo in esilio nel nord dell'India.

2: Vengono realizzati molti oggetti rituali tibetani da una lega di metalli preziosi, la maggior parte spesso con cinque metalli, che sono legati a vari cose comprese le quattro direzioni cardinali e il sacro centro, e anche ai cinque elementi: fuoco, acqua, aria terrestre e spazio. Questi cinque i metalli sono oro, argento, rame, zinco, e ferro - soprattutto 'ferro del cielo', ovvero il ferro precipitato da un meteorite.

3: I torma sono offerte scultoree rituali, spesso pensate come un'offerta-dolci. Essi sono per lo più fatti di pasta, ma possono anche essere fatti di burro. Sono spesso altamente decorativi, essendo colorati e decorati. Spesso hanno specifici ingredienti aggiunti alla farina e all'acqua. Nel caso di torma per scopi “irati” possono essere ingredienti estremamente ripugnanti, come grasso di cadavere bollito, sangue mensurale e altre simili sostanze. Per ricette molto dettagliate, vedi il libro dell'autore "Oracoli e Demoni del Tibet”.

4: Le truppe britanniche invasero il Tibet nel 1903, guidate da Sir Francis Edward Younghusband. L’esercito invasore marciò fino a Lhasa senza difficoltà, dato che i monaci buddisti inviati a combatterli erano armati solo di armi in stile medievale, e non potevano far fronte alle truppe britanniche ben armate. Gli inglesi inflissero terribili perdite ai tibetani, armati com'erano di fucili e mitragliatrici. Younghusband era un devoto cristiano evangelico, ma qualcosa di strano gli successe in Tibet, mentre era fuori da solo un giorno, un'esperienza mistica - nelle sue stesse parole - "lo soffuse con amore per il mondo intero.' Dopodiché, lui non fu più lo stesso e venne descritto come un hippie dei primi anni del XX secolo, sviluppò una grande fiducia nel potere dei raggi cosmici e affermò che c'è una razza di esseri extraterrestri in un pianeta chiamato Altair. Younghusband morì nel 1942.

5 Noce spinosa è il nome comune dato alla Datura stramonium - è una pianta enteogena molto potente.

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