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Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità Articoli e interviste su sciamanesimo e tensegrità

I principi e la pratica della Ricapitolazione - di Luciano Silva

Una delle arti degli sciamani del Messico Antico per ripulire i legami che ci condizionano con il passato e la nostra storia personale

20/08/2012

“Chi sta sponsorizzando la tua insanità ? Chi ha fatto l’ordine del giorno ? La ricapitolazione ti darà un momento di silenzio, questo ti permetterà di buttare via le premesse e di fare spazio per qualcosa d’altro. Verrai fuori dalla ricapitolazione con delle storie senza fine a proposito del Sé, ma non stai più sanguinando”.

 

Carlos Castaneda

 

 

La Ricapitolazione è uno dei tre pilastri della pratica della Tensegrità di Carlos Castaneda, unito ai Passi Magici e al Sognare. Lo scopo e l’intento della ricapitolazione è quello di liberare l’energia rimasta intrappolata o cristallizzata dalla storia personale e dalla socializzazione per renderla di nuovo disponibile al nostro corpo energetico, e dunque libera per il Sognare o per navigare nella Seconda Attenzione.

La Ricapitolazione gioca dunque un ruolo fondamentale nell’esercizio della Tensegrità in quanto senza la Ricapitolazione degli eventi significativi della propria vita, che tengono bloccato il Punto di Assemblaggio in un modello o schema percettivo all’interno dell’area della forma umana, il “vedere” e il “sognare” nella realtà non ordinaria diventa molto difficile e complesso. Il rischio è che se non si ricapitolano gli eventi importanti della propria vita portiamo nei sogni o nella seconda attenzione (ad esempio, con un viaggio sciamanico) elementi ordinari ancora fissati e aggregati attorno a questi eventi, dunque faremo sogni ordinari e viaggi altrettanto “ordinari” dove ritroveremo ancora tutte le nostre paure, emozioni, schemi e modelli che sono ancora attivi sia a livello cosciente o meno.

Questa tecnica, trasmessa da generazioni dagli antichi veggenti toltechi sino al lignaggio di Don Juan Matus e da questi a Carlos Castaneda, Carol Tiggs, Taisha Abelar, Florinda Donner Grau e ai loro apprendisti, ha assunto diverse modalità operative, da una forma inizialmente più “statica” che non prevedeva alcun movimento fisico associato (a parte la cosiddetta “respirazione spazzante”), a forme attualmente proposte nelle quali si inseriscono dei Passi Magici specifici per la Ricapitolazione e l’aggiunta di un Testimone per la tecnica di agguato iniziale. Di seguito riportiamo alcuni approfondimenti sullo scopo di questa pratica e sulle modalità operative con le quali viene attualmente svolta.

 

Premessa alla Ricapitolazione

La ricapitolazione è una antica tecnica utilizzata dai Toltechi e dagli sciamani del Messico Antico per rimuovere gli effetti delle memorie che si sono accumulate tramite la nostra storia personale (e famigliare) nel nostro corpo fisico ed energetico. La presenza di queste memorie, che possono essere sia individuali che familiari (ed oggi sappiamo anche trans generazionali), condizionano il nostro libero agire al punto che talvolta agiamo e reagiamo alle situazioni della vita di tutti i giorni seguendo in automatico dei modelli pre-programmati, anche quando le circostanze richiederebbero un altro genere di risposta e di alternativa.

Quando nasciamo il nostro campo energetico è integro e “pulito”, escludendo per ipotesi da principio un eventuale irretimento familiare o eventuali traumi che si dovessero manifestare già alla nascita.  La nostra storia personale, fatta di esperienze, relazioni emotive, incidenti, traumi, e altri avvenimenti, ha comportato uno scambio energetico con la realtà circostante e con le persone con le quali abbiamo interagito in quel particolare contesto ed evento. Questo scambio di energia risulta essere tanto più importante quanto più intenso è stato il livello di attivazione del nostro campo energetico, ovvero il livello di coinvolgimento fisico ed emotivo con le persone o la situazione che abbiamo vissuto e l’impatto emozionale che ne è conseguito. Un po’ di energia si lascia nelle cose, un po’ attraverso le preoccupazioni o le profonde emozioni che abbiamo condiviso con le altre persone in quell’evento.

L’evento vissuto con particolare intensità crea una gestalt (unità funzionale) dell’esperienza aggregando attorno a sé elementi provenienti sia dall’evento realmente accaduto (aspetti fisici, emozionali, spirituali) sia altri non correlati direttamente ma provenienti da eventi similari direttamente o indirettamente vissuti (o vissuti anche da un familiare o da una persona a noi cara).

Queste unità funzionali di esperienza formano dei modelli di riferimento, consapevolmente o meno, ai quali attingiamo ogni qualvolta si ripresentano circostanze simili all’evento originario che ha creato quel modello.

L’effetto dunque dell’accumularsi di questi modelli tramite la nostra storia personale comporta:

  • Una perdita di energia: il ripetersi ossessivo delle nostre reazioni alimenta e stabilizza sempre di più il modello di riferimento, per fare questo investiamo energia!
  • Il nostro “punto di unione” o di assemblaggio consolida la sua posizione nel posto fisso stabilito dal modello, questo determina una fissità percettiva e, in talune circostanze, quello che alcuni studiosi hanno chiamato il “punto cieco”. Ad esempio, se il mio modello è basato su una mancanza di autostima che mi impedisce di trovare un lavoro soddisfacente, qualora si presenti l’opportunità non sono in grado di vederla e di coglierla. Se ho subito un trauma da incidente sul lato destro, farò fatica a guardare a destra (oppure avrò spesso incidenti sul lato destro o difficoltà con tutto ciò che il lato destro rappresenta).
  • Coazione a ripetere e rivivere l’evento che ha causato originariamente la creazione di quel modello. Il modello ha un suo campo energetico che “attira” circostanze che vibrano alla medesima frequenza. Il modello inoltre è costituito da memorie, dunque la nostra fedeltà al modello ci porta a rivivere le stesse esperienze, spesso tragiche e drammatiche, dell’evento scatenante originario (essendo questi avvenimenti quelli dotati di maggior impatto fisico, emozionale, psicologico e spirituale).
  • Fedeltà ai modelli equivale a riproporre continuamente la stessa rigidità fisica, emotiva, psicologica e spirituale e, in generale, percettiva impedendoci di vedere altre possibilità, di cogliere altre alternative.

 

Modelli e Memoria

Modelli

 

Da momento della mia nascita

All’istante della mia morte

Ci sono dei modelli che devo seguire

Proprio come devo respirare ogni respiro.

Come un ratto nel labirinto

Il percorso di prima inganna

Ed il modello non cambia mai

Fino a quando il ratto muore.

Ed il modello rimane ancora

Sul muro dove cade l’oscurità

E si adatta dove dovrebbe

Perchè nell’oscurità devo stare.

Come il colore della mia pelle

O il giorno in cui divento vecchio

La mia vita è fatta di modelli

Che possono difficilmente essere controllati.

 

Paul Simon, Poeta

           

Per anni gli scienziati hanno dimostrato che il cervello è diviso in aree specificatamente responsabili dei vari sensi, una per la vista, per l’olfatto, il gusto ecc. Si supponeva che anche i ricordi dovessero essere registrati in specifiche aree del cervello come tracce degli eventi vissuti nella storia personale di un individuo. Diversi esperimenti hanno messo in dubbio la validità di questa teoria e nonostante i cospicui investimenti fatti nel campo della ricerca sono state trovate ben poche prove di una memoria completa che ha la sua collocazione nel cervello.

Oltre a ciò, molti ricercatori ci dicono che l’idea che “puoi sapere che cosa è successo perché te lo ricordi” è un’illusione prodotta da un bisogno umano di ricavare un significato dai vari elementi dell’esperienza. Non ad immagini fisse registrate da qualche parte della mente dunque si tratta quando facciamo affidamento alla nostra memoria ma piuttosto ad una ricostruzione attualizzata nel presente nella quale ci possono essere si frammenti dell’evento originario, ad esempio una vacanza al mare di dieci anni fa, ma anche componenti reali o fantasiosi o attinti da altre realtà non ordinarie che condividono con l’evento realmente vissuto (la vacanza al mare) stati emozionali, fisici o mentali simili all’evento originario. E’ quello che il premo Nobel per i suoi lavori di immunologia Gerald Edelman ha coniato con il termine “il presente ricordato”.

La memoria dunque sembra essere più un particolare tipo di percezione che non l’impronta precisa di un evento. Non una registrazione continua e coerente di qualcosa che è realmente accaduto ma piuttosto un processo di assemblaggio di elementi della nostra esperienza in un tutto coerente e organizzato, una sorta di “compilation” di elementi presi da varie esperienze.

Questa compilation è ciò che possiamo chiamare modello. Come si creano i modelli ci spiega anche i principi su cui si basa la Ricapitolazione avente la finalità di andare a “smontare” questi modelli e i presupposti sui quali sono stati edificati. Qui di seguito il meccanismo di creazione e attivazione di un modello:

1.    Un evento fondante (vissuto nella realtà ordinaria, non ordinaria, in questa vita o in altre)

2.    L’evento arriva a noi tramite un input sensoriale o informativo connotato da un livello di attivazione o eccitazione e da un conseguente impatto emotivo. A questo si associa una posizione fisica, una respirazione (che è legata allo stato di coscienza che viene vissuto in quella circostanza), un dialogo interno (che nel modello origina poi una “forma pensiero”).

3.    L’evento, ed il conseguente impatto su di noi, è spesso il risultato del nostro rapporto con altre persone che per circostanze sincroniche (o di destino) si trovano a condividerlo con noi in quel momento (esempio, un incidente o una nascita), in quel luogo della nostra vita.

4.    Se il livello di attivazione e di coinvolgimento emotivo è sufficientemente elevato, questo evento aggrega attorno a sé parti di esperienza (precedentemente vissute o attinte da altre fonti) e frammenti di coscienza che costituiscono le componenti di un possibile “modello” di rifermento: da questo istante in poi, in circostanze simili (per intensità, percezioni, informazioni, contesto o persone presenti) quel modello ci fornirà una soluzione di riferimento, poco importa se esso conduce ad un esito “virtuoso” (ovvero a guarigione, arricchimento, consapevolezza, maggior energia, ecc..) o “vizioso” (ovvero a ripetizione dell’angoscia emotiva, del trauma, del dolore, della sofferenza, ecc.). La soluzione nota, anche se arreca danno e malessere, per talune persone è comunque meno paurosa di quella ignota, anche se potrebbe contenere di certo una alternativa salutare e salvifica.   

5.    I modelli condizionano e impongono i nostri comportamenti: ogni qualvolta ci ritroviamo a vivere situazioni simili (reali o percepite come tali) a quelle originarie, si creano impulsi scatenanti che attivano il modello e di conseguenza le soluzioni e le risposte in esso memorizzate. Non dobbiamo pensarci, avviene in automatico!

Se passiamo in rassegna gli eventi significativi della nostra vita, per intensità emotiva e che ricordiamo meglio di altri (“nel bene” e “nel male”), scopriremo che nella maggior parte dei casi riguardano la nostra interazione con altre persone, dunque il nostro essere sociale, la nostra socializzazione. La nostra storia personale è fatta perlopiù di momenti di totale adesione o rifiuto della realtà consensuale (o familiare), ma il rifiuto totale o la totale adesione è lo stesso modo per riaffermare il nostro legame affettivo, la nostra lealtà. Lo stesso vale per le relazioni umane e affettive.

 

Finalmente un attimo di pausa!

“La ricapitolazione separa l’incarico datoci dall’ordine sociale dalla nostra forza vitale; le due cose non sono inseparabili” (C.Castaneda)

“Cosa diavolo sto facendo? Stupide pratiche sciamaniche…. è tutto un inganno… devo tornare alla realtà… Ma a quale realtà? … Che alternativa ho? Cosa lascio indietro che vale tanta pena trattenere… La nostra eredità naturale consiste nel vivere e morire come deficienti. Questo è il momento per la rivoluzione” (Taisha Abelar).

La pratica della Ricapitolazione è composta da alcuni passi fondamentali:

1.    Scelta del tema (evento o una persona) da ricapitolare. Si sceglie un tema del quale si sente il bisogno di portare alla luce un eventuale modello ripetitivo per poi scioglierlo (esempi: i rapporti affettivi, sessuali, il lavoro, il rapporto col denaro, con l’autorità, con il mio corpo fisico ecc…) oppure un evento significativo (esempi: la morte di mio padre, la nascita di mio figlio, la perdita del lavoro, la rottura con un socio o collega, un incidente stradale ecc..). Questo lavoro si può fare su un singolo evento, del quale si sente la necessità, oppure facendo un elenco di tutti gli eventi significativi della propria vita, in ordine cronologico dal più vecchio al più recente, e si comincia dal primo della lista fino alla fine.

“Il primo passo consiste in un breve elenco di tutti gli eventi della vostra vita che risaltano in modo ovvio per essere riesaminati. Il secondo passo consiste nel ricordare in modo più dettagliato”

(Carlos Castaneda).

 

2.    Agguato al sé personale. Si può condurre individualmente o con l’aiuto di una seconda persona avente il ruolo di Testimone (è un ruolo attivo ma senza giudizio, invita la persona che ricapitola a ricordare meglio i dettagli dell’evento). Si osserva (non si analizza) in particolare in quell’evento come era il nostro corpo fisico (posizione, tensioni, chiusure o aperture), il nostro respiro (contratto, breve, largo, profondo,..), le nostre emozioni (rabbia, colpa, gioia,..), il nostro dialogo interno (ovvero la frase che ci siamo detti e che ancor oggi ci diciamo rievocando quell’esperienza).

Qui si può inserire anche un agguato al nostro “sé famigliare”, il nostro comportamento per caso ricorda il comportamento di nostro padre o nostra madre avvenuto in circostanze simili? Con chi ci siamo identificati sino ad oggi nell’agire o reagire in questo modo quando ci troviamo a vivere quel tipo di situazioni?

“Disporre lo scenario significa ricostruire l’evento, pezzo per pezzo; inizia a ricordare i dettagli fisici dell’ambiente, poi passa alle persone con le quali hai interagito ed infine passa a te stesso, all’esame dei tuoi sentimenti”.

“Non analizzare, osserva!”

(Carlos Castaneda).

 

3.    Respiro spazzante. In questa fase si può inserire la “respirazione spazzante”, una particolare respirazione che scioglie e libera le fibre energetiche che ci legano all’evento. Il corpo dirà quando ne ha abbastanza.

“L’elemento chiave della Ricapitolazione è la respirazione. Il respiro… è magico”

(Carlos Castaneda).

 

4.    Cambio di direzione. Il nostro corpo fisico ed energetico sono una struttura di tensegrità in cui tutto è connesso. Se si cambia o si sposta anche un solo elemento che compone il nostro modello di riferimento, un po’ come fosse un castello di carte, il modello crolla in un istante! In questa fase dunque si introduce un cambiamento, può essere un Passo Magico che va a cambiare la direzione di questa energia intrappolata nel corpo fisico o energetico, il cambio della postura del corpo, del respiro, del dialogo interno. Cambiando un elemento che compone il modello, il modello vacilla, può crollare anche all’istante e iniziano ad emergere nuove possibilità, nuove soluzioni prima non visibili e prevedibili.

“Mi assicurò che una ricapitolazione profonda e completa ci consente di essere consapevoli di ciò che vogliamo cambiare consentendoci di vedere le nostre vite senza delusione. Ci da un attimo di pausa per scegliere se accettare il nostro consueto comportamento o se cambiarlo intendendolo via, prima che ci intrappoli completamente”

(Taisha Abelar).

 

5.    Che c’è di nuovo ora? Giunti a questo punto, se si dovessero ripresentare le stesse circostanze che hanno condotto all’evento originario, abbiamo una alternativa, un’altra via di uscita che non sia quella prefissata dal modello al quale abbiamo avuto accesso tramite la Ricapitolazione. Una nuova posizione del corpo, del respiro, nuove azioni e propositi, un nuovo dialogo interno (o nessun dialogo!).

E’ importante in questa fase scrivere i nuovi passi che si vogliono realizzare, nuove azioni o comportamenti venuti alla luce dopo la ricapitolazione e usare tutta l’energia e l’intento per prendere nuove decisioni.

 

Gli effetti e i benefici

“Lo scopo della ricapitolazione è quello di rompere gli assunti di base che abbiamo accettato nel corso della vita. E’ una questione di energia; più ne richiami con la ricapitolazione più è facile che questa energia nutra il tuo doppio.”

(Taisha Abelar).

 

“Lo scopo è quello estremamente pragmatico di acquisire fluidità percettiva”.

(Carlos Castaneda)

 

Il respiro spazzante scioglie il legame che ci teneva uniti al vecchio modello costruito sulle vecchie esperienze, il cambiare direzione ci permette di far si che questo modello “crolli” lasciando spazio ad una nuova visione dell’esperienza, un nuovo giudizio (o la sospensione del giudizio) o una differente soluzione alternativa. Lasciare che nel silenzio interno si manifesti il nuovo percorso, la nuova alternativa e portarla a realizzazione nel proprio quotidiano. Quest’ultimo passo è fondamentale, non è un lavoro psicologico fatto solo con la mente, è un lavoro energetico fatto con tutto il corpo fisico ed energetico. Occorre portare la nuova visione conseguita nel Nagual (ovvero nella realtà non ordinaria, nell’ignoto) nel Tonal (ovvero nella realtà ordinaria, nel noto), lato sinistro e destro devono essere coinvolti in maniera complementare.

Può capitare che si avvertano durante la ricapitolazione una serie di “resistenze” a continuare, resistenze spesso poste dalla mente come ostacoli, mancanza di volontà, perdita di scopo, difficoltà ad affrontare situazioni dolorose o difficoltose della propria vita. E’ la mente razionale che teme di perdere il controllo, avverte che state accedendo ad altre risorse alle quali lei non ha accesso, è il vostro “veggente interno”, il vostro corpo energetico, molto più potente e per questo lo teme. Non cedete a queste debolezze, la ricapitolazione ha un effetto cumulativo, più andate avanti più gli effetti si manifestano velocemente ed efficacemente e la mente dopo un pò molla la presa.

A breve o medio termine potrete avvertire o assistere a questi benefici (se ne elencano alcuni anche se gli effetti sono ovviamente soggettivi, dipendono dal lavoro che si è fatto, dagli eventi soggetti a ricapitolazione e a noi stessi).

  • Rottura degli schemi ripetitivi: si ha accesso a nuove opportunità
  • Spostamento del “Punto di Unione”, maggiore fluidità percettiva
  • Accadono sempre dei cambiamenti nelle relazioni con le persone che avete ricapitolato (attenzione  a non ricapitolare i rapporti che si vogliono conservare, lasciare la propria madre per ultima)
  • Senso di completezza, integrità
  • La nostra attenzione si sposta dal passato al presente (come disse Castaneda, ci si sposta dall’ultima carrozza del treno osservando i binari della propria vita che scorrono all’indietro alla prima, quella del conducente, dove si coglie l’attimo che arriva, in ogni istante)
  • Aumenta il silenzio interno (assenza di giudizio)
  • Aumento dell’energia a disposizione
  • Aumento dei sognare e dei sogni consapevoli
  • Maggiore rilassatezza e distacco emozionale dagli eventi

Occorre disciplina e coraggio. Ricapitolare di notte è più efficace, anche in gruppo o con un testimone può aiutare.

La ricapitolazione è lo strumento più efficace per recuperare l’energia che abbiamo perduto per strada, chiudere e lasciare cadere i vecchi assunti, rapporti, schemi e modelli e permettere al nuovo di arrivare e manifestarsi nella nostra vita. Senza la ricapitolazione restiamo intrappolati nello stesso sogno, magari sognato da qualcun altro, girando come ratti nel labirinto in cerca di una via d'uscita che non appare mai.

 

Note:

§  Questa tecnica è di origine sciamanica e lavora esclusivamente sul piano energetico della persona, non intende sostituirsi ad alcuna cura o terapia medica o psicologica in corso

§  Per apprendere correttamente la procedura, è opportuno che inizialmente il principiante si affidi ad un operatore esperto o lavori in gruppo

§  Per ulteriori approfondimenti consultare le opere di Carlos Castaneda o il testo di Victor Sanchez dedicato all’argomento (“Il sentiero Tolteco della Ricapitolazione – guarire il passato per liberare l’anima” – Ediz. Il Punto d’Incontro).

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