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Vagare nello spazio liminale - Il Trickster nel folklore e nella mitologia europea - di Heather O'Brien

La figura del Trickster come guardiano della soglia

14/02/2023

Articolo tratto da Sacred Hoop n.111/2021 per gentile concessione. Traduzione Associazione Il Cerchio Sciamanico

Il folklore è ricco di racconti allegorici di trickster che vagano per la natura e per gli spazi interconnessi, che influenzano sia le persone che gli dèi con le loro astuzie.

I truffatori modellano i loro attributi a piacimento, da esseri di creazione, a giullari, capri espiatori, inventori di tensione e a volte utili portatori di risolutezza. I racconti che li includono sono avventure coinvolgenti e anticipatrici, che abbondano di lezioni incentrate prevalentemente sulla moralità, l'attenzione all'azione, il valore dell'adesione a strutture sociali consolidate e la creazione di uno spirito comunitario. In tutto il folklore, i racconti ammonitori spesso incorporano un trickster, il quale funge da antagonista alla lezione insita nella storia, e che appare come un elemento centrale e come controparte in gran parte dei racconti popolari e mitologici europei.

A volte i trickster assumono caratteristiche simpatiche e congeniali, e sono fonte di prudenza umoristica, indipendente dal comportamento normativo codificato. I racconti che li caratterizzano sono stati tramandati, sia oralmente che in letteratura, di generazione in generazione, trasmettendo lezioni e saggezza che riflettono una certa visione del mondo e del paesaggio.
I trickster possono avventurarsi in sicurezza nei regni considerati tabù, pur adottando la visione del mondo della cultura che li accoglie. Le influenze dei trickster si trovano in storie che sono sopravvissute, con un senso di nostalgia, al passare del tempo; che si tratti di una volpe astuta, di un lupo furbo, di un eroe popolare o di un dio - o di altri personaggi - alcuni temi sono intrinsecamente legati al personaggio dei trickster e dei racconti di cui fanno parte. 

Di natura esoterica - antropomorfizzata o meno – il trickster spesso coltiva  saggezza e intuizioni che forse altrimenti rimarrebbero sconosciute. Il trickster è spesso in grado di oltrepassare confini, essendo un maestro di consapevolezza che fa da ponte tra discordia e ordine.

Tuttavia, il trickster sfida anche queste aree, uscendo dai vincoli e presentandosi come una creatura furba e astuta, abile e piena di risorse.
Il trickster, flessibile nella sua capacità di cambiare forma, può essere una figura sia maschile che femminile, uno spirito animale o della terra, o qualsiasi altra cosa voglia essere, a piacimento, per poter esercitare la sua influenza.


IL TRICKSTER E LA LUSSURIA

Nell’era postmoderna, nei racconti popolari aumenta sempre più la consapevolezza dell’influenza femminile e degli aspetti culturali presenti in racconti antichi, sia di società alfabetizzate che di quelle pre-alfabetizzate. Questa nuova consapevolezza ci fornisce una lente più ampia attraverso la quale esaminare il ruolo del trickster femminile e della sua personalità, e vedere come queste caratteristiche valgano sia per i trickster maschili che per quelli femminili.

Sebbene gli esseri femminili non siano sempre presenti in modo prominente nelle discussioni relative al trickster, senza dubbio la loro intelligenza e la loro abilità sono rappresentate in racconti affascinanti, come quello della vecchia oscena Baubo nell'antica mitologia greca, che scherza con la dea
Demetra.

Dopo la perdita della figlia Persefone, Demetra è comprensibilmente sconvolta; ed è la capacità di Baubo di invocare la risata che distrae Demetra, fornendo così un momento di guarigione e di prospettiva, grazie al sollievo offerto dalla comicità intenzionale. 

Il ruolo delle donne come guaritrici è presente in tutti i testi antichi, e queste spesso usano l'umorismo e l'astuzia.

Gli elementi comici sono una parte significativa della narrazione e l'umorismo favorisce l’abbassamento del livello di ansia nelle persone. Spesso è riflesso nelle più antiche tradizioni orali, così come nelle moderne forme di intrattenimento. E’sempre più riconosciuto il valore che gli elementi comuni hanno nelle varie narrative per aiutarci a dare un senso al mondo.

Il viaggio del trickster femminile ha origine nell’antica Europa con la prima comparsa nei racconti mitologici. Per quanto riguarda il ruolo del femminile, temi costanti possono essere trovati nei racconti di trickster in tutto il folklore europeo, sia nella narrativa antica che in quella postmoderna; come dimostrato in storie che spaziano dai testi norreni Edda in prosa e Edda poetica, al racconto cinematografico di oggi. Tematiche etiche, endemiche nei diversi racconti popolari, contengono elementi di tempestività, cautela, umorismo e un'adesione a un consolidato costrutto sociale. Essendo il folklore sia fantasioso che pratico, esso fornisce un modo per superare i tabù, mentre preserva le basi per la moralità, e questo porta a un attributo comunemente trovato del trickster, vale a dire la lussuria.

La lussuria funge da forza motivante, incoraggiando l’inclusione del proprio lato più estroso e meno inibito, in un mondo altrimenti piuttosto banale. Tuttavia, quando la lussuria è dimostrata dalle donne, c'è spesso la tendenza a darle una valenza negativa, di inganno, inettitudine morale e messa in discussione dell'intelligenza emotiva.

Mentre la lussuria è un argomento che attraversa profondamente la narrativa mitologica e il folklore, l’aspetto più negativo spesso associato alle donne è quello che tralascia il valore implicito e l'importanza dell’opinione che una persona dovrebbe essere sempre discreta, modesta e consapevole di mantenere un senso di rettitudine morale. In termini storici, le donne che hanno esplorato gli aspetti del loro trickster interiore e che hanno abbracciato la lussuria, spesso sono state viste come "donne sfrenate" che perseguono i loro interessi con sconsiderato abbandono. Ma con il passare del tempo e la continuazione della tradizione orale, il trickster femminile assumee una sempre crescente autonomia e gode di rinnovata passione, liberandosi dai vincoli sociali posti su di lei dal tempo e dalle aspettative culturali. Al contrario, ora corre libera attraverso la foresta, adorando la luna e godendo del sole, in un modo che sta dando nuovo fervore a un
folclore in continua evoluzione, abbracciando nozioni progressiste moderne invece di screditarle. Aspetti precedentemente pudici attribuiti alla donna trickster stanno diventando parte della storia del risveglio della "donna selvaggia" nell'odierna cultura moderna; un risveglio che fonde l'antica visione del mondo con quelle postmoderna. La donna trickster si realizza pienamente spezzando le catene che l'hanno legata, e lo fa in modo riconoscente, senza vergogna. Nella nostra società patriarcale, le rappresentazioni della donna trickster possono essere viste come cautamente manipolatrici, piuttosto che come un'influenza astuta o provocatoria. Ma a un esame più accurato, una certa sfumatura femminista è chiaramente presente e si riflette, per esempio, nell'influenza che la dea nordica Frigg esercita su Odino nella sua scelta di chi avrebbe vinto battaglia con l'antica tribù longobarda. In quell’occasione, Frigg intenzionalmente usa l’inganno, insieme alle sue capacità di convincimento, per ottenere la vittoria della tribù che lei personalmente preferisce. Invece di essere valutata negativamente, Frigg viene considerata intraprendente e abile e i suoi metodi aggiungono un elemento umoristico; nel racconto, Frigg fa travestire i soldati in modo che Odino creda che siano i Longobardi a essere i vincitori.

 

ANDANDO OLTRE IL LIMITE

La dea romana Laverna occupa una posizione unica come dea degli Invisibili, del buio e dell’ombra e a causa di questi elementi, diventa la dea dei ladri. Tuttavia, il mondo sotterraneo è associato a spazi velati all'interno di paesaggi naturali, come incroci e altri spazi di soglia, che esistono tra il mondo sacro del divino e il mondo profano degli umani - un aspetto ritrovato nei trickster delle varie mitologie del mondo.

Gli incroci appaiono frequentemente nei racconti popolari come luoghi di transizione, come soglie; e in questo senso, svolgono una funzione simile a quella dei pozzi sacri, certi corsi d’acqua o altri elementi naturali, essendo luoghi spesso consacrati e significativi da un punto di vista religioso. E’ per questo che anche i trickster sono spesso presenti in questi luoghi in quanto rappresentano esseri che abitano questi spazi di transizione – o sanno muoversi al loro interno e guidare le persone che li attraversano.
I racconti che includono i trickster incorporano situazioni reali che si verificano nella vita quotidiana di persone normali e spesso estendono qualità umane anche agli animali presenti nella storia. Ciò fa sì che esperienze, conflitti e situazioni reali vengano presentate tramite una narrativa indiretta, mantenendo fruibile, da chi l’ascolta, la saggezza intrinseca del racconto.

Questo tipo di narrazione conserva uno stretto elemento personale tra l’ascoltatore e il personaggio e quindi il loro calvario o viaggio. E’ più facile ritrovarsi nell’ambientazione della storia e immedesimarsi nei personaggi quando la storia è verosimile e pertinente alla propria realtà circostante.
Uno stile di vita familiare offre una sensazione di rifugio; certi comportamenti, costumi e credenze formano concetti culturali che
creano le fondamenta per gli atteggiamenti collettivi all'interno di una data comunità.
La figura del trickster consente di fare delle eccezioni a questi atteggiamenti collettivi, discostandosi dall'ordine e dai comportamenti considerati tradizionalmente accettabili. Il trickster ci induce a contemplare ciò che esiste al di là delle comodità di casa, seducendoci con il suo
lato appassionato e invitandoci a esplorare e ad avventurarci in scenari sconosciuti, anche se a discapito dell'individuo.

Tra le società germaniche precristiane, dove la tradizione rifletteva le prospettive e le posizioni sia di ciò che era era noto che di ciò che era
sconosciuto – i parametri familiari della tribù includevano le fondamenta di quello di cui ci si poteva fidare.

In un periodo di incertezza agricola e in un clima difficile, i popoli teutonici condividevano una sfiducia nei confronti dei fuorilegge e delle creature che dimoravano vicino o oltre i limiti esterni dei paesaggi geografici e sociali conosciuti. Coloro che abitavano al di fuori di quel "cortile tribale" lo facevano compromettendo fiducia e reputazione. Ciò che era sconosciuto confinava con le terre selvagge del caotico e disordinato. Il truffatore si muove tra i mondi, è un messaggero che porta avanti e indietro la saggezza che si trova nell'ombra e nei recessi più profondi. Mentre il trickster si sente a suo agio tra la discordia e il caos, porta con sé anche una risoluzione, e guida i personaggi della storia, trasmettendo loro guarigione. A volte, come già detto, il trickster interpreta la sua proria fine, ma risorge sempre con rinnovata passione per tessere i fili di una ragnatela tra la perdita totale dell'ordine e il ritrovato controllo. Mentre molti racconti sono incentrati sull'impresa di un viaggio, o forniscono un avvertimento nel farlo, alcuni hanno luogo all'interno della propria casa. Questo era particolarmente importante per coloro che vivevano in aree più remote, dove il clima rigido rendeva l’avventurarsi troppo lontano da casa difficile o potenzialmente impossibile.

 

LOKI - IL TRICKSTER NORRENO

Nei miti germanici il dio Loki è più comunemente associato al trickster, e certamente i suoi attributi si adattano al ruolo. Passa facilmente dall'umorismo alla malvagità e a volte i suoi trucchi si dimostrano avere un esito favorevole per gli dèi.

Nel racconto di Loki che taglia i capelli di Sif, la dea del raccolto, il taglio si traduce nell'acquisizione di una lancia abilmente costruita, come ricompensa involontaria per le sue azioni maliziose. Altre volte prevale la malevolenza di Loki, che ha un posto di rilievo nella storia di Ragnarok, la fine dei tempi, che porta alla fine degli dèi germanici. Loki, nelle sue molteplici forme e sembianze, è forse il trickster ideale; è gioviale, fuorviato e ladro, eppure è stato compagno di viaggio di Odino in alcuni racconti norreni. Mentre la natura di imbroglione è l’aspetto più appariscente della personalità di Loki, il suo personaggio spesso va molto oltre, assumendo ruoli multiformi, che vanno dal malevolo al benigno, dimostrandosi un degno e astuto avversario degli dei nordici, camminando persino sul filo dell’amicizia con gli dei.
Nella stesso racconto mitologico, il dio Odino stesso dimostra tattiche simili mentre si sposta da uno scenario all'altro, usando intelligenza, inganno e con un debole per il linguaggio abile, al fine di raggiungere i suoi obiettivi.
Un nome presunto per Odino – tra molti altri - è gizurr, che significa "enigmista", e un altro è ginnarr, che significa "ingannatore”. Odino, sia come maestro del travestimento che come camminatore tra i mondi del divino, della stregoneria - e persino della morte stessa come "Dio del patibolo" - utilizza poesia, umorismo, follia e inganno, a seconda delle circostanze.
Anche il dio Thor si comporta allo stesso modo, come esemplificato in un racconto dove sfida un nano, con giochi enigmatici e di ingegno. Con l’inganno Thor tiene il nano occupato abbastanza a lungo da esporlo alla luce solare, trasformandolo così in pietra.

 

RACCONTI DEL LUPO

A volte il trickster deve ripagare il debito contratto dai propri trasgressori e riconoscere la propria inettitudine o colpa. Questi racconti di virtù e la successiva lotta per far mantenere l'ordine e far vincere il comportamento corretto sui vizi personali, erano un modo efficace per indurre i bambini piccoli a comportarsi secondo le normative comportamentali della società.
I racconti di moralità crebbero fino a diventare molto popolari nel XV secolo. Questo è esemplificato nelle narrazioni medievali delle favole di Esopo - originariamente una raccolta di racconti accreditati ad Esopo, uno schiavo e narratore che visse nell'antica Grecia intorno al VI secolo a.C.
In una delle favole, Isegrim il lupo implora Leone, che è il re. Isegrim fa appello alla nobile natura e alla misericordia di Re Leone affinché liberi
Reynart la Volpe dalla sua vergogna, dicendo che sarebbe stato lui stesso, Isegrim, a rimborsare la famiglia per i danni subiti dalle azioni di Reynart.
Ciò è in linea con la nozione germanica di scyld, in cui viene emesso un pagamento come riscatto per aver subito un grave reato, ricreando l'equilibrio stabilito e portando ordine nel caos. In questo modo, la pace è sostenuta, poiché attribuisce un alto grado di importanza alla risoluzione del
conflitto. Nel concetto di scyld - una parola usata nelle lingue germaniche per indicare una multa - un debito viene saldato attraverso il pagamento, portando così un equilibrio a quelle azioni sbagliate. Queste sanzioni pecuniarie non servono per evitare il reato, ma esistono piuttosto come misura riparatrice; necessaria per mantenere l'ordine impostato dal clima sociale e dalle autorità. Inoltre, scyld può essere un obbligo positivo, creato intenzionalmente da una promessa fatta. Si tratta di adempiere a un obbligo, come fa Beowulf quando sconfigge il mostro Grendel nel famoso racconto anglosassone dell'eroe Beowulf, che gli fa ricevere un’onorificenza per aver
eseguito una certa azione, mantenendo la parola data. Nel racconto, in cambio di una promessa fatta, Beowulf ottiene per sé stesso grandi elogi e ricompense di valore. Sconfiggere una bestia o nemico ritenuti di forza, astuzia o abilità superiori era un elemento presente in molti racconti.
Nella tradizione dei nativi americani, i lupi sono comunemente visti come famelici vagabondi del mondo di mezzo, in attesa di momenti opportuni per fornire una lezione di consapevolezza, o semplicemente dar sfogo alla sua naturale predisposizione a ingannare la sua preda per il semplice gusto di farlo.
Il lupo, e la sua controparte il coyote, rimangono gli esempi per eccellenza di creature che camminano sia negli spazi sacri che negli spazi profani,
dimorano nelle zone periferiche e sono generalmente visti come opportunisti. Si dice che si segue il lupo a proprio rischio e pericolo, poiché la sua saggezza ha un prezzo che pochi sono disposti a pagare.
Nel racconto popolare europeo di Cappuccetto Rosso, il lupo è un elemento pericoloso che assume le sembianze della nonna della bambina,
schernendola lungo il percorso. In un momento fortunato, secondo la versione igienizzata della storia a misura di bambino, Cappuccetto Rosso riconosce il lupo che finge di essere sua nonna, e così annulla gli sforzi del lupo per ingannarla e consumarla.

È interessante notare che la storia di Cappuccetto Rosso, raccontata molte volte in tutta Europa, ha subito molteplici trasformazioni da quando è stata creata, forse già nel decimo secolo. Nel racconto più oscuro della storia dei fratelli Grimm, la madre dice a Cappuccetto Rosso di rimanere sempre sulla strada che va da casa sua a casa della nonna. Questo sta a significare l'importanza di non perdersi nell'ignoto e di non fare incontri potenzialmente pericolosi.
Cappuccetto Rosso arriva sana e salva a casa della nonna, ma invece di riconoscere e presumibilmente sfuggire al pericolo del lupo, lui finisce per divorarla. Pur avendo rispettato i desideri di sua madre, Cappuccetto Rosso rivela al lupo dover era diretta, e questo gli ha permesso di usare questa informazione con astuzia per ingannare la bambina e farla diventare il suo prossimo pasto.

Nella visione del mondo germanico precristiano, le persone credevano che la fortuna e il destino di una persona fossero legati a un insieme di circostanze, che si manifestano indipendentemente dalle sue azioni. Questo era chiamato wyrd, e si credeva che fosse inestricabilmente intessuto nella realtà di una persona. Wyrd era una parte accettata della vita germanica e il suo valore più volte dimostrato nella visione del mondo che si riflette nei racconti tradizionali. Era il destino di Cappuccetto Rosso dover essere mangiata.
Tuttavia, nella versione della storia dei fratelli Grimm, Cappuccetto Rosso e sua nonna vengono salvate da un nobile cacciatore che taglia il
ventre del lupo mentre dorme vittorioso dopo il suo lauto pasto. Questa apertura della pancia permette a entrambe di mettersi in salvo, ostacolando il trickster e riparando il torto. Il rendere giustizia alle azioni sbagliate è un tema comune dei racconti folkloristici, che permette il ripristino di un antico scenario sociale consolidato. In questo caso, il lupo imbroglione affronta la propria morte come punizione per le sue azioni ingannevoli e malevoli.
Nella tradizione europea i lupi, nelle loro varie forme, sono creature dell'ombra, che viaggiano facilmente tra i mondi. Possono essere personaggi antropomorfici, o di natura più tipicamente animale, e possono agire per conto di una forza superiore o di una divinità, o per volontà propria.
Ci sono due lupi, di nome Geri e Freki che camminano con Odino; sembra appropriato che siano lupi a viaggiare insieme a un noto maestro del travestimento – professato vagabondo che si muove tra il mondo degli dèi e quello degli uomini.

 

L'OMBRA DEL TRICKSTER

Il lato oscuro del truffatore nei racconti di folklore offre uno sguardo nei recessi più oscuri della memoria e della visione del mondo.
La psicologia junghiana suggerisce che l'aspetto ombra riflette un istinto più primordiale, persino inconscio, che rimane in gran parte
non delimitato da segnali o vincoli sociali. L'aspetto ombra - fortemente presente nella personalità del trickster – rappresenta una natura più
disinibita, ed è spesso visto come una parte dell'individuo moralmente vuoto.
Lo psicologo Carl Jung, tuttavia, ha postulato che l'aspetto ombra è una parte di ogni persona, ed è presente in diversi modi, sia nelle popolazioni antiche che in quelle moderne. L'aspetto ombra si manifesta negli istinti di base, nei desideri primordiali e nell'inevitabile illusioni dei sogni. Si libera con forza dai suoi legami per non essere negato e per imprimersi nella nostra consapevolezza.
Le ombre sono l'ignoto, il pezzo simbolico di una bella storia in un paesaggio infestato, che permette la fuga dal mondo ordinario di veglia con il suo aspetto più pratico. Racconti folkloristici sono intrisi del valore di impulsi e ambientazioni oscuri, il che fa sì che gli scenari non siano sempre divertenti e gioiosi. Mentre molti racconti si sono evoluti nel tempo per soddisfare le esigenze di un pubblico più giovane, i primi racconti folcloristici e mitologici sono colmi di elementi oscuri tra i trickster.
Ambienti bui e boschivi, pieni di creature minacciose e di incertezze, erano luoghi geografici molto reali all'inizio dell'Europa folcloristica. Il rimanere al sicuro nella tribù o nel villaggio era preferibile all’abbandonare il buon senso lasciando ciò che si conosceva. Racconti di avventure includevano il viaggio dell'eroe, una miriade di personaggi, l'esplorazione nell'ignoto e le avversità. Uscire di casa e intraprendere un viaggio avventuroso a volte comportava un certo pericolo per gli avventurieri. Nell'antica storia popolare britannica del re Herla, il re e i suoi uomini vanno nella dimora sotterranea di un nano. Ignari delle conseguenze, riemergono nella terra dei vivi tre secoli dopo e non riescono a scendere dai loro cavalli per timore di essere trasformati in polvere dalla vecchiaia.

Per un gioco del tempo e per magia, vengono condannati per sempre a pagare il prezzo per la loro avventura; e le storie di questo tipo sono particolarmente coinvolgenti perché invogliano l'ascoltatore a usare la propria immaginazione per lasciarsi alle spalle le restrizioni, i comfort e l’ordine della casa, per seguire il protagonista in mondi sconosciuti, pieni di inganni e grandi rischi. È lì, grazie al potere dell’immaginazione, che l'ascoltatore impara lezioni preziose attraverso l'esperienza di un altro, rimanendo fisicamente al sicuro dal dover sperimentare le conseguenze sulla propria pelle. Nel racconto musicale ammonitore "Peter e il lupo" del compositore Sergei Prokofiev, un giorno il giovane Peter si avventura oltre il cancello chiuso di suo nonno e si incammina in un campo.
Il nonno di Peter lo avverte di un lupo che vive nella foresta, oltre la sicurezza del cortile in cui Peter deve stare; e Peter vi torna a malincuore, affermando che non ha paura di queste cose. Ma durante il racconto, un lupo emerge davvero dalla foresta e pasteggia con una delle anatre di Peter.
La sicurezza e i parametri conosciuti della casa e del focolare, tra amici e parenti, sono ovviamente lezioni importanti da trasmettere ai giovani
bambini, che diventano più audaci e più avventurosi man mano che crescono.
In "Il lupo e i sette capretti", un racconto popolare dei fratelli Grimm, una capra dice ai suoi piccoli di rimanere dentro casa mentre lei si avventura nella foresta per cercare cibo. Il suo avvertimento contiene l’esplicito monito di non aprire la porta a nessuno durante la sua assenza.  Il lupo emerge dalla foresta e tenta più volte di indurre i piccoli ad aprire la porta. All'inizio, il lupo cerca di imitare la voce della madre e chiede ai capretti di aprirgli la porta. Sentendo che la sua voce non assomigliava a quella della loro madre, il lupo tenta di mascherarla addolcendola con il miele. Nuovamente i piccoli non permettono al lupo di entrare nella loro casa poiché uno di loro, mentre sbircia attraverso una fessura, nota le zampe del lupo. La terza volta il lupo si traveste con della farina nel tentativo di mascherare la sua forma. Questa volta il trucco funziona, e i capretti aprono la porta di casa, anticipando una sorpresa dalla madre. Invece, sei dei sette capretti vengono divorati - il settimo si salva per un pelo, nascondendosi all'interno di un orologio.
Quando la madre torna a casa, è allarmata nel vedere la porta di casa aperta e i suoi figli scomparsi. A un certo punto vede il lupo, pieno del suo pranzo, addormentato su un albero. La storia si conclude con la madre che apre la pancia del lupo, salvando i piccoli che miracolosamente ne emergergono illesi. Poi riempie il ventre del lupo con pietre, in modo che non possa più scappare. La scomparsa del lupo porta risoluzione al conflitto.
In questo racconto si trovano diversi temi comuni e ricorrenti nei racconti popolari. Il lupo funge da astuto antagonista e utilizza una serie di
tre tentativi per realizzare i suoi mezzi. Inoltre, si ottiene una risoluzione al caos in modo da ristabilire l'ordine e insegnare una lezione di
consapevolezza e di conformità. Il focolare e la casa hanno un posto di rilievo nel folklore, specialmente nei racconti di trickster, poiché costituiscono il fondamento principale della famiglia, la cui morale e i cui principi interessano tutti. Servono anche ad illustrare la sicurezza che si trova nel rimanere all’interno della propria cultura e dei propri spazi sociali.
Nella famosa storia de "I tre porcellini", i maiali tentano di costruire le proprie case con materiali diversi: paglia, legno e mattoni. La casa di mattoni che alla fine sfugge ai terribili tentativi del lupo è quella costruita sulle fondamenta più solide; da non perdere la morale di questa storia.
 

IL LINGUAGGIO DELL'INGANNO

Il clima sociale e politico, così come la visione del mondo, occupano un posto di rilievo nei racconti folcloristici. Al di là dei racconti fantasiosi e intelligenti di animali antropomorfi, di esseri e divinità, il trickster può apparire anche come un eroe popolare, sia nei racconti mitologici che nelle leggende, che sono saldamente radicati nei racconti folcloristici.
Uno di questi esempi è quello di Till Eulenspiegel, il protagonista di una storia tedesca del tardo medioevo. Fa scherzi e una serie di gesti maleducati rivolti alla classe dominante e all'élite e, a volte, compie vere e proprie azioni deplorevoli che arrivano al punto di ingannare un uomo pio e fargli mettere la mano negli escrementi. Conosciuto anche con il soprannome di "Owlglass", o "Owleglasse", [Owl Mirror] Till Eulenspiegel si diceva rappresentasse gli interessi delle persone comuni e delle classi inferiori già nel XVI secolo. Nelle opere artistiche viene spesso raffigurato fisicamente come il buffone per eccellenza. Oltre ai suoi scherzi, la sua storia suggerisce l’uso di un linguaggio volgare, anche nei confronti di funzionari locali di alto rango della sua comunità, semplicemente per vedere le loro reazioni.
Nella tradizione germanica, il flyting - un concorso di insulti tra due parti, spesso condotto in versi – già usato dal quinto al sedicesimo secolo - era usato come un modo per scambiarsi deliberatamente insulti nel tentativo di svergognare l’avversario o sollecitare una reazione desiderata. L'uso del linguaggio tra i trickster è di grande importanza, poiché diventa il mezzo di attrazione. È spesso provocatorio, stimolante o attira un individuo a fare certe azioni o intraprendere discussioni. Nel poema medievale inglese "Il gufo e l'usignolo", si assiste a un interessante scambio sulla condotta morale tra il gufo e l'usignolo che discutono all’infinito su chi dei due abbia un valore esistenziale più alto. Il gufo sostiene che con le sue dolci canzoni l'usignolo induce le giovani donne all'adulterio e alla promiscuità capitalizzando i loro desideri - questo suggerisce che ci sia una forma di intento ingannevole nella canzone dell’usignuolo. Il gufo poi afferma di essere utile sia agli uomini che che alle donne, tutto l’anno, e anche dopo la morte.
Ciò che rende questo racconto in qualche modo unico è che devia nella sua forma di definizione di una risoluzione e si basa invece sul dibattito e sul
linguaggio. La fine del racconto vede i due uccelli volare via all'inseguimento di un giudice affidabile, Nicholas of Guildford, perchè fornisca una risposta, o faccia da mediatore. La risoluzione del conflitto e il risultato finale sono lasciati alle supposizioni dei lettori. È interessante notare che è l'usignolo, un uccello di luce e bellezza che è raffigurato come l'imbroglione, e non l'uccello che dimora di notte nell’oscurità. Questo si discosta dalla nozione che il potenziale pericolo - o il trickster – spesso si trovi nelle ombre o negli spazi bui. Nel caso del gufo e dell'usignolo, la nozione di inganno viene discussa apertamente, in modo disinibito. Uno scricciolo appare brevemente nel racconto, per aggiungere un terzo elemento; suggerire un modo per trovare una soluzione, piuttosto che includerla nella storia stessa. Mentre la maggior parte dei racconti popolari ha una conclusione risolutiva che ripristina un certo ordine, questa particolare storia ha un finale più aperto.

 

IL POPOLO NASCOSTO

Nel folklore europeo, anche altri esseri più soprannaturali, fanno parte del tema dell'inganno. Le fate del regno fatato vengono spesso viste
vagare per i colli e la campagna, muovendosi con malizia e inducendo le persone ad addentrarsi nelle foreste e nei boschi, allontanarsi da ambienti conosciuti e sentieri sicuri. Un visitatore incuriosito e ignaro potrebbe inseguirli e finire in un altro regno, separato dalla loro realtà ordinaria.
Si dice che le luci delle fate attirino le persone, facendo perdere loro la strada di casa. Tuttavia, in una storia medievale della Bretagna, Sir Orfeo, l'eroe del racconto è in grado di ribaltare la situazione, poiché usa
egli stesso una forma di inganno sul re delle fate, suonando un'arpa incantata, liberando così la moglie precedentemente rapita dalla terra delle fate. In questo racconto, il protagonista usa l'inganno per portare una risoluzione alla storia. Le fate sono considerate spiriti o esseri della terra e possono influenzare negativamente i raccolti causando danni e facendo ammalare il bestiame. Il popolo germanico, come anche altre culture agrarie, era fortemente dipendente dall’allevamento e dalla sussistenza agricola.
Si pensava spesso che creature come gli huldrefolk, o "persone nascoste", e anche esseri simili, come gnomi e fate, influenzassero i raccolti e la salute delle persone. Queste credenze e il rispetto per prevenire l'impatto che uno spirito della terra potrebbe potenzialmente avere su una fattoria, sono stati portati nel Nuovo Mondo dagli immigranti tramite le loro storie, maledizioni e rimedi europei nonché metodi tradizionali per placare tali creature nella speranza di ottenere il loro favore. Una malattia con il nome di "colpo d’elfo" ha colpito più aree in tutta Europa ed è riportata sia nei testi antichi che in quelli moderni. È definita come la capacità di provocare malattia nelle persone mettendole sotto incantesimo. Nella poesia del diciannovesimo secolo della poetessa irlandese Sarah Leech, "Address to Lettergull", il colpo d’elfo viene visto come causa invisibile di ferite provocate da uno sprito a una persona durante il sonno. Il colpo d’elfo è menzionato anche dagli anglosassoni in un antico testo medico noto come Wið færstice. Vi si dice che la malattia viene causata dalle frecce lanciate dall'arco di un elfo a una persona o un animale, causando forti dolori in tutto il corpo, e deve essere guarita, o prevenuta, grazie a un incantesimo e all’uso di piantaggine, ortica e partenio. Queste piante hanno la forma di frecce e questo potrebbe aver indotto a credere nella loro efficacia contro i colpi d’elfo.

Una caratteristica osservabile delle proprietà curative della piantaggine è quella della rigenerazione cellulare, che aiuta la ricrescita della pelle nella cura delle ferite. Allo stesso modo, il partenio è stato storicamente utilizzato per trattare la febbre e il dolore. Certamente, gli antichi avrebbero notato gli attributi curativi del mondo naturale che li circondava, usando quanto disponibile nella medicina di allora. La fusione della medicina pratica con aspetti di folclore dimostra quanto i racconti popolari siano parte integrante della visione del mondo per molte persone, sia ai giorni nostri che in tempi più antichi. Le cure di disturbi, distorsioni e malattie che si pensava fossero causate dagli spiriti della terra continuarono per tutto il ventesimo secolo.
Per il popolo islandese, quando vengono costruite strade, per esempio, è ancora usuale consultare, placare e rappacificare gli huldrefolk per non offenderli o distruggere la loro terra. Sebbene gli huldrefolk facciano parte dell’Invisibile, i loro racconti di inganni, rabbia e favori sono ben noti e rispettati in tutta l'Islanda. I racconti folcloristici trasmettono che se gli huldrefolk non vengono trattati con rispetto, possono essere una fonte di angoscia molto problematica.

Un'antica usanza popolare della Norvegia consiste nell’urlare prima di gettare un secchio d'acqua, avvertendo così le persone nascoste e dando loro la possibilità di togliersi di mezzo. Si diceva che gli huldrefolk a volte ingannassero gli umani, scambiando i propri bambini con un neonato sano, rapendo così il bambino umano e crescendolo come se fosse il loro. Una madre umana che sospettava che il suo bambino fosse stato scambiato con un bambino huldrefolk, conosciuto anche come ‘changeling’ nei racconti popolari – si sarebbe avvalsa di particolari tecniche per verificare il fatto e per convincere il popolo a rivelarsi nella sua vera forma. Qui si trovano i motivi comuni del travestimento e del cambiamento di forma per ingannare o attirare qualcuno con false pretese, un tratto tipico della personalità dei trickster.
Una protezione contro gli huldrefolk che si scambiavano un neonato consisteva nel posizionare un oggetto di ferro vicino alla zona notte del bambino. Oggetti o strumenti fatti di ferro e altri tipi di metallo o pietra, sono stati a lungo usati come protezioni per respingere forze soprannaturali negative, demoniache o altrimenti dannose per persone, animali o case,
esercitate da elfi e fate. Nella cultura scandinava, le tradizioni folcloristiche includono tuttora l'osservazione degli spiriti, o spettri, della terra. I racconti dei Nisser -creature mutaforma simili a uno gnomo - erano numerosi. I Nisser venivano considerati di grande importanza per le fattorie e le famiglie ed era importante tenerli tanquilli, per non rischiare che persone e animali fossero vittime dei loro trucchi e scherzi. Far arrabbiare un Nisse spesso significava far sì che questi provocasse guai in casa, dal mettere oggetti fuori posto, al provocare malattie ai suoi abitanti e al loro bestiame. Il bestiame era importante per le famiglie di agricoltori, e perdere un animale significava perdere una notevole quantità di cibo o denaro. Quando un Nisse faceva ammalare una persona, era raro che questi guarisse. In questi racconti, il Nisse amava legare e intrecciare le code dei cavalli che aveva preso in simpatia, o legarne due insieme per dispetto. Si dice che le fate e altre entità nascoste, oltre ad attirare gli individui nel loro regno, siano piuttosto operative nel regno umano, mantenendo delle caratteristiche personali ben distinte, come la loro associazione con determinate piante.
Anche la parola "fata" ha connotazioni con inganno; l'etimologia del loro nome significa "incantare", che è adatto a creature che usano comportamenti ingannevoli o allettanti per invogliare e condurre gli individui a entrare nel loro regno. La qualità del trickster, tuttavia, si trova comunemente in atteggiamenti verso la maggior parte degli esseri del mondo invisibile o verso creature che viaggiano frequentemente tra i mondi. Mentre le fate spesso incorporano "il trickster" nelle loro interazioni con gli umani, questo non è sempre a scapito delle persone. Nel racconto “La guardiana delle oche” dei fratelli Grimms, la magia delle fate accompagna una giovane principessa promessa in sposa e la sua ancella, nel viaggio verso il suo principe. Sotto forma di una ciocca di capelli incantata, la magia delle fate funge da barriera di protezione, tenendo la principessa al sicuro dalla malvagia ancella che si vuole travestire in modo da essere lei a poter sposare il principe. Quando l'ancella tenta di mettere in atto il suo inganno, in modo da ingannare il principe e suo padre il re, è la magia delle fate nella
ciocca di capelli che aiuta a rivelare la vera identità dell'ancella, consentendo così al re di impartire una punizione, fornendo una risoluzione alla situazione e permettendo alla vera principessa di sposare il suo principe.

Il trickster nei racconti folcloristici ha a disposizione una miriade di strumenti; i travestimenti, la distorsione del tempo, gli incantesimi, un linguaggio affinato e la stregoneria sono solo alcuni dei mezzi utilizzati per raggiungere il suo fine. Queste illusioni hanno lo scopo di deviare la persona presa di mira dalla retta via, dalla rettitudine morale e dal lavoro diligente.
Nell'esempio del mascheramento ne "La guardiana delle oche", un aspetto più oscuro e più nascosto può essere l'occultamento dell'ancella, riecheggiando così il rischio associato all'ignoto o all'invisibile. La capacità di cambiare forma, o usare un travestimento, è comunemente vista anche nei racconti più importanti di Loki. Sempre la causa, o il complice, di dispetti, Loki diventa artista nell’uso del linguaggio e dell’astuzia. Eppure porta a una chiusura, data dal fatto che viene legato dagli dei, fino a Ragnarok, dopodichè viene liberato per mettere in atto la sua vendetta. Il trickster è immobilizzato mentre viene torturato, e si dice che il suo contorcersi sia la causa dei terremoti. Indipendentemente dalla sua origine, il trickster presente si trova nelle culture di tutto il mondo, sia nel regno del divino che in quello umano. Coloro che sono curiosi, ma anche cauti per natura, possono imparare dai racconti popolari e dalle favole il motivo per cui rimanere sulla retta via sia preferibile al perseguire le proprie fantasie. Laddove il trickster può essere un aiuto, l'aiuto offerto arriva spesso dopo aver superto un grande ostacolo, e frequentemente dopo una serie di guai e di caos. Quando il trickster porta la risoluzione a una situazione, è già passato molto tempo dalle lezioni cautelative che sono saldamente cementate all'interno del racconto.

Il folclore è parte integrante del panorama evolutivo sociale e della sopravvivenza delle visioni del mondo. Penso che preservare queste storie e farle vivere nella mente degli esseri umani sia tanto importante ora quanto in passato.
Il ruolo del trickster - inizialmente visto come una potenziale forza di caos - in realtà è un elemento di pensiero ed esistenza ordinati; in armonia con la natura stessa dello spirito umano. Vedere i racconti popolari in questo modo aiuta a tenerli integri e rilevanti per molte generazioni a venire.
 

DUE STORIE DI TRICKSTER

LOKI E I CAPELLI DORATI DI SIF

Tutti gli dèi e le dee che vivevano ad Asgard erano arrabbiati con Loki, a causa dei suoi tanti dispetti, ma questo non lo fermò mai
dal farne di nuovi quandunque si presentasse l'occasione; e un giorno vide un’opportunità, e il suo cuore si rallegrò. Sif, la moglie di Thor dormiva fuori casa, con i suoi bei capelli dorati che le cingevano la testa; e Loki, che sapeva quanto Thor amasse i capelli di Sif, intravvide la possibilità di fargli un dispetto, e così prese le sue cesoie e tagliò le lucenti ciocche dorate, lasciando Sif calva. Thor era lontano a svolgere il lavoro degli dèi, ma quando tornò a casa, Sif non era lì ad accoglierlo. La chiamò, ma non ottenne risposta, e così la cercò per tutta Asgard, ma non la trovò da nessuna parte. Poi uscì una donna con un velo sopra la testa, piangendo e lamentandosi. "Thor, marito mio", disse, "Non guardarmi". Thor riconobbe immediatamente la sua voce e chiese cosa fosse successo, e Sif spiegò che aveva perso i suoi bei capelli e che si vergognava così tanto da aver sentito di dovere lasciare Asgard e nascondersi lontana da tutti. Poi si tolse il velo, e Thor vide che era proprio vero, che tutti i suoi bei capelli erano spariti. Gli si scatenò dentro una potente rabbia, prese la mano di Sif e si diresse verso il consiglio degli dèi e delle dee per cercare risposte. La rabbia negli occhi di Thor fece capire a tutti che era accaduta una cosa orribile, e si mormorò che Loki aveva fatto un atto vergognoso, e ora si era nascosto. Thor era furioso e giurò che avrebbe trovato Loki e lo avrebbe ucciso, ma Odino, il Padre degli Dei, disse che nessun abitante di Asgard avrebbe potuto ucciderne un altro; anche se Odino convocò Loki a presentarsi davanti a loro.

La chiamata di Odino si diffuse in tutta Asgard, e Loki la udì, e dovette uscire e presentarsi davanti agli dèi; e quando vide la rabbia di Thor
e il volto severo di Odino, seppe di dover fare ammenda per il torto che aveva fatto a Sif. La mente svelta di Loki cercò un modo per ripristinare i suoi capelli dorati, e pensò che avrebbe ottenuto il miglior aiuto dai Nani. Quindi, giù scese, attraverso tortuosi passaggi nella terra, finché arrivò al punto in cui i Nani stavano lavorando alle loro fucine. Tutti i Nani sono maestri fabbri e, quando Loki li incontrò, stavano forgendo metallo. Li osservò per un pò e prese nota delle cose che stavano facendo. Uno stava fabbricando una lancia, così ben bilanciata e ben fatta, da poter colpire qualunque obiettivo, non importa quanto fosse cattiva la mira del lanciatore; e l'altra era una barca che poteva navigare le acque di qualsiasi mare, ma che poteva essere piegata in modo da metterla in tasca. La lancia si chiamava Gungnir e la barca si chiamava Skidbladnir. Quindi Loki parlò ai Nani, lodando il loro lavoro e promettendo loro cose che solo gli abitanti di Asgard potevano dare, cose che i Nani desideravano ardentemente, e alla fine disse loro; “Avete oro fino da poter martellare in fili così sottili da assomigliare ai capelli di Sif?" Lusingati dai discorsi di Loki, i Nani presero un lingotto d'oro fino e lo misero sulle loro incudini e lo lavorarono con i martelli finché l'avevano trasformato in fili sottili come capelli umani. Ma non erano abbastanza belli, perché i capelli di Sif erano ancora più fini, e così lavorarono questi fili più volte, finché non furono sottili come i capelli di Sif; tutti luminosi come la luce del sole. Poi Loki lodò sempre di più i Nani e fece loro sempre più promesse; e prima di andarsene, chiese loro la lancia e la barca, Gungnir e Skidbladnir, e grazie a tutte le sue promesse e il suo fascino, i Nani gliele regalarono, anche se presto si meravigliarono di sé stessi per questo dono fatto; tale è l'abilità di Loki. Quindi, tornato ad Asgard Loki andò da Odino, Thor e Sif, e quando Sif si tolse il velo, Loki le mise i meravigliosi nuovi capelli dorati sulla testa, facendoli ricadere sulle sue spalle. E tutti gli dèi e le dee videro nuovamente la testa di Sif coperta e risero e applaudirono dalla gioia.

 

LA VOLPE REYNARD IMBROGLIA IL RE NOBLE

Noble, il grande re leone, teneva corte e tutti gli animali raccontarono le loro rimostranze contro Reynard, la volpe. Il primo a lamentarsi fu Isengrim, il lupo, i cui figli erano stati accecati dalla volpe; poi Panther raccontò come Reynard aveva promesso a Kyward, la lepre, che gli avrebbe insegnato le preghiere, ma che invece aveva cercato di ucciderlo, e Chanticleer, il galletto, raccontò come Reynard si fosse travestito da monaco, dicendo che non avrebbe mai più mangiato carne, ma poi aveva afferrato i figli di Chanticleer e li aveva mangiati. Le lamentele continuarono, e il Re Noble fu severo; Reynard doveva rispondere dei suoi crimini.
L'orso Bruin fu mandato a prenderlo e quando arrivò al castello di Reynard, questi lo accolse e gli promise di tornare con lui al Tribunale. Disse a Bruin che aveva smesso di mangiare carne e che ora mangiava solo fave, e che ne aveva un'enorme scorta. Bruin lo implorò di portarlo a vedere il miele di Reynard e la volpe condusse Bruin dritto in una trappola, dove fu trovato dagli umani e picchiato. Bruin riuscì a salvarsi e tornò dal Re Noble senza Reynard. Quindi il re inviò il gatto Tibert a dire a Reynard di arrendersi subito, pena la morte; ma Tibert non se la cavò meglio e fu ingannato dalla promessa di un banchetto di topi. Anche lui dovette tornare al tribunale senza Reynard. Quindi Re Noble mandò Grimbard, il tasso a prendere Reynard, che nel frattempo aveva promesso di venire finalmente a corte, e fu così tornarono da Re Noble. A corte, Reynard dovette affrontare i suoi accusatori, che raccontarono al re i crimini da lui commessi. Reynard si difese dicendo che era un suddito onesto e leale e che le storie erano tutte false, ma il Re Noble rimase impassibile e condannò Reynard a morte.
Sulla forca, Reynard confessò i suoi peccati, ammettendo la sua grave colpa, cioè di non rubare per necessità, poiché aveva già un sacco di soldi
e gioielli. Quando Re Noble sentì Reynard parlare del tesoro, lo volle per sé e chiese dove fossero nascosti i gioielli. La volpe disse che glielo avrebbe detto e spiegò che il tesoro era stato originariamente raccolto da tutti gli altri animali da utilizzare per deporre Re Nobile e incoronare Bruin come il nuovo re. Reynard disse che aveva rubato il tesoro ai traditori e che ora lo aveva in suo possesso. Infuriosito, Re Noble credette a Reynard e lo liberò, e Bruin e Isengrim, il lupo, furono arrestati per tradimento. Reynard disse a Re Noble che prima di potergli mostrare dov'era il tesoro, doveva fare un pellegrinaggio a Roma per chiedere al papa di rimuovere una maledizione posta su di lui, ma promise che sarebbe tornato e avrebbe portato Re Noble al tesoro. Questi acconsentì e lo inviò sul suo mondo. Anche Kyward, la lepre e Bellin, l'ariete, volevano andare in pellegrinaggio, quindi andarono con Reynard, ma Reynard ingannò Kyward e se lo mangiò tutto tranne la testa, che avvolse e chiese a Bellin di riportare a Re Noble, dicendo che era un piccolo regalo per lui. Poi Reynard tornò al suo castello.
Re Noble era pieno di rabbia e fece un piano per assediare senza pietà, il castello di Reynard, ma Grimbard il tasso - che era amico di Reynard – lo avvertì, e la volpe tornò di corsa in tribunale per perorare il suo caso davanti a Re Noble. Confessò al re di avere peccato, negando però il peggiore dei suoi crimini, e ancora una volta parlò di gioielli di grande valore, che avrebbe dato a Re Noble. Isengrim, il lupo, non accetto’ le bugie di Reynard e sfidò la volpe a combattere, ma Reynard si rasò la pelliccia e si coprì di olio in modo che Isengrim non potesse afferrarlo. Alla fine il re interruppe il combattimento e ordinò tutti gli animali a un grande banchetto. Là il re perdonò Reynard, dopo avergli fatto promettere che non avrebbe commesso più crimini e nominò la volpe alto ufficiale giudiziario, ponendolo così al di sopra di tutti gli altri animali. E da quel giorno in poi il potente della foresta si inchina sempre all'astuzia degli umili.

 

 

Note sull’autrice

Heather O'Brien è una studiosa di culture indoeuropee, specializzata in antropologia, filologia e antiche culture agrarie. Il suo obiettivo accademico primario è incentrato sull'impatto che la preistoria, così come si è evoluta in parti d'Europa, ha sulla cultura europea odierna. È particolarmente interessata alla religione primitiva, all'arte della narrazione, alle relazioni commerciali tribali, e a come le persone si sono adattate ai rispettivi ambienti attraverso l'uso del linguaggio e delle azioni. Attualmente risiede negli Stati Uniti.

joyfulheth@gmail.com
Dedicato ad Austin Lawrence e alle persone che lavorano sodo a Raven’s Knoll. È attraverso il loro sostegno e incoraggiamento che ho scelto di esaminare quest'area. Sono indebitata e grata per tutto ciò che continuano a fare.
Vorrei anche ringraziare Mark Norman e Circle of Spears per l'ottimo lavoro svolto e il per la loro preziosa assistenza.

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