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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Sulle Ali dei Corvi - di Jolynn Lauer

Un dono di guarigione dagli imbroglioni del profondo della foresta

24/04/2016

Questo articolo è stato pubblicato dalla rivista Sacred Hoop, Issue 37-2002 su gentile concessione. Traduzione italiana a cura dell'Associazione Culturale Il Cerchio Sciamanico

È ampiamente noto che in tutte le tradizioni antiche fondate sul culto della Terra, gli animali di tutti i tipi abbiano agito come spiriti alleati, consigliando gli esseri umani riguardo ai misteri più profondi della vita. Nella tradizione celtica, come in altre parti, lo sciamano trasmuta a volte le sue sembianze assumendo la forma di un animale per meglio accedere allo spazio tra il cielo e la terra, tra il mortale e l'immortale, tra l'umano e l'animale della foresta o delle acque degli abissi. Al giorno d'oggi stiamo riscoprendo che gli animali, gli alberi, anche le rocce e l'acqua sono ancora disposti a trasmetterci i segreti dell'antica saggezza, se solo abbiamo il coraggio di prenderci del tempo per ascoltarli.

Avevo tre anni quando incontrai il mio primo spirito guida, una creatura simile ad uccello con le piume blu, con un sellino di stile occidentale che viveva nel cortile al lato esterno della finestra della nostra sala da pranzo. Era grande come uno struzzo ed aveva cinque zampe. L'avevo chiamato Snigwig. Persi i contatti con Snigwig quasi subito, ma mi sono portata fin nell'età adulta il fascino ed un legame speciale con gli uccelli.

A quasi cinquant'anni ormai, dopo aver perso il mio amore stabile che sarebbe dovuto durare per sempre, mi incamminai nella foresta di sequoie dove andavo a camminare ogni martedì mattina, sperando che gli spiriti ancestrali di quegli alberi immensi, le acque pulite e spumeggianti, l'aria fresca e pungente avrebbero aiutato a lenire il mio cuore ed a calmare la mia mente.

Invece del silenzio che ormai ero abituata ad incontrare, mi ritrovai con il gracchiare rauco, cr-r-rak di due elegantissimi corvi neri, ciascuno dei quali appollaiato nella parte bassa dei rami grossi delle sequoie e posti ad entrambi i lati del sentiero.

Rimasi affascinata dagli uccelli, perché sembrava che richiamassero qualcosa di profondo ed importante dentro di me. Non appena li guardai mi ricordai della lettura di una leggenda norrena riguardo a due corvi che parlavano: Hugin (il Pensiero) e Munir (la Memoria). Volando attraversavano il regno di Odino ed alla fine della giornata ritornavano ed andavano ad appollaiarsi sulla sua spalla e gli sussurravano all'orecchio le notizie. Secondo le credenze dei Nativi americani, il Corvo è un messaggero, portando a destinazioni lontane le intenzioni, l'energia di guarigione, dei pensieri o dei messaggi. E' anche credenza di questa cultura che la magia del Corvo sia una potente medicina e possa dare il coraggio di entrare nel vuoto oscuro, lo spazio di tutto ciò che non ha ancora preso forma.

I due corvi continuarono a richiamarmi avanti ed indietro, volando e fermandosi, da un albero all'altro, proprio davanti a me, mentre lentamente procedevo lungo il sentiero. La loro grande apertura alare creava un fruscio impressionante e così frusciavano, mentre si libravano nell'aria. Avevo la sensazione che stessero cercando di attirare la mia attenzione, ma ero riuscita a respingere questa sensazione come se fosse stata una pura fantasia.

Di certo quegli uccelli mi avevano considerato poco più di un intruso nella loro foresta. Sospesi un attimo i pensieri che avevo avuto durante la passeggiata e mi sedetti in mezzo al sentiero stretto in una chiazza di sole che era filtrato attraverso le cime degli alberi. Respirai a pieni polmoni; il profumo delle felci, delle cortecce e dei detriti della foresta mi riempivano le narici, allungai all'indietro la testa per vedere meglio i corvi che si erano fermati tra gli alberi appena sopra di me ed ora stavano emettendo suoni dolci come tubando e gracchiando dal profondo della gola. Ero consapevole del fatto che i corvi potevano imitare i suoni, anche di tipo umano, così li ascoltai molto accuratamente.

Non appena mi sedetti e mentre ero fortemente concentrata sugli uccelli, accadde qualcosa di molto curioso. Mediante un processo di trasferimento del pensiero più che delle parole, appresi che dovevano essere chiamati “Sorella Corvo” e “L'Altro” ed erano stati mandati per guidarmi e per istruirmi. Da chi, e riguardo a che cosa, non lo sapevo. Tuttavia, il fatto che gli uccelli avessero effettivamente concentrato la loro attenzione su di me, in quel momento ed in un modo che non potevo ignorare, mi convinsero che avrei dovuto prendere sul serio tutto quello che stavo per ricevere.

Più permettevo a me stessa di aprirmi alla possibilità di una qualunque forma di comunicazione tra me e queste due meravigliose creature, più richiamavo alla mente informazioni e parti di notizie che avevo consciamente o inconsciamente raccolto negli anni. Mi ricordavo, per esempio, che i Corvi hanno un compagno per tutta la vita ed anche se possono occasionalmente volare in stormo, la maggior parte delle coppie di corvi diventa molto territoriale, prendendosi cura dell'altro a vicenda piuttosto che vivere in grandi comunità di uccelli. Col tempo, ritornando sempre tra quegli alberi di volta in volta, avrei poi scoperto che questi erano gli unici due corvi che abitavano quella foresta in particolare.

Alla sera tornai a casa mia facendomi domande sulla mia esperienza di quel giorno con gli uccelli e chiedendomi quanto di quello che avevo sperimentato fosse stato immaginario e quanto invece fosse stato reale. Il martedì successivo, non appena arrivai all'area di parcheggio subito fuori dal bosco, vidi Sorella Corvo e L'Altro che volavano in basso in picchiata e poi su fino alle stelle, facevano delle acrobazie giocose volando in tandem, gracchiando e fischiando mentre si lanciavano attraverso le cime degli alberi.

 

Le qualità uniche delle voci di ciascuno di loro mi erano diventate così familiari che ero certa di poter identificare le loro voci separatamente dal momento che si chiamavano e si rispondevano da un punto all'altro della foresta.

Dopo alcuni spiazzi lungo il sentiero, mentre ci avvicinavamo al punto in cui la settimana precedente li avevo notati per la prima volta, i corvi piombarono verso il basso con un fruscio di ali, così vicino alla mia testa che potei sentire i miei capelli che si spostavano. Ancora una volta mi accompagnarono lungo il mio cammino, mantenendosi ad una distanza di diversi alberi davanti me. Crak-crak-crak e gracchiando in modo amichevole mi sospingevano in avanti.

Questa volta, dal momento che ci eravamo trasferiti lungo il sentiero assieme, non appena cominciai a fare mente locale mi accorsi che la loro conversazione riguardava il fatto di essere sola. Non sono sicura di come lo sapessi. Anche in questo caso, era stato più come capire i loro pensieri o sentire un trasferimento dei loro pensieri nella mia mente.

Non mi sembrava neanche particolarmente strano che venissi istruita o guidata da due corvi rumorosi nella solitudine di una foresta di sequoie. Dopo tutto, il corvo è venerato in alcune tradizioni native del Pacifico nord occidentale e della  Siberia dove si ritiene che il Corvo sia il Grande Inventore, creatore della terra e dei cieli e di tutti gli esseri viventi. Chi ero io per non ascoltare?

Dal giorno del mio incontro con questi uccelli meravigliosi, avevo saputo che le tribù Kwagulth dell'Isola di Vancouver in Canada, onorano i Corvi come dei maghi, trasformisti, muta-forma, in breve sono dei grandi sciamani ed i maestri degli sciamani umani. Infatti, col passare dei mesi imparai molto riguardo ai loro poteri, anche perché ebbi modo di sperimentare io stessa una lezione di quelle che ti cambiano la vita grazie alla loro magia basata sui trucchi.

Ogni settimana, come entravo nella foresta, loro mi trovavano e conversavamo sulla vita, sull'amore, sulla perdita e su qualunque cosa mi stesse turbando in quel giorno particolare. Anche se le loro visite mi portavano conforto, avevo ancora il cuore sofferente per la perdita del mio amato e mi sentivo sola in un modo in cui, ne ero certa, per quanto saggi potessero essere questi uccelli, non avrebbero potuto comprendere.

Poi, in una fredda ed umida mattina d'inverno, non appena entrai nel bosco, avvertii un senso di disgusto allo stomaco, come se avessi mangiato della farina d'avena fredda e grumosa. Un senso di paura mi avvolse come un mantello.

Incontrai all'inizio del sentiero solo uno dei corvi che gridava dalla parte superiore di una sequoia con una voce inconsolabile e piena di dolore che echeggiava lungo il percorso. Non arrivava nessuna risposta dalla foresta. Non c'era segno dell'altra mia guida da nessuna parte. Man mano che continuavo lungo il sentiero cominciai a sentire che ogni cosa era stranamente fuori equilibrio. Il mio respiro diventò corto non appena ebbi un presagio.

Cercai con cura tra le cime degli alberi e poi mi volsi a guardare la mia unica guida che continuava con il suo doloroso lamento dal suo posto dietro di me. Come per magia, era improvvisamente apparsa tra i rami. Il suo stridio mi aveva spaventato e mi mancava l'aria.

Nella confusione, lo sguardo mi cadde verso il sottobosco dove la mia attenzione fu catturata da un cumulo scuro un bel po' fuori dal sentiero. Seppi dalla sensazione di piombo nelle gambe, dal sapore metallico in bocca e dalla pesantezza nel cuore che la mia altra guida giaceva a terra, le ali spiegate ormai senza vita. Mentre mi avvicinavo, vidi le api e gli insetti che rovistavano alla ricerca di cibo tra i resti del suo cadavere. Mi accovacciai a terra accanto a lei e con le lacrime che scorrevano lungo le guance, mi avvicinai al corvo rimasto e piansi il lutto per la fine della loro relazione – una situazione che era così strettamente parallela alla mia.

 

Nelle settimane successive, non appena entravo nella foresta, sentivo il richiamo acuto e lontano della mia guida che era rimasta, L'Altro. La distanza che manteneva amplificava la mia propria solitudine e mi sentii avvolta da un buio senza speranza, incapace di ricevere il sostegno degli amici che avevano aspettato pazientemente che fossi in grado di ricevere il loro amore.

Poi una mattina, mentre camminavo su un sentiero parallelo al torrente, sentendomi cupa e triste per me stessa, sentii un grido inconfondibilmente di corvo che attraversò la foresta, ma non familiare alle mie orecchie. Gli fu risposto da un altro dietro di me. E poi un altro e un altro ancora. Dal nulla, con un grande fruscio di ali, cinque corpi iridescenti riempirono l'aria sopra di me, chiamandosi e circondandomi con una nuvola scintillante di suoni. Tra di loro c'era la voce distinguibile di L'Altro. Volarono in su e si persero tra le cime degli alberi, le loro voci echeggiavano nell'aria del mattino.

Il Clan dei Corvi si era riunito per stare vicino a L'Altro che era in lutto, per sostenerlo, per supportarlo con le loro belle canzoni e con le ali e per confortarlo nella sua solitudine. Piansi per la bellezza di tutto ciò e pensai ai miei amici che mi avevano aspettato per potermi sostenere per la mia perdita. Decisi che era stato sufficiente l'isolamento auto-imposto. Era tempo di iniziare la guarigione.

 

La settimana successiva come entrai nella foresta, avvertii un po' di trepidazione. Il Clan aveva preso con sé L'Altro? E se avessi perso il mio spirito guida che era rimasto?

In pochi istanti, la chiamata familiare mi salutò da appena sopra e davanti a me. Io sorrisi e mandai un messaggio di apprezzamento alla mia guida rimanente. Era per dire che sentivo la forza e la chiarezza della sua chiamata, che sentivo la sua presenza costante dopo la la perdita della sua compagna. Sapevo che il mio giorno sarebbe arrivato quando anch'io sarei guarita in questo modo.

Poi, con mio grande stupore e praticamente incredula, una chiamata familiare più profonda arrivò da dietro e da ovest rispetto a L'Altro. Come poteva essere? Come era possibile? No. Certo che no. Ma la chiamata era inconfondibile. Forse stavo assistendo alla chiamata di uno spirito, persistente nella foresta della mia mente?

Stordita e confusa alzai le braccia in segno di saluto non appena Sorella Corvo chiamò con il suo profondo grido gutturale. Si tuffò verso di me, apparendo dal nulla. Le sue ali spazzarono l'aria ed i miei capelli frusciarono quando risalì poco sopra alla mia la testa ed andò a posarsi su un ramo basso di un albero proprio di fronte a L'Altro. Lacrime di gratitudine scorrevano liberamente perché nella mia mente e con gesti sottili, l'avevo accolta a casa.

 

La morte di un altro Corvo nella foresta mi aveva condotto attraverso una serie di lezioni molto importanti. Inscenando in modo anche elaborato la lunga assenza di Sorella Corvo con la loro migliore performance a scopo di inganno e forzando le apparenze, i corvi mi avevano portato in un luogo oscuro di perdita e di disperazione. Condividendo con me l'esperienza del lutto, attraverso i loro trucchi sbalorditivi, i miei amici Corvi mi avevano condotto fino ad un punto di accettazione della verità della mia perdita e poi fino alla sua guarigione.

Mi incontro ancora con i miei amici Corvi ogni volta che vado nella foresta. Mi confortano, mi persuadono, mi supportano, mi sgridano, agiscono in qualunque modo sembri essere necessario per mantenermi sulla giusta strada. La mia vita è stata arricchita dall'averli conosciuti.

Al fine di perseguire questo tipo di collegamento sacro con gli animali, è necessario prepararsi con pazienza, con una mente aperta e con la capacità di ascolto interiore. Se c'è una foresta, un prato o un altro luogo naturale vicino, visitate questo posto quanto più spesso vi sia possibile.

Quando incontrate uccelli od anche altri animali, datevi tempo per essere pienamente presenti, per sedervi tranquillamente e vedere quello che succede.

Approfondire la connessione con i propri animali di medicina rafforza la nostra connessione al Grande Mistero ed alla vita intera ed aiuta a portare la guarigione al pianeta ed a tutti i suoi figli.

 

 

Note sull'autrice

Jolynn LAUER è una 'cinquantenne' trapiantata dal Midwest, ora residente nella California del Nord tra le maestose foreste di sequoie ed i vigneti. Oltre al suo lavoro come psicoterapeuta, è scrittrice di romanzi e racconti. Potete leggere di futura pubblicazione il suo libro di metafisica:  “Raven Stories and Other Non-Ordinary Tales”. E' arrivata alla conclusione che “Tutto è importante, nulla è sacro; tutto è sacro, nulla è importante”'.

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