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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

Trasformazione e guarigione dei traumi complessi: identificazione di un terreno comune tra Psicoterapia e Guarigione Sciamanica

Articolo di Daniel Floor - Saybrook Institute

02/03/2016

Su gentile concessione della Society of Shamanic Practitioners (2005, retrieved November, 2005 from: http://www.shamansociety.org/counseling.html)

 

Lo studio e la guarigione dei traumi é un aspetto essenziale della psicologia contemporanea e della pratica psicoterapeutica. Espressioni simili della sofferenza umana sono state anche trasformate e guarite grazie alle ricche tradizioni dello sciamanesimo ed alla saggezza degli indigeni che in genere non rientrano nel campo della psicoterapia. Gli approcci psicoterapeutici attuali nel lavoro sui traumi vengono sempre più messi in discussione ed arricchiti da influenze provenienti da aree esterne alla psicologia tradizionale e l'uso di metodi di guarigione sciamanica praticati da professionisti ufficiali della salute mentale non é che uno dei modi con cui questo si verifica (Drake, 2003, p.92). Dal momento che aumenta il numero di consulenti ufficiali e di psicoterapeuti che utilizzano i metodi di guarigione sciamanica (Society of Shamanic Practitioners, 2005, sezione del Counseling Sciamanico), vi é una necessità critica di un dialogo aperto su come questi due mondi ben consolidati di conoscenza e di pratica cerchino di capire e di guarire i traumi. Di particolare interesse in questo breve saggio é come i rispettivi settori della psicoterapia e della guarigione sciamanica reclamino un effetto a lungo termine  del cambiamento trasformativo nei casi di traumi complessi (Briere, 2004, p.63). Prima il trauma complesso viene esplorato da un punto di vista psicologico e nello sciamanesimo contemporaneo si giunge a conclusioni potenzialmente analoghe. Poi vengono identificate delle aree di terreno comune tra queste due discipline e le osservazioni conclusive sottolineano la necessità di ulteriori dialoghi e ricerche empiriche.

 

I traumi complessi secondo la prospettiva psicoterapeutica

La misura in cui un trauma stia alla base della miriade di forme di sofferenza psicologica come delineato nel DSM-IV rimane un'area di acceso dibattito tra i ricercatori ed i medici (Briere, 2004, p.62). Alcuni specialisti di traumi ritengono che le categorie diagnostiche di “disturbo da stress post traumatico” (PTSD) e di “disturbo da stress acuto” (ASD) descrivano solo una possibile configurazione di sintomi da trauma e che l'ansia, la depressione ed i disturbi della personalità di Asse II spesso abbiano la loro origine in un'esperienza traumatica (Herman, 1992, p.21). Briere (2004) afferma che “gli effetti di una violenza o di un maltrattamento cronico tra le persone non risiedono esclusivamente in PTSD o ASD, né allo stesso modo solo esclusivamente nell'Asse I. Infatti, si può fare un esempio convincente per localizzare la maggior parte del sintomi del complesso PTSD nell'Asse II come era stato proposto ma senza successo per il DSM-IV” (p.65). Anche nel caso di PTSD stesso, vi è una notevole controversia su cosa sia ammesso per una diagnosi come riportato nella grande varietà di tassi di prevalenza nella DSM-IV. Studi su soggetti a rischio dicono che hanno tassi di PTSD che vanno dal 3% al 58% a seconda del metodo di accertamento e della popolazione campionata (1994, p. 426). I criteri diagnostici sono ulteriormente complicati da ricerche che indicano che oltre l'80% dei soggetti che hanno una diagnosi di PTSD mostrano almeno un altro disturbo mentale presente per tutta la durata della loro vita (Briere, 2004, p.62). Qualunque sia il trauma alla base di gran parte della psicopatologia o dei sintomi del trauma, vengono descritti più accuratamente solo quelli relativi alla PTSD; di sicuro questo sarà un argomento di dibattito in psicologia per il prossimo futuro.

Indipendentemente dal fatto che la sofferenza psicologica di un individuo venga considerata come una qualche forma appena riconosciuta del complesso PTSD o come PTSD coesistente con altri disturbi mentali, c'è un ampio accordo sul tipo di percorso di guarigione e sui punti di riferimento che si incontreranno con molta probabilità lungo la strada. Herman (1992) delinea tre fasi generalizzate di recupero: instaurare la sicurezza, stabilizzare il ricordo ed il lutto e riconnettersi alla vita ordinaria (p.155). Instaurare la sicurezza significa tendere ad entrambe sia sicurezza fisica che emotiva, riducendo al minimo qualsiasi fonte di possibilità in corso di riaprire il trauma e la costruzione di un'alleanza terapeutica o di un'altra connessione di guarigione che può servire come crogiolo durante il processo di recupero.

Durante la seconda fase del ricordo e del lutto si invita la persona ad esprimere in modo molto più completo tutto ciò che si riferisce alla memoria ed all'emozione del trauma passato; questi vengono contattati nel presente, accettati per quello che sono e poi incorporati in un modo trasformato nella narrazione complessiva della propria vita. Questa progressione verso la riconnessione con la vita ordinaria è un viaggio che parte dall'isolamento e va verso rapporti sempre più sani e vitali sia con se stessi che con gli altri. Riapprendere, od in molti casi apprendere per la prima volta come gestire i rapporti interpersonali, comprende anche come imparare a stabilire dei confini sani, sentirsi più fiduciosi nel prendere delle decisioni e dar voce ai propri desideri ed emozioni. “L'impotenza e l'isolamento sono le esperienze alla base del trauma psicologico. La fiducia e la riconnessione sono le esperienze alla base della guarigione” (Herman, 1992, p.197).

La ricerca e la pratica psicologica hanno anche evidenziato l'importanza di lavorare con i livelli fisici o fisiologici del trauma. Questo livello di guarigione pre-verbale o cellulare si riferisce non solo ai trauma subiti prima dell'acquisizione del linguaggio, ma si riferisce alla traccia di qualsiasi trauma sul sistema nervoso (van der Kolk, 1996, pag. 184). Mentre la maggior parte dei praticanti trova una qualche versione di una via di mezzo sullo spettro psiche-corpo, ci sono anche modalità popolari che enfatizzano interventi basati su tecniche orientate al corpo, come la principale modalità di trattamento.

Peter Levine (1997), fondatore di Somatic Experiencing, delinea un approccio davvero centrato sul corpo e concettualizza la guarigione dal trauma come l'integrazione delle funzioni dei nostri cervelli rettile, mammifero ed umano (p.265).

La desensibilizzazione del movimento degli occhi e la rielaborazione (EMDR) è un altro strumento noto tra gli psicoterapeuti che coinvolge attivamente i livelli neurologici dei sintomi del trauma. Non a caso, la ricerca suggerisce che il trattamento di un trauma complesso tenda ad essere più efficace quando si coinvolgano entrambi i livelli di guarigione psicodinamica e relazionale con un metodo fisico o neurologico per ridurre i sintomi del trauma (Briere, 1992, p.41). In pratica, ciò può sembrare una normale terapia completata o in sessione o da un altro praticante con tecniche di guarigione basate sulla sicurezza emotiva e sul sostegno dell'orientamento corporeo. Come scrive Herman (1992), “In ogni fase di recupero, un trattamento globale deve considerare le caratteristiche biologiche e le componenti psicologiche e sociali della malattia. Non esiste una sola, efficace 'pillola magica' per le sindromi traumatiche” (p.156).

 

I traumi complessi secondo la prospettiva Sciamanica

Lo sciamanesimo contemporaneo in America del Nord è come un arazzo altamente diversificato e complesso di credenze varie, di tradizioni e di pratiche. Forse la differenza più grande presente nelle pratiche contemporanee di guarigione sciamanica sta tra i tanti tipi di sciamanesimo indigeno specifico a livello geografico ed il movimento di rinascita chiamato Neo-sciamanesimo nato del tardo ventesimo secolo. Il Neo-sciamanesimo trae notevole ispirazione dai tipi di sciamanesimo tradizionale degli indigeni così come dalla spiritualità della terra in Europa e da aspetti del movimento New Age. A causa della maggiore mobilità degli insegnanti indigeni provenienti da tutte le parti del mondo, è diventato sempre più accessibile ricevere una formazione approfondita in Sciamanesimo Asiatico, Sud Americano ed Africano, senza neanche lasciare il Nord America e senza avere legami ancestrali con queste regioni. Inoltre, molti professionisti di alto livello negli ambienti del neo-sciamanesimo si sono anche formati, a volte in modo molto approfondito, con guaritori indigeni della tradizione. Indipendentemente da come siano diventati sciamani se per ragioni ancestrali o esterne, i guaritori sciamanici che operano almeno in parte in una matrice culturale nordamericana, tutti lavorano con una popolazione nordamericana più o meno diversificata. Questa è una variabile unificante quando si tratta di valutare la capacità dei metodi di guarigione sciamanica per lavorare efficacemente sulle espressioni dei traumi complessi che proliferano nei paesi industrializzati occidentali. Dal momento che il lavoro di uno sciamano in genere comporta l'esecuzione di guarigioni individuali e collettive, le pratiche di guarigione sciamanica dovranno pertanto adattarsi in risposta alle popolazioni che servono ed in questo senso tutti gli sciamani che operano come guaritori in Nord America servono un comune essere umano ed un'unica comunità geografica.

Tra i guaritori sciamanici in Nord America ci sono diverse metafore ricorrenti o modi di concettualizzare la malattia e la guarigione che possono essere analoghi a come la psicologia definisce i traumi complessi. Forse il modo più utilizzato è quello della perdita dell'anima. In un'appendice dal titolo “sindromi legate alla cultura”, il DSM-IV (1994) riconosce che la perdita dell'anima “possa essere legata al Disturbo Depressivo Maggiore, al Disturbo da Stress Post-traumatico ed ai Disturbi Somatoformi” e che le pratiche ed i sintomi che rientrano nei modelli descritti come perdita dell'anima in tutta culture dell'America Latina “si trovano in molti parti del mondo” (1994, P.849). Sia nella pratica neo-sciamanica così come in molti tipi di sciamanesimo indigeno si ritrova l'idea di perdita dell'anima che è “ciò che accade ogni volta che sperimentiamo un trauma, una parte della nostra essenza vitale si separa da noi per poter sopravvivere all'esperienza attraverso la fuga dal pieno impatto col dolore "(Ingerman, 1991, p.11).

Allo stesso modo, Drake (2003) scrive: "si ha una perdita dell'anima quando una parte dell'anima o di essenza si divide dalla forma centrale della persona. La perdita dell'anima avviene a causa di eventi traumatici o attraverso la disconnessione dell'anima dal regno spirituale"(p.194). Tra alcuni guaritori sciamanici si pensa che la perdita dell'anima sia un evento abbastanza comune, mentre altri percepiscono la perdita dell'anima come un evento raro e davvero molto grave (Sarangerel Odigan, comunicazione personale, 23 luglio 2005). Nelle tradizioni in cui la perdita dell'anima si pensa che avvenga meno comunemente, spesso i sintomi di disagio psicologico cronico sono da attribuire ad uno squilibrio causato da entità spirituali esterne che diventano invasori. Per esempio, nello sciamanesimo mongolo della Buriazia si possono verificare vari gradi di interferenze, da intrusioni a possessioni conclamate da parte di uno spirito estraneo problematico, pur mantenendo intatta l'energia della propria anima (Odigan 2001, p.101). 

Una volta che un guaritore sciamanico abbia diagnosticato una combinazione di energie intrusive e/o perdita dell'anima, il passo successivo è quello di rimuovere rispettosamente le energie problematici e poi di localizzare e di restituire al cliente qualunque energia dell'anima persa o frammentata. Questi processi sono di solito guidati dal guaritore sciamanico e di solito vengono completati in una sessione, o più raramente in diverse sessioni, che vanno dai 30 minuti a, in casi estremamente rari, più giorni. Ingerman (1991) scrive: “Trovo che la maggior parte delle persone non abbia bisogno di molti recuperi dell'anima. Dopo uno o due, la maggior parte della gente riceve già quello che ha bisogno per sperimentare di nuovo il senso di completezza nelle loro vite” (p. 170). Alcuni guaritori sciamanici osservano che occasionalmente ci sono dei problemi con le energie intrusive che non se ne vanno o con le energie dell'anima recuperata che non rimangono con il cliente, tuttavia, assumendo che non sorga nessuna di queste complicazioni, le tradizioni hanno modalità molto diverse su come si praticano i lavori del guarigione (Drake, 2003, p.181).

Lucy Nesbeda (2005), una presentatrice durante una recente conferenza per la Society of Shamanic Practitioners, ha evidenziato un punto di svolta nel percorso di guarigione quando ha caratterizzato il recupero dell'anima come una tecnica che precede la sfida più a lungo termine del cambiamento per l'adattamento o della trasformazione (p.2). A parte i recenti sviluppi nella psicoterapia orientata allo sciamanesimo, sembra che ci sia un minimo precedente per delle sessioni regolari già calendarizzate con i guaritori sciamanici che praticano il recupero dell'anima. Questo può sostenere l'ipotesi che piuttosto che sessioni programmate, i guaritori sciamanici, storicamente, abbiano fatto affidamento sulla famiglia, sulla comunità estesa e sulla vita cerimoniale come i vasi in cui la riconnessione e la guarigione relazionale avvenivano dopo un iniziale intervento sciamanico. Ad ulteriore supporto di questa ipotesi vi è la tradizione di coinvolgere attivamente la famiglia, i propri cari od anche tutta la comunità nella stessa cerimonia di guarigione sciamanica (Drake, 2003, p.60).

 

Identificazione di un terreno comune

Sia gli psicoterapeuti che i guaritori sciamanici concordano sul fatto che i sintomi di un trauma o di ciò che lo sciamanesimo spesso considera come le forme più gravi di perdita dell'anima quasi sempre sorgono in risposta ad un fattore di stress esterno o combinazione di fattori di stress, molti dei quali sono  di natura grave e chiaramente identificabili (DSM-IV, 1994, p.427, Ingerman, 1991, p.19). A differenza di quasi tutti gli altri disturbi di salute mentale che separano la questione della causa o eziologia, dalla diagnosi, i primi criteri di diagnosi del DSM-IV sia per il disturbo da stress post traumatico (PTSD) che per il disturbo da stress acuto (ASD) richiedono che "la persona sia stata esposta ad un evento traumatico "(1994, p.427). Nonostante si sia d'accordo sul fatto che il trauma non sia interamente genetico o derivante dall'interno, l'esperto di traumi John Briere (2004) sottolinea che a causa di una molteplicità di variabili “è chiaro che i professionisti della salute mentale debbano ancora mettersi d'accordo su quello che è un evento traumatico e su ciò che non lo è” (p.10). Allo stesso modo, la letteratura sciamanica contemporanea è ricca di lunghi elenchi di entrambi sia dei sintomi che delle cause potenziali della perdita dell'anima.

La psicoterapeuta e ben nota insegnante di sciamanesimo Sandra Ingerman (1991) scrive, "La perdita dell'anima al giorno d'oggi scaturisce dai traumi della vita moderna. Gli incesti, gli abusi fisici, gli stupri, la perdita delle persone care, gli incidenti, le esperienze di guerra, le gravi malattie e la chirurgia sono aggressioni che possono catapultare l'anima fuori dal corpo"(p.19). Come con il trauma, la perdita d'anima implica una qualche forma di stress esterno. Anche nei casi in cui l'agente di disagio psicologico è inteso come uno spirito problematico o invasore, questo essere di solito capisce di potersi introdurre quando l'individuo è in uno stato di debolezza o senza difese e ciò crea l'apertura ad energie opportunistiche (Drake, 2003, p.141). Sia psicoterapeuti che guaritori sciamanici riconoscono diversi gradi di gravità che riguardano i traumi complessi o le perdite dell'anima. In termini psicologici alcune delle molte variabili che tendono ad aumentare lo stress e quindi la grandezza della possibile gravità del PTSD od altre risposte ai traumi includono la vittimizzazione sessuale, gli atti intenzionali di violenza, il grado di imprevedibilità od incontrollabilità, il grado di esposizione al combattimento durante le guerre, la mostruosità delle morti, ecc (Briere, 2004, p.31). Judith Herman (1992) suggerisce una nuova diagnosi di disturbo complesso derivante da stress post-traumatico da inserire nel DSM-IV per affrontare l'ampia variabilità nella gravità dei traumi e delle successive espressioni (p. 121). Anche in vari paradigmi sciamanici vengono riconosciuti dei gradi e dei tipi di perdita dell'anima o sua frammentazione. Sarangerel Odigan, sciamana mongola del popolo dei Buriati (2001) scrive: "Ad anime “ami” perse si può resistere per lunghi periodi, anche anni, ma un'anima “suns” persa finirà per provocare gravi malattie mentali ed un rapido declino fisico. "(p.108).  Lo sciamano Bon del Tibet Tenzin Wangyal Rinpoche (2002) scrive riguardo alla perdita dell'anima che "può accadere tutto in una volta - come nel caso di un singolo incidente devastante - o nel tempo quando c'è un ambiente traumatizzante o disumanizzante "(p.58). La guaritrice sciamanica celtica Caitlin Matthews (2002) afferma che: "Con un'anima che abbia subito una piccola frammentazione, la gente può ancora ancora andare avanti in una certa misura, ma con un'anima seriamente frammentata le persone avranno grandi difficoltà ad occuparsi di se stessi "(p.226). Sia gli psicoterapeuti che i guaritori sciamanici distinguono tra interventi tecnici che mirano ad alleviare i sintomi ed a favorire il cambiamento trasformativo che ridà potere al cliente e le o gli consente di tornare di nuovo nel cerchio della comunità. In termini psicologici, interventi basati su tecniche condotte dal terapeuta così come medicinali soggetti a prescrizione possono essere tutti aspetti critici del trattamento, tuttavia, non sono mai un mezzo sostitutivo per la sfida di lunga durata del riprendere il contatto con il mondo attraverso relazioni sane e di amor proprio. Questo apprendimento relazionale che molte volte può verificarsi tra il paziente ed il terapeuta, è senza dubbio fondamentale per la stessa psicoterapia. Kahn (1997) scrive: "Così il nostro lavoro non è quello di dare consigli, opinioni o risposte, ma fare in continuazione del nostro meglio per “capire” il cliente ... " (p.168), tuttavia, siccome la durata media dei trattamenti di psicoterapia continua a diminuire, si pone il problema di quanto sia un compito terapeutico sostenibile questo lavoro di guarigione relazionale a lungo termine. In questo senso, quantomeno per gli attuali modelli sanitari del Nord America e viste le circostanze storiche, la psicoterapia può essere diretta in modo funzionale verso un approccio indigeno di crescente dipendenza della famiglia e di tutta la comunità inteso come l'ambiente in cui avviene la guarigione relazionale. Analogamente alla distinzione fatta nel campo della psicoterapia, il guaritore sciamanico e maestro Alberto Villoldo (2000) afferma che "c'è una differenza tra il curare e la guarigione. Il curare è terapeutico e prevede di sistemare qualunque sia il problema esterno che sorga ... La guarigione è più ampia, più globale e più completa. La guarigione trasforma la vita delle persone e spesso, se non sempre, produce una cura fisica "(p.20). Sandra Ingerman (1994), autrice di Soul Retrieval ha dedicato un intero libro intitolato “Welcome Home: Following Your Soul's Journey Home” al processo di crescita psicologica ed al riappropriarsi del proprio potere che seguono la cosiddetta riparazione tecnica o “cura in una volta” dopo una cerimonia di recupero dell'anima.

Sia psicoterapeuti che guaritori sciamanici concordano sul fatto che la trasformazione di traumi negli individui non sia scindibile dalla guarigione del trauma nella matrice più ampia socio-culturale. Ricapitolando la ripresa di interesse per i traumi e le sue implicazioni Herman (1992) afferma:

Solo dopo il 1980, quando gli effetti sui veterani di guerra hanno legittimato il concetto di disturbo da stress post-traumatico, fu chiaro che quella sindrome psicologica vista nelle vittime di stupri, di percosse domestiche e di incesto era essenzialmente la stessa sindrome riscontrata ai sopravvissuti di guerra. Le implicazioni di quest'intuizione sono terrificanti nel presente così come lo furono un secolo fa: la condizione subordinata delle donne é stata mantenuta ed é stata fatta rispettare dalla violenza nascosta degli uomini. C'é guerra tra i sessi. Le vittime di stupro, le donne maltrattate ed i bambini abusati sessualmente sono le sue vittime (p. 32).”

John Briere esperto di traumi (1992) scrive così: "l'intervento più importante di tutti: la lotta contro l'abuso e l'abbandono dei nostri figli, la creazione di un ambiente in cui tutte le persone possano prosperare senza il timore di lesioni da parte degli altri "(p.164). La saggezza indigena o sciamanica asserisce costantemente e fortemente che le nostre relazioni sono il riflesso diretto del nostro benessere interno e psicologico e non solo le relazioni con gli altri esseri umani, ma anche quelle con tutta la comunità estesa ai rapporti non umani e non fisici. Come riassume Jamie Sams guaritore ed insegnante nativo americano (1990)  "Ogni parte della Creazione è interconnessa e dipende da tutte le altre forme di vita all'interno del tutto. Quando una qualsiasi parte del nostro mondo viene sconsideratamente distrutta, molte altre parti indipendenti soffrono "(p.293). Drake (2003) afferma una simile presa di posizione di interconnessione al lavoro nella sua pratica privata, "Quando si fa una guarigione per una persona, si curano tutti quelli che sono venuti prima di lei e tutti quelli che verranno dopo di lei. Solo dopo che ho cominciato a fare guarigioni sciamaniche, ho potuto cogliere pienamente il significato e la potenza di questa dichiarazione "(p.71).

 

Conclusione

A tutt'oggi vi è una relativa mancanza di letteratura e ricerca su come i guaritori sciamanici contemporanei, sia nella modalità psicoterapeutica sia al di fuori di essa, concettualizzino e facilitino la trasformazione dei traumi complessi od il loro equivalente in termini sciamanici. Se i guaritori sciamanici sono in grado di influenzare la teoria psicologica ci sarà bisogno di modelli di lavoro per questo processo di trasformazione che si sforzino di tendere ad un linguaggio comune, o per lo meno tra loro siano concetti intelligibili. Perché i metodi di guarigione sciamanica siano accettati più ampiamente tra gli psicologi ed altri clinici tradizionali, ci sarà anche bisogno ricerche più empiriche e di studi basati su casi per chiarire il processo di trasformazione secondo gli approcci sciamanici. Proprio come i metodi di ricerca empirica hanno documentato gli effetti fisiologici della preghiera e della meditazione, così la guarigione sciamanica può essere studiata senza che vengano sminuiti i suoi aspetti non tangibili e creativi. I professionisti autorizzati per la salute mentale che stiano già usando i metodi di guarigione sciamanica nel loro lavoro potrebbero servire come un ottimo punto di partenza per tale dialogo e per questi studi. Con le parole di Ann Drake, medico esperto e guaritrice sciamanica, "La pratica sciamanica tradizionale può avere bisogno di espandersi per abbracciare le elaborazioni della mente occidentale, una mente che è nel dolore come risultato della complessità dei nostri pensieri interpersonali ed intrapsichici. E così ogni tradizione ha molto da imparare dagli altri "(2003, p.52).

 

Riferimenti

  • American Psychiatric Association. (1994). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (4th ed.). Washington, DC: Author.
  • Briere, J. (1992). Child Abuse Trauma. Newbury Park, CA: SAGE Publications.
  • Briere, J. (2004). Psychological Assessment of Adult Posttraumatic States. Washington, DC: American Psychological Association.
  • Drake, A. (2003). Healing of the Soul. Ithaca, New York: Busca, Inc.
  • Herman, J. (1982). Trauma and Recovery. United States of America: BasicBooks.
  • Ingerman, S. (1991). Soul Retrieval: Mending the Fragmented Self. San Francisco: HarperSanFrancisco. (edizione italiana)
  • Ingerman, S. (1994). Welcome Home: Following Your Soul’s Journey Home. San Francisco: HarperSanFrancisco.
  • Kahn, M. (1997). Between Therapist and Client: The New Relationship. Revised Edition. New York: W. H. Freeman and Company.
  • Levine, P. (1997). Waking the Tiger. Berkeley, CA: North Atlantic Books. (edizione italiana)
  • Matthews, C. (2002). Singing the Soul Back Home. Boston, MA: Connections Book Publishing.
  • Nesbeda, L.H. (2005). Shaman as Leader, Leader as Shaman. Unpublished manuscript.
  • Odigan, S. (2001). Chosen by the Spirits. Rochester, VT: Destiny Books.
  • Sams, J. (1990). Sacred Path Cards. San Francisco, CA: HarperSanFrancisco.

 

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